Salvaterra, uomo della montagna inclusiva
A un mese dalla morte del grande alpinista Ermanno Salvaterra, avvenuta il 18 agosto scalando il Campanile Alto nelle Dolomiti di Brenta, Fatti di Montagna vuole ricordarlo con le parole che Salvaterra stesso aveva accettato di scrivere per il libro “Soccorsi in montagna” di Roberto e Matteo Serafin.
Gentile e generoso, poche settimane prima di morire, Ermanno era stato fra i protagonisti della nona edizione di Brenta Open, la rassegna per promuovere una montagna accessibile alle persone con disabilità coinvolgendo anche i giovani del Liceo della Montagna di Tione. Una testimonianza dell’umanità che ha segnato l’alpinismo di Salvaterra, uomo dei record ma anche della montagna inclusiva.
Il blog “Altitudini” lo ricorda anche quale grande amico degli animali pubblicando il resoconto di un suoi salvataggio un gregge di pecore finito sugli strapiombi. La sua casa nel bosco tra i monti di Pinzolo era frequentata nottetempo da cervi, caprioli, camosci.
Una volta al suo rifugio “Dodici apostoli” Savaterra venne fotografato teneramente abbracciato al suo bellissimo gatto angora . Una foto particolarmente riuscita a cui teneva molto e che qui pubblichiamo.