No all’autostrada / La protesta è scolpita nelle panchine

Scolpite nel legno di larice, figurano anche frasi come “Questa è la tua casa, prenditene cura”, “Siedi, inspira, vivi la natura”, “Lasciati trasportare dall’incanto del paesaggio”, “Respira la natura, guarda la bellezza”.

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Le “vere” panchine di montagna

Salvo errori la Valle d’Aosta è refrattaria alle vituperate panchine giganti. Tanto di cappello. Non se ne trovano, perlomeno, durante le scorribande pedestri in Val d’Ayas dove basta avere occhi buoni e all’occorrenza un binocolo per ammirare le pittoresche distese di ghiaccio alla testata della valle. Agli escursionisti in compenso vengono riservate poche e degradate panchine…

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La distorsione disneyana del paesaggio

da tempo segue con un occhio critico l’evoluzione delle alte quote delle Alpi. E scrive: “Con gli anni la qualità estetica dei territori montani ha subito una rapida e vistosa erosione. Le cause non sono imputabili esclusivamente al dilagante abbandono, ma anche e soprattutto all’innesto di elementi insensibili agli equilibri paesaggistici.”

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Megapanchina inutile e dannosa. Salgono le proteste

“Il posizionamento della Big Bench n. 182 nei prati del PLIS (Parco locale di interesse sovracomunale, ndr) di Triangia”, si legge in una petizione, “ha generato nell’arco di soli sei mesi non pochi problemi ai residenti delle frazioni del comune di Sondrio. In particolare a coloro che vivono nei pressi della panchina e lavorano il territorio da anni mantenedolo pulito e ordinato”.

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Le “panchine da meditazione” dell’allegra Engadina

Può capitare ai viandanti dell’Engadina di sostare su una panchina che reca scolpito sullo schienale il nome del donatore. Un segno di amicizia e condivisione: il turismo engadinese è fatto anche di queste attrattive in stile alpino.

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