Marionette e monti sorgenti / La Milano del Manzoni
A 150 anni dalla morte (22 maggio 1873) di Alessandro Manzoni (1785-1873), dopo aver visitato i luoghi frequentati dallo scrittore negli anni dell’infanzia e della giovinezza, MountCity ha ripercorso con il contributo del sito Vie Storiche gli itinerari delle escursioni con le quali “don Lisander” metteva alla prova il suo fisico da…alpinista. Sempre grazie al sito Vie Storiche è stata anche messa a fuoco la descrizione dei luoghi in cui si svolge la storia di Renzo e Lucia, dove si ritiene che Manzoni abbia tratto ispirazione per il romanzo. Concludiamo questo omaggio a don Lisander rievocando una gande pagina di teatro a Milano, la rappresentazione dei “Promessi Sposi” con le marionette dei Fratelli Colla sul palcoscenico del Gerolamo in piazza Beccaria, così come la ricorda chi ha avuto la fortuna di assistervi in giovane età.
L’avere assistito al sorgere dei monti dalle acque in piazza Beccaria, in pieno centro a Milano, non è stata cosa di tutti i giorni. Fu emozionante e indimenticabile quella scena dei “Promessi Sposi” recitata dalle marionette per i pargoli del dopoguerra. E lo fu anche assistere al teatro Gerolamo nella città semidistrutta dalle bombe all’incontro marionettizzato del pavido don Abbondio con i famosi “bravi” (in apertura nella foto). E poi rabbrividire davanti al saccheggio al forno delle Grucce e alla calata dei Lanzichenecchi. E veder trascinare dai monatti più morti che vivi quei poveri diavoli del Lazzaretto che “un sozzo bubbone di un livido paonazzo” come si legge nel celebre romanzo avrebbe in breve condotto alla fine.
Insomma le pagine dei “Promessi sposi” di manzoniana memoria furono quella volta sfogliate da più di 200 attori di legno che aggiunsero alla fiaba una sapiente spennellata di realtà. Più realtà che fiaba per noi ragazzi che non ci saremmo mai più liberati di quelle immagini appese ai fili apparse al proscenio ogni volta che si apriva il sipario. Erano le famose marionette di Carlo Colla e Figli quelle che ballonzolavano in modo buffo con gli occhioni lampeggianti e le faccette che ciondolavano appese ai fili. Il tutto avveniva al teatro Gerolamo di Milano, la meravigliosa bomboniera di piazza Beccaria. In quel teatro, chi scrive ebbe anche la fortuna di godersi (una volta diventato grande) certe irresistibili pagine di teatro dialettale con Pippo Starnazza, attore e batterista. E anche capitò di assistere da un palco del teatro al debutto, nel musical “Milanin Milanon”, di uno stralunato Enzo Jannacci accanto alla regina dei cabaret Milly. E di godere i vocalizzi di una divina del jazz come Billie Holyday accompagnata dalla chitarra dell’indimenticabile Franco Cerri.
In quella nuova edizione marionettistica dei “Promessi Sposi” a cura di Eugenio Monti Colla erano inserite pagine tratte dall’omonima opera di Amilcare Ponchielli, che in verità aveva tradito senza mezze misure la trama del romanzo manzoniano eliminando episodi e personaggi salienti. Ne era nato uno spettacolo tipicamente popolare, che alternava parti mimate a parti cantate e recitate così come imponeva la tradizione ottocentesca del melodramma per marionette. Una meraviglia per noi piccoli spettatori.
Fu in ogni modo nel 1906 che la Compagnia dei Colla approdò al Gerolamo, prestigiosa sede costruita apposta per le marionette. Al Gerolamo la Compagnia poi ritornò assumendo anche la gestione della sala. Costretti a lasciare la sede di quell’elegante teatrino minacciato dalle ristrutturazioni urbanistiche nel 1957, i Colla restarono inattivi per alcuni anni. E il Gerolamo nonostante le ripetute petizioni per la riapertura chiuse malauguratamente i battenti.
I “Promessi Sposi” con le marionette erano stati in realtà proposti per la prima volta a Roma, al Teatro Vittoria, dalla Compagnia Carlo Colla & Figli che aveva alle spalle quasi tre secoli di attività e che, nel 2011, venne inserita nel Registro delle Eredità Immateriali della Regione Lombardia. Noi spettattori in erba si restava a bocca aperta fin dalla prima scena dove i “bravi” “intimavano che “questo matrimonio non s’ha da fare né oggi né mai”, fino all’ultima scena nel Lazzaretto in cui Fra Cristoforo dirà a Renzo e Lucia di tornare “con sicurezza e con pace ai pensieri d’una volta”. Dalla piccola platea si intuivano i cambi di scena grazie ai rumori provenienti dal retro del proscenio. Per la prima volta noi pargoli milanesi ci trovammo al cospetto del Resegone accuratamente dipinto che svettava sullo sfondo insieme con quella fila ininterrotta di monti sorgenti dalle acque che ci sarebbero diventati familiari.
Le vie di Renzo e Lucia passavano dunque da piazza Beccaria, sfioravano il Duomo. Stupiva la cura di ogni minimo particolare nella ricostruzione del romanzo. Si restava increduli davanti “alla gamba spenzolata al di fuori del muricciolo” del “bravo” che attendeva al varco don Abbondio, ai dettagli della livrea di Don Rodrigo e alle sue invettive contro quel “bifolco incappucciato” di Fra’ Cristoforo che si prendeva cura degli sposi promessi, ai polli tenuti per il collo dall’esagitato Renzo, al cappone che beccava il mangime in casa di Agnese o al galoppo di cavalli che portavano in sella i Lanzichenecchi. Tutto come aveva puntualmente raccontato “don Lisander”, ma con quel tocco di magia in più che le marionette avevano saputo creare aggiungendo sortilegio a sortilegio. (Ser)
Complimenti per la bellissima rievocazione dei Promessi Sposi fatta allo storico Teatro Gerolamo dai fratelli Colla. L’incanto di quel teatro sui bambini era irripetibile e ringrazio Roberto per avermi riportato alla mia prima giovinezza.
Bravo Roberto, bella storia e un bel ricordo della Piccola Scala che fortunatamente ha riaperto nel 2017 dopo accurati restauri. Questo anniversario poteva essere una occasione buona per ripresentare i Promessi Sposi al Gerolamo. Peccato, ci toccherà aspettare altri cinquant’anni!