Alpeggi / Il rumore scomparso dei “sonagli”

Alle campane di bronzo che si mettono al collo delle bovine dedica nel mensile “Lepontica” di febbraio questo appassionato ricordo lo scrittore ossolano Paolo Crosa Lenz: un bellissimo racconto che riproduciamo per gentile concessione dell’autore.

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Arte in montagna / Dipingere l’inverno

Non è facile dipingere l’inverno. Almeno gli inverni di una volta. Tutto era bianco e la neve rendeva uniforme il paesaggio. Oggi non è più così e la varietà dei colori della natura rende l’inverno una buona stagione anche per i pittori.

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Alpe Veglia, non uccidete un sogno!

“Ogni tanto”, scrve Paolo Crosa Lenz in ‘Lepontica’, “qualche politico locale propone idee strampalate di accesso all’alpe Veglia con tunnel o funivie. Accesso estivo e invernale. Come uccidere un sogno. Credo con fiducia che questo non avverrà mai. Credo nel rispetto del riposo invernale dell’alpe Veglia. Un riposo di cui tutti abbiamo bisogno”.

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I cammini diventati ossessione

Al festival Letteraltura in tre giorni sono stati presentati due libri che parlano di Santiago. Per alcuni è un’ossessione, tanto da averlo per­corso più volte e da tutte le parti. Un cammino è anche economia sostenibile: molti piccoli paesi remoti vivono di esso. Un cammi­no è anche una moda…

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Bici elettriche e montagna addomesticata

“Pensieri corsari: la bicicletta elettrica e la montagna” è il titolo di queste riflessioni dello scrittore ossolano Paolo Crosa Lenz tratte dal periodico “Lepontica” da lui stesso mensilmente redatto. L’invito che emerge è di non addomesticare troppo la montagna.

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Poesie / La leggenda di “Poca Roba” 

Remigio Biancossi (1917 – 2003), il “vecchio prete di montagna” di Valle Antrona e Bognanco scrisse una trentina di libri di poesie e prose nei  quali racconta le bellezze della natura alpina e un mondo rurale capace di ridere di se stesso. Paolo Crosa Lenz offre questa poesia di Biancossi nel suo quaderno ossolano denominato “Lepontica”.

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Prospettive / La regione alpina di domani

Il 5 maggio 1952 la geologa Edith Ebers invitò i rappresentanti dei Paesi alpini nella città bavare­se di Rottach-Egern per elaborare insieme una serie di linee guida internazionali a tutela delle Alpi. In quegli anni, finita la ricostruzio­ne postbellica e agli inizi del boom economico, si parlava di deviare i fiumi o costruire un faro sul Cervi­no, funivie dappertutto e alberghi rotondi sulle vette. Erano progetti che circolavano in Francia e in Ita­lia. Un modo per “addomesticare” le montagne. Chi non conosce la storia, ci ricasca anche oggi…

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Letture / Gli “alpi dei disperati”

A Premosello, proprio dove inizia la strada per Colloro, una scultura di granito raffigura un alpigiano con la sua capra: il volto è rivolto in alto, verso quella montagna che si perde nel cielo, fonte di fatica ma anche di vita. I colloresi furono gli ultimi pastori a inalpare l’alta Val Grande (in Val Gabbio, in Valrossa, in Portajola e in Serena), resistendo lassù anche quando i malisch (i pastori vigezzini di Malesco) e i truntàn (quelli ossolani di Trontano) se ne erano già andati.

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Letture / Ossola da scoprire in “Lepontica” di aprile 

La lettura di “Lepontica”, il mensile in pdf messo gratuitamente a disposizione da Paolo Crosa Lenz, offre nel mese di aprile 2022 sette brevi saggi che come sempre riguardano la cultura contadine nelle valli ossolane di cui Crosa Lenz è attento studioso. Gli argomenti variano dai fantastici terrazzamenti delle valli agli “sgerbi”, ovvero terreni incolti in terre abbandonate a se stesse, all’incantevole quadro “L’aratura a Miazzina” di Achille Tominetti (1848-1917) qui sopra riprodotto.

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Natura / Elogio della betulla

La betulla è un albero che cono­scono tutti, anche i bambini delle ele­mentari. È l’unico albero che ha la cor­teccia bianca, non la puoi confondere in nessuna stagione. Lo scrittore Paolo Crosa Lenz racconta di avere sempre amato la betulla, perché è un albero “povero”, quello che fa il “la­voro sporco”. Quando un pascolo o un prato in montagna vengono abbando­nati, quando su un versante è passato il fuoco, quando in un vallone è scesa una frana o una valanga. Il primo albe­ro che cresce è la betulla. 

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Vita in montagna / Il mercante dei capelli

L’anno scorso è uscito un libro interessante sui montanari delle valli del basso Piemonte. L’ha scritto Franco Faggiani (Gente di montagna, Mulatero, 2021). Non parla di alpinisti o esploratori, guerrieri o scienziati, ma racconta 35 “storie” di gente comune, storie di lavoro e spesso di sogni infranti. Una di queste è quella di Giovanni Barbero (“Le mani nei capelli”) che nella vita commerciò di tutto: comprava acciughe a Marsiglia, valicava le Alpi e le vendeva nelle città del nord Italia. Soprattutto girava la Val Maira comprando capelli per rivenderli per parrucche signorili.

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Vita in montagna / Il canto gorgheggiato delle pastore

Arsunà era il canto gorgheggia­to che le pastore sulle montagne usavano per comunicare da un alpeg­gio all’altro. Un suono per rompere la solitudine del lavoro in montagna, per chiamare il bestiame, per chiedere aiuto. A Or­navasso si diceva faa yuglo, in Ossola anche yu fi fi. Vocali e consonanti ac­costate senza un significato: la voce profonda e misteriosa della monta­gna…

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Fronte freddo / Si annunciano i giorni della merla

Nella tradizione popolare del mondo contadino i ”giorni della merla” sono gli ultimi tre di gennaio. Dovrebbero essere i giorni più freddi dell’anno, le giornate impercettibil­mente si allungano e l’inverno è alle spalle; arriva il carnevale. Ne parla Paolo Crosa Lenz nel fascicolo 15 di “Lepontica”.

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Le montagne dell’Almanacco Storico Ossolano

Come sempre, il 1° dicembre, la posta elettronica ha recapitato il nuovo fascicolo in pdf del mensile “Lepontica” al quale da un anno in qua dà vita Paolo Crosa Lenz (per info e suggerimenti: crosalenz@libero.it). Questa volta, con il permesso dell’autore, MountCity ripropone il suo scritto “Il canalone delle donne all’Alpe Veglia” estratto dall’Almanacco Storico Ossolano 2022, la tradizionale pubblicazione di fine anno edita dal libraio Grossi di Domodossola.

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La benedizione del “signore dell’autunno”

Il larice è il “signore dell’autunno” sui monti dell’Ossola e il suo tempo è arrivato. Tra la fine di ottobre e i primi di novembre, gli aghi dell’albero diventano prima rossi e poi gialli finché cadono dispersi dal vento. “Ho amici”, racconta Paolo Crosa Lenz, “che portavano ogni anno i figli piccoli a ricevere la ‘benedizione del larice’: salivano a Devero o Veglia, sedevano i bambini sotto un giovane larice e ne scuotevano il tronco flessibile; i piccoli ridevano felici sotto quella pioggia di aghi gialli e morbidi”. 

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Alpinismo ossolano / “Rück n Roll” sul Mittelrück

È forse l’itinerario alpinistico su roccia più difficile mai tracciato sulle Alpi Pennine e Lepontine quello percorso dall’ossolano Fabrizio Manoni e dagli alpinisti varesini Luca Moroni e Tommaso Lamantia lo scorso 31 agosto. La via (“Rück n Roll”, 500 m, 12 tiri di corda, ED+) percorre lo “scudo” del Mittelrück o Pizzo Loranco (3363 m) in Valle Antrona. 

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Elogio della capra, la mucca dei poveri

“Nella piazza centrale di Druogno in Val Vigezzo lo splendido monumento alla pastora (un donna piegata sotto il peso di una gerla che accarezza una capra) dice tutto sull’antropologia sociale delle donne di montagna. “La capra”, racconta in “Lepontica” Paolo Crosa Lenz, “era la mucca dei poveri, la falce che va a mietere da sola; le donne erano l’anello forte del mondo contadino, le donne non camminavano ritte ma piegate sotto il peso di una gerla”.

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Appunti ossolani / I soggiorni montani dello storico Del Boca

Ad Angelo Del Boca, lo storico che fu il pioniere degli studi sul colonialismo italiano, morto in luglio a 96 anni, grande amico della montagna ossolana, dedica questo ricordo Paolo Crosa Lenz nel fascicolo Lepontica di settembre. Del Boca denunciò l’uso delle armi chimiche sulla popolazione civile in Etiopia nel 1935. Erano prodotte in Val d’Ossola, alla Rumianca di Pieve Vergonte.

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Ricerche / Quei navigatori “naufragati” sulle Alpi

Dal Goms (“altissimo” Vallese) un piccolo popolo, nel XIII-XIV secolo, andò a colonizzare le alte valli dell’Europa Alpina. Bontà delle migrazioni. Il Goms fu un “laboratorio di civiltà” dove, gli uomini, per la prima volta nella storia, impararono a vivere tutto l’anno sopra i mille metri di quota. Fu un’impresa epica mai tentata da altri, un mestiere imparato per prova ed errore…

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Alla ricerca della (rara) farfalla dei ghiacciai

La farfalla più rara d’Europa si trova sui monti della Val d’Ossola. Dif­ficilissimo vederla, ma esiste. È una specie unica al mondo e si è spe­cializzata in migliaia di anni a vivere sulle alte montagne. Si chiama Erebia christi: è la “farfalla dei ghiacciai”.

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L’invisibile migrazione dei cervi

In maggio, per lo più di notte, i cervi percorrono i sentieri degli alti villaggi alpini per portarsi a Veglia e a Devero. Una migrazione invisibile e nascosta, come quella di alcuni uomini. Lo racconta Paolo Crosa Lenz nei suoi appassionanti diari.

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Maggio, la montagna si tinge di giallo

Puntuale, il 1° maggio, la posta elettronica ha recapitato agli amici il nuovo fascicolo in pdf del mensile “Lepontica” al quale da otto mesi in qua dà vita Paolo Crosa Lenz con l’assistenza di Alberto Corsi per la parte grafica (per info e suggerimenti: crosalenz@libero.it). Sette sono i brevi scritti che hanno come sfondo le montagne dell’Ossola. MountCity ha scelto di pubblicare, per concessione dell’autore, questo saggio intitolato “Quando la montagna si tinge di giallo”: un’istruttiva panoramica sulle fioriture di maggio dopo le ultime nevicate a bassa quota. Buona lettura.

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