“Sfulmen” / Un approccio etico all’alpinismo

Ritornare ai valori dell’alpinismo delle origini, è questo l’obiettivo del Gruppo Sfulmen, un’associazione di promozione sociale che si è recentemente costituita a Molveno. Il nome corrisponde alla forma dialettale degli Sfulmini, le torri del gruppo centrale del Brenta, tra il Campanile Alto e la Torre di Brenta, talmente aguzze che sembrano scolpite da un fulmine.

“Sfulmen” si propone di riprendere la tradizione delle guide e degli alpinisti che hanno promosso la frequentazione delle Dolomiti di Brenta nel XIX e nel XX secolo, ereditando l’attività dei rocciatori dolomitici che, nel periodo a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, hanno costruito la storia recente dell’arrampicata. Tra i soci fondatori ci sono le guide alpine Franco Nicolini (noto concatenatore di vette, istruttore del soccorso alpino), Claudio Kerschbaumer e Simone Elmi.

Franco Nicolini e, in apertura, un aspetto degli Sfulmini nel Gruppo del Brenta.

“Vogliamo proporre un approccio etico all’alpinismo – spiega Silvio Simontacchi, uno dei soci dell’associazione – che non sia legato a tutti i costi alla performance, questo anche se molti dei membri del gruppo sono stati protagonisti di imprese importanti”.

Nicolini rientra in questa categoria, perché è conosciuto come “il re dei concatenamenti”, cioè la salita di più montagne o pareti una dopo l’altra. “È vero che molti di noi hanno legato il loro approccio alla montagna anche a grandi performance ma con questo gruppo vogliamo tornare un po’ a un alpinismo delle origini, più libero e green”, precisa Nicolini. “Passare un giorno in montagna vuol dire vivere un’avventura, salire con le proprie forze. Spezzare quest’avventura con un impianto di risalita o peggio un elicottero pensiamo non sia l’approccio corretto”.

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