Vie storiche / 150 anni dopo sulle tracce di Manzoni
“La giacitura della riva, i contorni, le viste lontane, tutto concorre a renderlo un paese che chiamerei uno dei più belli del mondo…” Con queste parole Alessandro Manzoni (1785-1873) nella prima versione dei “Promessi sposi” conclude la descrizione del luogo in cui si svolge la storia di Renzo e Lucia. A 150 anni dalla morte (22 maggio 1873) di “don Lisander” la storica Rosalba Franchi ripercorre i luoghi frequentati dallo scrittore negli anni dell’infanzia e della giovinezza, dove si ritiene che egli abbia tratto ispirazione per il suo romanzo.
Alessandro Manzoni nacque a Milano il 7 marzo 1785 ma la sua infanzia ed adolescenza furono profondamente legate a Lecco ed al suo territorio. La residenza della famiglia Manzoni dagli inizi del Seicento era stata in questa città la villa del Caleotto che rimase di proprietà di Alessandro sino al 1818. La dimora comprendeva anche una vasta tenuta agricola, una tra le maggiori proprietà dei Manzoni nel territorio di Lecco, coltivata con viti e gelsi che costituivano preziosa risorsa per la bachicoltura.
I Manzoni erano un’antica famiglia nobiliare proveniente dalla Valsassina dove avevano acquisito grande potenza finanziaria e sociale svolgendo attività di trasformazione e commercio di minerali. In Valsassina possedevano diverse proprietà: a Barzio la famiglia risiedeva a Palazzo Manzoni ora sede comunale e della biblioteca civica.
Alessandro tornava al Caleotto durante le vacanze scolastiche e nel tempo libero; era solito compiere lunghe passeggiate nei diversi quartieri della città o raggiungere sul lago il capanno di caccia a Pescarenico.
Nel territorio lecchese trascorse i primi anni dell’infanzia mandato a balia a pochi giorni dalla nascita da Caterina Panzeri presso la Cascina Costa di Galbiate.
Denominata successivamente Cascina Manzoni, attualmente versa in uno stato di avanzato degrado. A ricordo di Manzoni solo una lapide apposta sul fabbricato nel 1873 in occasione della morte dello scrittore dall’allora proprietario Giuseppe Bertarelli di Milano.
Da questa isolata cascina, posta in posizione dominante su un’altura, è possibile ammirare la possente mole del Monte Barro, l’inconfondibile profilo del Resegone, Galbiate con i terrazzamenti coltivati con viti e ulivi e, più a nord, Lecco con il lago. Sono i luoghi che Manzoni scrittore descrisse con estrema precisione topografica e vibrante spirito poetico nei Promessi Sposi, il romanzo che, nelle diverse stesure, lo accompagnò per molti anni della sua vita.

Il periodo dell’infanzia e dell’adolescenza di Alessandro non fu certamente felice. Lontano dalla madre, separatasi da Pietro Manzoni pochi anni dopo la sua nascita e trasferitasi a Parigi, a soli sei anni fu rinchiuso nel collegio dei padri Somaschi di Merate quindi trasferito a Lugano. Nel 1798 entrò nel collegio dei Nobili (poi Longone) retto dai padri Barnabiti a Milano. Furono anni difficili, lontano dagli affetti familiari, sottoposto a rigide regole di disciplina e relazioni con i suoi pari poco favorevoli.
Il ragazzo visse con il padre ormai anziano dal 1801 al 1805 alternando la vita a Milano con i soggiorni a Lecco nella villa del Caleotto che, circa dieci anni dopo la morte del genitore avvenuta nel 1807, fu venduta con tutti gli altri beni lecchesi a Giuseppe Scola, un ricco imprenditore serico di Vercurago.

La villa del Caleotto, pervenuta in seguito al Comune di Lecco, è oggi adibita a Museo Manzoniano con l’intento di unire al percorso classico della casa-museo quello del museo letterario. Un itinerario che non si esaurisce in questa residenza ma che si apre al territorio circostante. Nella piazza cittadina sorge il monumento in bronzo dello scultore Francesco Confalonieri dedicato allo scrittore. I cosiddetti “luoghi manzoniani” sono carichi di suggestioni letterarie che Manzoni sembra essersi divertito a descrivere e nascondere.Il convento di Fra Cristoforo a Pescarenico, le presunte case di Lucia e la chiesa di don Abbondio ad Acquate oppure Olate, il castello di don Rodrigo e quello dell’Innominato: tutti questi sono luoghi e personaggi che appartenevano sicuramente all’esperienza di vita di un “finissimo osservatore e gran ruminatore di ciò che aveva osservato”.
Così lo immagina Antonio Stoppani convinto che per i Promessi Sposi Manzoni abbia tratto ispirazione da persone e luoghi reali frequentati negli anni dell’infanzia e della giovinezza.“Chi avesse raccolto tutte le confessioni di Manzoni- sostiene Stoppani – avrebbe potuto rintracciare i luoghi e le persone incontrate dallo scrittore da bambino”.
Rosalba Franchi
Vie Storiche
In cammino con Renzo e Lucia
Sabato 13 maggio a Pian Sciresa, panoramica località affacciata sul lago, la rassegna “Monti Sorgenti” propone una bellissima iniziativa: ripercorrere, con gli occhi di oggi, i luoghi descritti dal Manzoni centocinquant’anni fa. L’evento prevede la lettura di brani estratti dal romanzo “I promessi sposi” che descrivono i paesaggi del territorio, con accompagnamento musicale della violoncellista Maria Antonietta Puggioni. In programma anche una sfida: riconoscere oggi i luoghi raccontati nel romanzo, e scoprire se il lago, il fiume, le montagne, la città e i paesi sono ancora gli stessi. Sono invitati, in particolare, gli studenti delle scuole secondarie. Il ritrovo è fissato alle ore 8.30 in località Ponte Vecchio, inizio sentiero 304, se si vuole salire con una guida.
Per maggiori informazioni e per il programma dettagliato visitare il sito www.montisorgenti.it
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