L’arte di sfalciare (e rastrellare) 

Una giornata di lavoro per la conservazione della biodivesità e la conoscenza delle specie floristiche da proteggere nei prati viene proposta sabato 27 maggio per “Vivere l’ambiente 2023” del botanico Cesare Lasen a Feltre in località Arson.  È scientificamente provato che lo sfalcio a mano dei prati, la raccolta del fieno, tagli corretti e costanti (2/3 all’anno), favoriscono e diversificano la vegetazione floristica e contengono l’avanzare del bosco.  Inoltre, tagliare a mano rispetta insetti e piccoli animali che vivono nell’erba, non inquina e l’odore dell’erba tagliata è un piacere olfattivo. 

Gli organizzatori chiedono la collaborazione di chi sappia falciare a mano, ma serve anche chi rastrella, lavoro più facile e adatto a tutti/e. Il rastrello all’occorrenza lo procurano gli organizzatori. Il Gruppo Operativo 2023 è formato da Maria Grazia Brusegan, Fabrizio Bettini, Maria Rosa Rebeschini, Massimo Baldan, Fiorella Bellio, Giacomo Bommartini, Lidia Fabbri, Lia Favaro, Luciano Favaro, Enzo Galeone, Enrico Girardi, Paola Qualizza, Barbara Rodeghiero, Ivano Rodighiero, Elisa Rovatti, Renzo De Carli, Nadia Gobbo, Maria Grazia Martini, Antonio Paganin, Ezio De Cet. 

Raccolta del fieno in Valle Antigorio (ph. Serafin/MountCity)

L’organizzazione è della Sezione Cai di Dolo (www.caidolo.it), nessun costo di partecipazione. Iscriversi compilando il modulo on-line, accessibile nel sito www.viverelambiente.it – info@viverelambiente.it L’iniziativa tiene conto che la montagna prealpina e dolomitica veneta (e non solo) è interessata da fenomeni di abbandono, soprattutto di superfici prative o talvolta, da utilizzazioni troppo intensive. In entrambi i casi si riduce la biodiversità e si peggiora il paesaggio. L’importanza di falciare i prati, che è scientificamente appurata, si scontra con la crisi della filiera del fieno (fondamentale fino agli anni 870 del secolo scorso).

Da quel periodo per aumentare la produzione di latte gli allevamenti ricorrono ai mangimi, insilati, soia e altri prodotti industriali. Ma, almeno per motivi paesaggistici e naturalistici, merita che si mantengano, ove possibile i prati falciati. I prati pingui (ideale una concimazione con letame maturo, oggi sempre meno facile da trovare) richiedono 2-3 falciature annue e la prima, la più cospicua come biomassa, si effettua, secondo quota, esposizione e andamento stagionale, da metà maggio a giugno. In assenza di falciatura (meglio a mano o con falciatrici leggere ove possibile), entrerebbero specie legnose che danneggerebbero anche le coltivazioni orticole.

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