Vie storiche / Le escursioni di “don Lisander”

A 150 anni dalla morte (22 maggio 1873) di Alessandro Manzoni dopo aver visitato i luoghi frequentati dallo scrittore negli anni dell’infanzia e della giovinezza, ripercorriamo con il contributo del sito Vie Storiche gli itinerari delle escursioni in cui don Lisander metteva alla prova il suo fisico da…alpinista.

Una domanda che ci siamo già fatti trattando di Leonardo da Vinci e di Dante Alighieri. Alessandro Manzoni, come gli altri due, è un personaggio che immaginiamo chino sui libri o impegnato nel prendere appunti o a comporre opere d’arte. Viene rappresentato in piedi o seduto, quasi sdraiato, vestito con gli abiti classici di un borghese dell’Ottocento. Ma poi si legge che … si alleggeriva prima di uscire a passeggiare con gli amici.

Perché mai un uomo che abitava a pochi passi dal Duomo di Milano, un lettore compulsivo, un poeta e romanziere, si alleggeriva per fare pochi passi fino alla cerchia interna dei navigli discorrendo con gli amici? E’ semplice: Alessandro era un gran camminatore, un salutista con pochi vizi che, quando poteva e fino in età avanzata, faceva attività aerobica percorrendo vari chilometri a passo molto svelto seguito da veri amici spesso trafelati.

Manzoni scoprì le meraviglie del Sempione (in apertura) appena aperto alle carrozze durante il 1805. Qui Villa Manzoni a Brusuglio (ph. Paolo Serdoz)

Egli era di corporatura snella, ma null’affatto esile, piuttosto largo di spalle e ben conformato di torso; se egli fosse stato più piccolo, si sarebbe potuto chiamarlo tarchiato.

Così lo descrive Stefano Stampa, il suo figlioccio acquisito con il secondo matrimonio con Teresa Borri, che ha avuto la fortuna di vivere vicino al grande scrittore e di seguirlo in varie lunghe passeggiate sia a Milano sia durante i soggiorni a Lesa, sul lago Maggiore, nella villa che Stefano aveva ereditato dal padre.

Stefano racconta di quando Manzoni andò da casa a piedi fino alla sua residenza estiva di Brusuglio dove passò quattro ore a correre nel parco e nei campi, talvolta con il cronometro in mano, prima di rientrare a Milano. Fece quasi trenta chilometri e, soddisfatto, diceva che ciò gli giovava! Stefano non dice se lo aveva accompagnato… forse per non parlare della fatica provata.

Riporta, per esempio, anche di una passeggiata che fece con il patrigno quando, lasciata la villa di Lesa dopo pranzo, salirono fino alla sommità del monte San Salvatore passando per Belgirate e Massino per poi ritornare da Solcio. Quasi venti chilometri e 750 metri di dislivello in un pomeriggio!

Manzoni era un alpinista? Ha attraversato spesso le Alpi durante i suoi frequenti spostamenti da Milano a Parigi passando forse per il Moncenisio nel suo primo viaggio e poi per il Sempione appena aperto alle carrozze durante il 1805. Ha descritto nell’Adelchi le Alpi raccontando il pericoloso cammino del diacono Martino fra monti tutti erti, nudi, tremendi, inabitati se non da spirti. Ma non sembra che lo scrittore abbia frequentato attivamente l’ambiente alpino.

I primi anni della sua vita, a balia presso la Cascina Costa ai piedi del monte Barro e le sue corse con gli altri bambini su e giù per i monti di Brianza, hanno certamente contribuito alla formazione di un giovane dalla struttura robusta e resistente, ma la sua passione per la letteratura hanno poi avuto la meglio consegnando alla storia lo scrittore che tutti amiamo.

Dario Monti

www.viestoriche.net

2 pensieri riguardo “Vie storiche / Le escursioni di “don Lisander”

  • 27/05/2023 in 06:31
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    Un raggio di luce diversa su un personaggio che ha accompagnato i nostri molti mattini e pomeriggi chini sui libri. Già allora non ero riuscito a odiarlo, anzi. Questo improvviso flash me lo ripropone e mi fa comprendere come abbia potuto, nella prima famosa frase del suo “I promessi sposi”, ritrarre così magistralmente la chiostra di monti lecchesi.

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  • 19/05/2023 in 17:14
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    Ho iniziato a leggere ed amare Manzoni 60 anni fa … e oggi scopro che era un gran camminatore! Grazie!

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