Cammini / La “via dei marmi” da Candoglia a Milano

Nel fascicolo della rivista “Lepontica” in versione primaverile, Paolo Crosa Lenz ci conduce sulla “via dei marmi” da Candoglia in Val d’Ossola a Milano (95 km da compiere a piedi in quattro giorni, ma senza dislivelli). I marmi sono quelli estratti dalle cave del Mergozzone, la montagna impervia tra la Bassa Ossola e la Valgrande. Vengono cavati ancora oggi, dopo settecento anni, e servono per i lavori di restauro del Duomo di Milano. La concessione risale al 1387. Queste montagne hanno fornito il marmo per le 3300 guglie e statue del Duomo oltre che per le strutture portanti. I lavori della predera, le cave a mezza montagna, richiedevano grandi quantità di legname per lo spostamento dei blocchi e il loro trasporto su rudimentali rulli di legno e per farli scivolare al piano lungo i menore (canaloni appositamente predisposti). Ma anche per costruire le piatte, le chiatte lunghe 15-18 m che trasportavano il marmo lungo le sponde del Lago Maggiore, il Ticino e i canali navigabili. I blocchi avevano scolpita la sigla A.U.F. (ad usum fabbrice). Con un geuppo di amici Cosa Lenz è partito pda Candoglia dove i blocchi venivano caricati sui barconi e, frenati o trainati da riva raggiungevano Milano lungo il Toce, le sponde del Lago Maggiore, il Ticino e il Naviglio Grande. Oggi la via d’acqua non c’è più: i marmi vengono portati sui camion; il Naviglio Grande è di frequente asciutto e senza acqua, triste e maleodorante. Da Candoglia a Fondotoce e da Sesto Calende a Milano, Crosa Lenz racconta di non avere fatto un metro d’asfalto. L’arrivo in piazza, con lo splendore del Duomo scintillante, ha ripagato di ogni fatica. Camminare su un’autentica “via storica” è anche un’occasione per stare in buona compagnia e, la sera stanchi, per sereni momenti conviviali.

Il piacere di pattinare sull’alzaia del Naviglio Grande dove un tempo venivano trasportati sui barconi i marmi per il Duomo. In apertura il Naviglio a Cassinetta di Lugagnano (ph. Serafin/MountCity)

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