Letture / La vita selvaggia di Thomas Huber
“La vita è come un’impresa alpinistica: sali e ti ritrovi in cima, ma prima o poi devi scendere e ti ritrovi a valle. Ed è qui che capisci veramente quanto sei stato in alto”. Sono parole di Thomas Huiber classe 1966, scalatore estremo e guida alpina. Con il fratello Alexander ha formato la celebre cordata Huberbuam e insieme hanno compiuto spettacolari vie come Am Limit a Yosemite e prime ascensioni nel Karakorum, in Patagonia e in Antartide. Per i suoi successi è stato insignito del Piolet d’Or e del Bavarian Sports Prize. Thomas Huber vive con la moglie e tre figli a Berchtesgaden. Quando non arrampica canta nel gruppo rock Plastic Surgery Disaster come racconta nel libro “In montagna sono libero” (Corbaccio, 368 pagine, 26 euro).
“La mia via più bella è la mia vita”, racconta Thomas. Per decenni si è mosso sull’orlo dell’abisso, sempre al limite. Ha compiuto prime ascensioni straordinarie e arrampicate spettacolari che nessuno aveva mai osato prima, ha subito sconfitte, è sopravvissuto a gravi incidenti e a un tumore ai reni. Ha fatto del fallimento una virtù e si è rialzato ancora e ancora. Perché, come sostiene nel suo inguaribile ottimismo, l’unica vera esperienza tragica in montagna è perdere il proprio compagno di cordata. A lui non è mai successo ed è questa, come dice, la sua grandissima fortuna. “Tutto il resto, i fallimenti, gli incidenti, le ferite… tutto fa parte dell’alpinismo”.
In questo libro Thomas ripercorre la sua vita, dall’infanzia ai piedi delle Alpi e dalle prime scalate fino alle imprese compiute assieme al fratello Alexander. E condivide con il lettore le sue riflessioni ironiche e commoventi al tempo stesso sul senso del tempo che passa, sulle possibilità che si chiudono e altre che si aprono, sull’importanza di mantenere sempre una scintilla di adolescenza che è essenziale per rimanere vivi interiormente. Il libro viene presentato sabato 20 maggio al Salone del libro di Torino (ore 18,25, Sala della Montagna)