Rifugi / Riapre il “Porta”, la Grigna torna a sorridere

Nei prati rinsecchiti dalla siccità e nella faggeta che circonda il rifugio Porta la primavera ha riportato ciuffi di rosati ellebori e la Grigna sembra che torni a sorridere. La statua in bronzo del vecchio alpino impettito ora scruta verso le montagne nella vana ricerca di qualche sparuta lingua di neve. Sullo sfondo il Resegone conserva mestamente le tracce delle piste di sci e l’intaglio dello skilift che trascinava fin quasi al passo del Giuf folle festanti di sciatori. Inverni irripetibili. 

Il Rifugio Porta, orgoglio del Cai milanese ai milletrecento metri di quota dei Piani Resinelli, ha riaperto dopo accurati restauri in vista della nuova stagione. E Lorenzo Maritan, presidente della Commissione rifugi, non nasconde la sua soddisfazione condivisa da Carlo Lucioni, past presidente e per anni ispettore della Brioschi lassù sul Grignone. Camere e servizi sono più che mai lindi e accoglienti. Tre stanze dispongono di servizi. Un lusso, ma tra queste fortunate montagne l’acqua continua a sgorgare quasi per dispetto dalle risorgive e non crea problemi. Anche il locale del bar è stato rifatto con una gigantografia del Lario sullo sfondo. Presto uno spazio all’esterno custodirà cimeli e souvenir, testimonianze di stagioni felici quando quassù salivano Emilio Comici con Mary Varale a sperimentare nuove vie di salita sui “paracarri”, Riccardo Cassin si rifocillava durante le battute di caccia e Ninì Pietrasanta trascorreva le giornate arrampicando. 

La sala da pranzo con il grande camino, i bei lampadari, le tavole con le candide tovaglie è invece rimasta com’era, solo una rinfrescata alle pareti. Lasciata l’auto al posteggio dei Resinelli vale insomma la pena di salire a piedi al Porta per una ventina di minuti accolti dal sorriso di Iris Gherbesi che l’estate scorsa ha abbandonato l’amata Val Masino dove gestiva a Filorera il moderno Centro della Montagna. Si capisce parlandole che quel Centro Iris un po’ lo rimpiange con quegli ampi spazi per gli incontri, le luminose camerate, un’ampia palestra per l’arrampicata e altre attività indoor. Fu lei a vincere la gara d’appalto e nel marzo del 1999 iniziò l’attività, a tu per tu con centinaia di giovani, promuovendo le straordinarie attrattive della valle dove ogni anno s’impegnava anche nell’organizzazione di Melloblocco, il più famoso raduno di bouldering delle Alpi.

Benchè nata in pianura, ad Alzate Brianza (CO) nel 1962, Iris è ormai una donna simbolo della montagna lombarda. In Val Masino per dieci anni ha anche collaborato alla gestione del rifugio Allievi Bonacossa, anch’esso del Cai Milano e attualmente oggetto di accurati restauri. Così ai monti della Val Masino confida di essere particolarmente legata e si può capirla. Ma una passione della sua vita sono anche, in Africa, i ragazzi di Padre Emilio assistiti nella missione di Karungu in Kenia. 

Tutti gli anni Iris si reca laggiù per un mese nel periodo invernale. Alla missione ci sono un ospedale e un orfanotrofio che ospitano i bambini orfani sieropositivi, oltre a una scuola con più di 500 alunni molti dei quali le riservano un affetto perfino commovente. “Questa esperienza mi ha cambiato la vita, ha rimesso a posto la mia scala dei valori”, spiega oggi Iris.

Qualcuno nota che il suo arrivo ai Resinelli è come se avesse creato un filo conduttore tra la Val Masino e i Piani Resinelli, tra il Rifugio Ponti e il Porta. Iris e il figlio Massimo, chef sopraffino, si occupano del Porta, mentre Eleonora manda avanti il Ponti, ma quando necessario non esita a fiondarsi al Porta per servire ai tavoli con professionalità e dare una mano dove occorre. Non capita spesso d’incontrare madre e figli uniti dall’esperienza dell’ospitalità alle alte quote fino a farne una ragione di vita. E forse ora è chiaro che i Resinelli hanno voluto accoglierli facendo spuntare tra la sterpaglia quei primi timidi ellebori della stagione. (Ser)

Iris Gherbesi, gestore del “Porta”, con il past presidente del CAI Milano Carlo Lucioni e, a destra, il presidente della Commissione rifugi Lorenzo Maritan. In apertura il panorama delle Prealpi lombarde che si gode dallo storico rifugio situato ai piedi delle Grigne.