Nava, l’uomo dell’Everest / Gli scrittori lo commemorano

Come si può desumere dalla locandina qui pubblicata in bozza, dal 9 all’11 giugno il Palamonti di Bergamo ospiterà il Convegno e l’Assemblea del Gruppo Italiano Scrittori di Montagna (Gism) il cui programma prevede un incontro con i Gruppi Alpinistici Bergamaschi, la consegna del Premio di Alpinismo “Spiro Dalla Porta Xydias”, il convegno sul tema “Alpinismo e alpinismi” con interventi di Marco Blatto, Alessandro Gogna, Luca Schiera e Valentina Cividini e l’omaggio a due personalità che hanno lasciato con gli scritti e l’attività in quota testimonianze di un alpinismo irripetibile: i bergamaschi Angelo Gamba e Piero Nava la cui scomparsa era purtroppo sfuggita a questo blog che non è certo infallibile anche se cerca di documentarsi come gli riesce facendo del volontariato.

Gloria dell’alpinismo orobico, membro del Groupe Haute Montagne, di professione avvocato, Nava deve la sua notorietà anche alla prima spedizione italiana all’Everest del 1973 di cui è stato vice capo.  La spedizione condotta da Guido Monzino fu però al centro di vivaci critiche, una circostanza purtroppo ricorrente tra le pieghe della storia dell’alpinismo italiano. Nava scrisse addirittura un libro (Everest ’73, Nordpress, 2006) nel quale dichiarò a chiare lettere che aver partecipato a quella spedizione fu per lui un errore. 

Non è possibile qui entrare nel merito di questo dichiarato disagio rischiando di commetterne altri errori e di far rivoltare l’amico Piero nella tomba. Ma l’occasione del convegno in giugno degli scrittori di montagna sembra propizia per ribadire le sue benemerenze. Che non furono poche non solo dal punto di vista alpinistico. Nava arrampicò con grandissimi alpinisti come Mario Curnis e Vasco Taldo, ai quali lo legava una profonda amicizia; un’amicizia non diversa però da quella che lo legava ai valdostani Arturo Ottoz, Cesare Gex, Giorgio Bertone, Jean Bich, Pierino Pession e Lorenzino Cosson. In Valle d’Aosta, del resto, Nava sera di casa.

Piero Nava con la moglie Giovanna (ph. Serafin/MountCity) e, in apertura, durante una delle sue scalate vincenti sul Monte Bianco.

Nato a Caprino Bergamasco il 25 novembre 1931, Piero viveva a Bergamo dove ha condotto una brillante carriera di avvocato civilista. Socio della locale sezione del CAI, è stato istruttore della scuola di roccia e componente della squadra di soccorso alpino. Nominato portatore nel 1955, cinque anni dopo diventò guida alpina (poi dimissionario). Nel 1967 è stato ammesso al Groupe de Haute Montagne di Parigi, nel 1973 diventò membro dell’Alpine Club di Londra e nel 1985 entrò a far parte dell’Alpine Climbing Group. 

In oltre 60 anni di attività (ha arrampicato con regolarità fino a 70 anni), Nava ha compiuto circa 500 ascensioni (tra cui molte vie nuove e ripetizioni) sulle Alpi e specialmente nel Gruppo del Monte Bianco. Ha partecipato a prime italiane al Cervino (parete nord) e all’Aiguille Verte (parete nord, couloir Couturier) e a prime invernali sulla Dent d’Hérens (cresta sud, via Albertini) e sul pizzo Palù (sperone centrale nord, Bumillergrat). 

Tra le sue “conquiste” vanno altresì ricordate le Grandes Jorasses (parete nord, spigolo Walker, via Cassin), il Monte Bianco (via Major; nord dell’Aiguille Blanche e cresta del Peuterey). Ha preso parte a numerose spedizioni: Patagonia (1957-58, 1967-68, 1984, 1990), Karakorum (1959), Monte Kenia (1960-61), Groenlandia (1962, 1987), Perù (1964, 1979, 1980, 1982), Sahara algerino (1964-65 e 1975), Everest (1973). 

Nava era noto come un agguerrito e appassionato collezionista di libri di montagna. La sua biblioteca comprende 4000 volumi sulla montagna (dalle prime cinquecentine ad oggi) parzialmente esposti alla mostra per il 200° anniversario della conquista del Monte Bianco e in quella per il 125° anniversario della conquista del Cervino. Era autore di una decina di film. Ha collaborato a numerose pubblicazioni del settore e ha tenuto diverse conferenze di carattere alpinistico. 

Addio caro, indimenticabile Piero. (Ser)

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