Uno sport da ubriaconi

Non è azzardato affermare che al tramonto dello sci come sport di massa fortemente condizionato dalle avversità climatiche non può essere estraneo l’abuso che dell’alcol si fa sulle piste senza che qualcuno alzi un dito per lanciare campagne destinate a stroncare questa mala pianta che alligna alle alte quote. 

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Abusi e piste avvelenate, il declino dello sci  

Un weekend di controlli con unità cinofile antidroga è stato effettuato dal personale della Questura, del Centro Addestramento Alpino di Moena, della Polizia Stradale di Predazzo e dei Cinofili di Bologna. Purtroppo non ci sono solo le piste avvelenate da tenere sotto controllo. Tra i compiti degli agenti in primo piano è la prevenzione di abusi e condotte non corrette. 

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Pioggia sulle piste, colpa dell’anticiclone

In Italia le recenti festività hanno registrato il 32% in più di sciatori dello scorso anno e quasi dovunque c’è stato il tutto esaurito. Le avversità climatiche si sono tuttavia fatte sentire all’inizio dell’anno. Con l’aumento delle temperature si è aperto il caso delle piste killer. Soltanto in Austria 13 sono stati gli sciatori morti dall’inizio della stagione sciistica.

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Ma cos’è questa crisi? 

Molte stazioni sciistiche in Italia stanno aumentando drasticamente i prezzi dei biglietti per rimanere economicamente sostenibili e stanno anche considerando misure per tagliare i costi. Eppure in questo fine 2022 si è registrato un non previsto sold out delle località sciistiche. In Piemonte si sono previste per Capodanno percentuali di presenze, in montagna, tra il 70 e l’80%. E la Svizzera annuncia una “stagione con i fiocchi”.

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Skipass e scioline, le Dolomiti dei fondisti

Immerse negli inconfondibili paesaggi naturali delle Dolomiti, le piste per lo sci di fondo dei diversi comprensori a cavallo tra la parte più a Nord d’Italia e l’Austria, si sviluppano su una lunghezza totale di 1000 chilometri. In questi circuiti si accede ora con un unico skipass, il Dolomiti Nordicski.

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L’occasione sprecata del Covid

Secondo il dossier “Nevediversa” di Legambiente, in Italia sarebbero “150 i nuovi progetti o gli ampliamenti di caroselli sciistici che minacciano siti protetti da Rete Natura 2000 dell’Unione Europea; 234 gli impianti definitivamente dismessi, che potrebbero essere riusati o smantellati con i fondi del Pnrr; 135 le strutture temporaneamente chiuse e 149 quelle agonizzanti che sopravvivono solo grazie a forti iniezioni di denaro pubblico”. Lo sci risulta sempre meno sostenibile…

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Allegria! In futuro solo neve marcia

Uno dei possibili effetti legati all’emergenza climatica che comporta l’innalzamento delle temperature e l’intensificazione dei fenomeni meteo potrebbe riguardare la qualità della neve. Come si legge nel sito del quotidiano La Repubblica, l’Onu in questi giorni lancia l’allarme. “Fra soli quattordici anni”, si apprende, “ e per i successivi trent’anni, sciare a Cortina potrebbe essere impossibile. A impedirlo non sarà solo l’ipotetica assenza di neve, ma anche la presenza di neve bagnata che renderà complicato praticare sci e attività sportive in alta montagna”. 

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Se si fermano le funivie

Mentre il caro bollette induce i responsabili degli impianti di Panarotta, nel Trentino, a dichiarare già chiusa la stagione, le grandi aree sciistiche si preparano ad affrontare una stagione decisamente difficile.

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Corsa al risparmio con la funivia “intelligente”

Un sistema per il risparmio energetico degli impianti di risalita e un risparmioso gatto battipista a idrogeno sono le novità annunciate per la stagione dello sci che sta per iniziare. Davvero una rivoluzione green?

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Quelle estati all’Indren con i “formidable” ai piedi

Da Milano si arrivava in Val Sesia in macchina attraversando le risaie tra voli di aironi cinerini. Un balzo con la funivia, un trabiccolo che saliva da Alagna sorvolando balconi walser fioriti, e si era a tremila metri sul ghiacciaio, un po’ affannati per la quota, con gli sci ai piedi. Oggi al posto delle piste di sci si stende un’orrenda pietraia…

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Sciare, le statistiche che non vorremmo leggere

Nei comprensori sciistici del Trentino si verifica un quarto degli incidenti di sci in Italia e decine e decine sono gli incidenti non mortali ogni fine settimana. Il dibattito sulla sicurezza in pista è più che mai d’attualità. Il  trend è in costante crescita…

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Settimana bianca, messaggi positivi

A causa della pandemia Covid l’economia della montagna italiana ha perso nel solo 2020 circa il 70% della ricchezza prodotta nel 2019 (fonte Confcommercio). Ma adesso dagli operatori che agiscono sul territorio, e che meglio di tutti hanno “il polso della situazione”, arriva un messaggio chiaro nel breve periodo: le aspettative per il proseguimento della stagione invernale sembrano buone. Con una sola incognita: la corsa dell’inflazione, trainata dal caro energia.

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Teneri alcolisti scendono in pista

Durante le festività i controlli ai no vax sugli impianti si sono fatti a tappeto. Lo stesso trattamento è stato riservato agli sciatori sorpresi in stato di ebbrezza molti dei quali, nati tra il 1995 e il 2010, da considerare “zoomer” o “post millennial”.

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La pista italo-svizzera per “uomini jet”

Dalla Gobba di Rollin (Zermatt), che svetta a 3899 metri, a Cime Bianche Laghi (Cervinia) quattro chilometri di pista riservata agli “uomini jet” dello sci (definizione che non tiene conto dei generi) collegheranno la Svizzera all’Italia. Vi si disputerà la prima gara transfrontaliera della storia dello sci alpino.

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Starpass, Winterpass o Dynamic pricing?

Skiarea Campiglio Dolomiti di Brenta lancia “Starpass”, la tessera “pay per use” (paghi quanto scii). Gli impianti della Vialattea nelle Alpi Occidentali lanciano invece la tessera a consumo “Winterpass”…

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Le prime sciate non si scordano mai (quasi mai…)

Dai sei anni agli ottant’anni, sorridenti nel freddo pungente, molti partiti da casa nel buio della notte a centinaia di chilometri di distanza, tutti con un’unica meta: arrivare al cospetto di sua maestà il Cervino. Per fare la prima sciata della stagione invernale, la prima dove skipas fa rima con Green Pass. La prima di un anno zero dove tutto ricomincia…

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Sci, la nuova stagione / Guerra all’alcol sulle piste

In Valle d’Aosta, a Cervinia, gli impianti aprono già il 16 ottobre. In tema di sicurezza un’importante novità è alle porte ed è giusto che se ne parli. Il 1° gennaio 2022 entra in vigore il Decreto legislativo numero 40 del 28 febbraio 2021 che introduce, tra le novità in materia di sicurezza nelle discipline sportive invernali, il divieto di sciare sotto effetto di alcol o sostanze stupefacenti. 

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Letture. L’amaro destino di Leo, ragazzo prodigio

Tre processi, due civili e uno penale, non furono sufficienti ad accertare cause e responsabilità. La morte per un incidente sulle piste di Leonardo David, promessa dello sci negli anni settanta, rimane ancora un enigma che sconvolse la celeberrima “valanga azzurra” e la comunità di Gressoney dove Leo nacque e divenne un campione ereditando dal padre David la passione che se lo sarebbe portato via. A rimettere ordine nella sua breve vita e a indagare sulla tragedia che riempì le cronache di quegli anni di piombo è Riccardo Crovetti nel libro “Leonardo David. La leggenda del ragazzino campione” (Mursia, 198 pagine, 16 euro).

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Favorite le ricche Dolomiti. Il Piemonte si ribella

Venti di guerra soffiano sulle Alpi. Motivo del dissidio che contrappone Piemonte e Dolomiti è il Decreto sostegni. Si sapeva che la coperta sarebbe stata corta. Ma ora tra le pieghe del maxi decreto, che prevede 700 milioni per le montagne in buona parte a fondo perduto, spunta la corsia preferenziale per le Dolomiti nei rimborsi decisi dal Governo. Un modo, a quanto denuncia il quotidiano La Stampa del 24 marzo, per “riempire le tasche delle già ricche Dolomiti e impoverire lo sci piemontese”.

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Sciare in Svizzera, le due verità

“In Italia il settore del turismo bianco sta subendo una grande crisi economica. In Svizzera, invece, gli impianti sono aperti e i contagi calano”. Che cosa c’è di vero in questa affermazione? Ed è giustificato quanto ha sostenuto il consigliere del Ministro della Salute Walter Ricciardi durante la trasmissione “Che tempo che fa”? “La catena dei contagi è stata ricostruita”, disse Ricciardi, “gli inglesi sono andati a sciare in Svizzera, dove hanno tenuto aperti gli impianti sciistici e una maestra è tornata a scuola e ha infettato tutti i suoi allievi. Da lì poi la variante inglese si è sparsa nel resto d’Europa”.

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Quelle settimane più rosse che bianche

Pioggia di miliardi annuncia, sul fragile mondo delle settimane bianche, il neo ministro del turismo Garavaglia, già assessore regionale in Lombardia nella giunta Maroni. E spiega che “la montagna è stata dimenticata”…

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Lo sci non è tutto. Anche i nostri nonni lo capirono

Un articolo di Raimondo Collino Pansa, scrittore arguto e brillante, fondatore dello Sci Club di Cuneo, apparso nel 1931 sullo Scarpone, alzò un imbarazzante (per l’epoca) velo su quelle nevi in cui da poco si sciava in massa e si faceva baldoria. Sollevando riserve sulla nascente monocoltura dello sci di cui oggi tanto si discute.

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Pagine di storia. Orrore, lo sci invade il Breuil

Contro la “valorizzazione” delle montagne mediante teleferiche e nuove strade si batté in piena era fascista il fascistissimo presidente del Cai Angelo Manaresi. Aveva appena saputo, scandalizzandosi, che la conca del Breuil sarebbe stato possibile raggiungerla in auto. Non fu il solo a battersi per la difesa della fragile natura alpina…

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Scusi, vuol pellare con me?

Il termine “pellare” è in voga tra chi oggi pratica lo sci alpinismo con le inevitabili “pelli di foca” (sintetiche!) applicate alle solette dello sci. Riepiloghiamo in una breve rassegna altri termini “outdoor” con particolare riferimento al lessico dello sci usato nel… tardo medioevo degli sport bianchi e oggi dai più dimenticato.

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“Dislivelli”, lo sci e il grido di dolore stonato

“Sono molti anni che Dislivelli, senza acredine e senza pregiudizio”, scrive Enrico Camanni nell’editoriale della rivista, “mette in dubbio le scelte unilaterali dell’industria dello sci di massa, sostenuta da ingenti finanziamenti pubblici (cioè dai soldi di quei pochi cittadini che sciano e di quei tanti che non sciano affatto), che come tutte le industrie dai piedi pesanti non è in grado di adattarsi ai cambiamenti (climatici, economici, estetici), ma cerca con insistenza, talvolta con violenza, di adattare il mondo alle sue esigenze di sviluppo illimitato”.

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