Prospettive / Alpinismo, montagnaterapia e disagio sociale

“È così che intendo la pedagogia della montagna”, osserva Beppe Guzzeloni. “Una risorsa verso un viaggio verticale che investe l’etica dell’andare in montagna come scelta personale e come proposta educativa
per una nuova dimensione sociale dell’aver cura e del prendersi cura”.

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Pedagogia della montagna tra realtà e utopia

Beppe Guzzeloni conclude qui la sua riflessione sulla pedagogia della montagna. “Pensieri e parole buttate lì”, spiega, “su uno schermo del computer. Con uno sforzo che si augura di essere poetico e utopico e che mi ha fatto sognare e immaginare una trasformazione. Ne avevo bisogno. Pensieri che restano in me come opportunità di provare a inoltrarmi in nuovi sentieri di senso che attivino scelte e comportamenti che trasgrediscano l’ovvio e del ‘si fa sempre così’. Utopia? Certo”. Si ferma qui l’amico Beppe, istruttore di alpinismo ed educatore, con i versi di Solinas, con una piccola modifica: ‘A te si giunge solo attraverso di te: aspettami, montagna!’ 

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La pedagogia della montagna tra bellezza e fragilità

L’esperienza di questi anni ha visto la montagnaterapia in cerca di riconoscimento e visibilità da parte di operatori, pazienti e volontari, ma soprattutto da parte delle istituzioni sociali e sanitarie. L’articolo che pubblichiamo di Beppe Guzzeloni, istruttore di alpinismo del CAI ed esperto della materia, è tratto dal periodico “Lo Zaino” numero 16, espressione delle Scuole di alpinismo del Club Alpino Italiano. Lo scritto rappresenta un meditato invito perché questa disciplina possa spingersi oltre “forzando i confini della propria visibilità sociale” com auspica l’autore. 

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Montagnaterapia, il ruolo delle Scuole del Cai

Una riflessione sulla montagnaterapia allo scopo di fare chiarezza su alcuni punti è stata presentata dall’Istruttore di alpinismo del CAI Beppe Guzzeloni al convegno dei direttori delle Scuole di alpinismo lombardo che si è tenuto a Nembro il 16 ottobre2021. Pubblichiamo il testo integrale per gentile concessione dell’autore.

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Viaggi verticali. Arrampicare è un po’ partire

“Esistono molti modi per fuggire dal mondo pur restando nel mondo, pur essendo del mondo”, scrive Beppe Guzzeloni, Istruttore di alpinismo, in queste sue riflessioni. “Staccare il corpo da terra è un modo per fuggire dal nostro mondo. Arrampicare è uno dei suoi verbi. Il suo linguaggio. Arrampicare significa voler intraprendere un viaggio e per questo serve un motivo”.

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Letture. “Lo Zaino” per una pedagogia della montagna

Di pedagogia della montagna si occupa ancora una volta nel fascicolo numero 14 (primavera 2021) de “Lo Zaino”, periodico delle Scuole lombarde di alpinismo del Club Alpino Italiano, l’istruttore di alpinismo Beppe Guzzeloni, tra i primi in Italia a dedicarsi all’accompagnamento terapeutico in montagna ovvero alla Montagnaterapia. Guzzeloni interviene sull’argomento offrendo nuovi contributi, a cominciare da una rilettura di una poesia di Emily Bronte – all’inizio dell’articolo ne riporta alcuni versi – in cui ritiene di aver colto, come d’incanto, il significato, sempre cercato, del termine Montagnatearapia…

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L’alpinismo e i valori del volontariato e della solidarietà

Beppe Guzzeloni, Istruttore di alpinismo, affronta diversi temi lungo un percorso che si riallaccia all’infanzia in una casa di ringhiera milanese e con la montagna che già fa capolino e all’incontro con un missionario che gli fece apprezzare il senso di comunità. In seguito l’ingresso nella scuola di alpinismo Alpiteam lo portò a comunicare la sua passione per la montagna a persone con particolari fragilità, a mettere in pratica un’attività didattica in grado di diventare strumento di pensiero oltre che di azione…

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Montagne in poesia. Montagnaterapia ovunque tu sia

Tra i più convinti sostenitori della montagnaterapia sulla base delle sue esperienze di istruttore d’alpinismo, Beppe Guzzeloni mette a frutto la sua vena poetica per definire, nel componimento che segue, dove, quando e a quali condizioni è possibile e in qualche modo inevitabile trarre giovamento dall’ambiente alpino ritrovando salute, equilibrio e serenità. A patto ovviamente, raccomanda Beppe, che la montagna venga rispettata e amata.

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Argomenti. Poetica assurdità dell’alpinismo?

Su alcuni dei temi trattati un recente saggio del professor Andrea Bocchiola, alpinista, accademico del CAI, interviene Beppe Guzzeloni, istruttore di alpinismo e socio della Società Escursionisti Milanesi.

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Viaggio verticale, e se fosse la fuga dal mondo?

Arrampicare è muoversi in libertà all’interno di un viaggio in cui le mani hanno trovato la via e i piedi la seguono…

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Nuovi sentieri e ruolo dell’istruttore

Educare nel tempo delle problematicità non significa aumentare il senso di sicurezza, bensì far emergere a livello cosciente le resistenze che si oppongono al cambiare direzione nei confronti della montagna e di come viverla alla luce della sostenibilità e della sua salvaguardia; a decidere se veramente si vuole affrontare il difficile compito di incamminarci su sentieri nuovi che l’esperienza dell’emergenza sanitaria ci sta obbligando a percorrere. 

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Alpine distancing. Per quanto ancora?

Anche la vita di Beppe Guzzeloni, operatore sociale e istruttore di alpinismo, in breve tempo si è trovata catapultata all’interno di uno spazio vuoto a causa delle misure di contenimento e di distanziamento sociale. “Sono entrato in un deserto”, scrive, “e devo attraversarlo”.

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L’addio a Gabriele Bianchi degli amici di Alpiteam

Da Beppe Guzzeloni, istruttore in Lombardia della Scuola d’alpinismo Alpiteam, riceviamo e volentieri pubblichiamo questo ricordo di Gabriele Bianchi scomparso a 70 anni il 23 gennaio 2020 a Bovisio Masciago (Milano).

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