Letture / Elogio del Cistella, montagna stregata

Con un elogio del Cistella che svetta sull’Ossola si apre in giugno il piccolo, prezioso “Lepontica” in cui lo scrittore ossolano Paolo Crosa Lenz raccoglie mensilmente i suoi scritti: memorie di tempi passati, appunti di una civiltà montanara sempre fertile di idee e di spunti, piccole e grandi meraviglie di una natura poco o per niente violata dal turismo più invasivo.

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Civiltà contadina / Le meraviglie del castagno

Albero paziente, richiede pazienza dagli uomini. Lo tagli, devi spaccarlo in verticale, lasciarlo almeno un inverno sotto l’acqua che toglie il tannino (altrimenti nel camino diventa nero, puzza, non brucia e non scalda), poi lo tieni all’asciutto per un anno o due…

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Natura / Elogio della betulla

La betulla è un albero che cono­scono tutti, anche i bambini delle ele­mentari. È l’unico albero che ha la cor­teccia bianca, non la puoi confondere in nessuna stagione. Lo scrittore Paolo Crosa Lenz racconta di avere sempre amato la betulla, perché è un albero “povero”, quello che fa il “la­voro sporco”. Quando un pascolo o un prato in montagna vengono abbando­nati, quando su un versante è passato il fuoco, quando in un vallone è scesa una frana o una valanga. Il primo albe­ro che cresce è la betulla. 

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Vita in montagna / Il mercante dei capelli

L’anno scorso è uscito un libro interessante sui montanari delle valli del basso Piemonte. L’ha scritto Franco Faggiani (Gente di montagna, Mulatero, 2021). Non parla di alpinisti o esploratori, guerrieri o scienziati, ma racconta 35 “storie” di gente comune, storie di lavoro e spesso di sogni infranti. Una di queste è quella di Giovanni Barbero (“Le mani nei capelli”) che nella vita commerciò di tutto: comprava acciughe a Marsiglia, valicava le Alpi e le vendeva nelle città del nord Italia. Soprattutto girava la Val Maira comprando capelli per rivenderli per parrucche signorili.

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Vita in montagna / Il canto gorgheggiato delle pastore

Arsunà era il canto gorgheggia­to che le pastore sulle montagne usavano per comunicare da un alpeg­gio all’altro. Un suono per rompere la solitudine del lavoro in montagna, per chiamare il bestiame, per chiedere aiuto. A Or­navasso si diceva faa yuglo, in Ossola anche yu fi fi. Vocali e consonanti ac­costate senza un significato: la voce profonda e misteriosa della monta­gna…

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Elogio della capra, la mucca dei poveri

“Nella piazza centrale di Druogno in Val Vigezzo lo splendido monumento alla pastora (un donna piegata sotto il peso di una gerla che accarezza una capra) dice tutto sull’antropologia sociale delle donne di montagna. “La capra”, racconta in “Lepontica” Paolo Crosa Lenz, “era la mucca dei poveri, la falce che va a mietere da sola; le donne erano l’anello forte del mondo contadino, le donne non camminavano ritte ma piegate sotto il peso di una gerla”.

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Vita da stambecco / Qualcuno vuole riaprire la caccia

Decenni di monitoraggi in Veglia e Devero hanno fornito dati che indicano una sostanziale stabilità della popolazione di camoscio ed una crescita strabiliante di quella di stambecco (in quarant’anni da pochi individui ai 250 capi di oggi). All’alpe Devero la situazione si è stabilizzata da alcuni anni e dal 2017 si assiste a un lieve calo, ma sembra che oramai si sia stabilizzata la crescita in tutto il parco. La condizione di tutela assoluta ha permesso un sicuro e stabile ripopolamento dello stambecco sulle Alpi. Tanto che i cacciatori, in un recente convegno a Macugnaga, ne chiedono la riapertura della caccia. Mah!

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L’Ossola e le sue “bestiacce”

Nuova lezione di storia dello scrittore e giornalista Paolo Crosa Lenz. Questa volta dopo essersi occupato, nelle precedenti puntate, dei riti di speranza che permeano la storia del contadino in montagna, di storiche calamità, di importanti libri dedicati alla “sua” Ossola e dei “trafurett” che con grandi sacrifici realizzarono il tunnel ferroviario del Sempione, Crosa Lenz propone ai lettori di MountCity il ritorno degli animali selvatici nelle valli dell’Ossola. Orsi, lupi, linci sono animali che non c’erano più e sono tornati.

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Lo sguardo critico dei “nuovi alpinisti”

“Oggi, sempre più, gruppi informali e svincolati dalle associazioni alpinistiche, frequentano le montagne tutti i giorni della settimana e tutte le stagioni dell’anno”, scrive Paolo Crosa Lenz nel saggio che per sua gentile concessione pubblichiamo. E aggiunge: “Questi nuovi alpinisti non vanno in giro con gli occhi bendati”.

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Letture. La “perla del Rosa” raccontata da Crosa Lenz

Nel libro “Macugnaga nel Novecento” edito da “Il Rosa” si dipana la storia della celebre località alpina con immagini inedite in bianco e nero offerte alla pubblicazione dalle famiglie di Macugnaga che coralmente hanno partecipato all’impresa.

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Crosa Lenz e i nuovi montanari

“Sono fermamente convinto che il futuro dei nuovi montanari (non tanto chi da fuori sceglie di vivere sulle Alpi, ma i nostri figli) è fatto di tre cose: natura tutelata e conservata, turismo sostenibile (sentieri e rifugi moderni) e prodotti tipici (agricoltura e allevamento di nicchia)”. Questo si legge nella relazione di fine mandato di Paolo Crosa Lenz, per quattro anni alla presidenza dei parchi naturali dell’Ossola.

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Formazza da (ri)conquistare

La Val Formazza sale alla ribalta della rassegna “Fabbrica di carta” al Centro culturale La Fabbrica di Villadossola dove viene tenuto a battesimo sabato 30 aprile 2016 alle 21.15 il nuovo libro di Paolo Crosa Lenz e Giulio Frangioni “Val Formazza – Pomatt” (Grossi editore, 196 pagine, 14.90 euro).

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