Quelli e quelle che non si arrendono

L’economia di montagna di cui spesso si parla è fatta di persone che concretamente ogni giorno non si arrendono dimostrando che il lavoro non è solo turismo. Anche, ma non solo e non da solo. Sono in molte e molti, per la maggior parte giovani, che hanno trovato il modo di vivere in montagna portando avanti un’economia che ha anche il merito di essere rigenerativa per il tessuto sociale. Non è una favoletta perché le difficoltà sono molte, ma la cosa bella è che gli esempi che il sito FattidiMontagna ci riporta prendendo spunto da un intervento del Presidente Uncem Marco Bussone, sono solo alcuni, ma molti altri ne verrebbero in mente… 

Qualche esempio?  Hapfla Frütt è il nome dell’azienda agricola che produce patate walser di montagna (nella foto di apertura tratta da FattidiMontagna). Vengono coltivate in Val Formazza da Dario Piumarta, nella frazione Canza. Cino Apostolo, 80 anni, artigiano valdostano, realizza  a sua volta collari in pelle per mucche. Successo assicurato. Naomi Dazzi coltiva frutti di bosco per produrre marmellate e succhi di frutta. La sua azienda “Il fantabosco” si trova a Fosdinovo nei pressi di La Spezia.

Nel parco del Beigua grazie a una famiglia d’imprenditori il mulino ad acqua è diventato un agrimulino e anche una distilleria di whisky prodotto con mais locale. A Roccasalli, frazione di Accumuli (RI), tre sorelle, dopo il sisma, hanno dato vita a Ubi Maior, azienda agricola che produce zafferano di ottima qualità.

Commenta la notizia.