Luna park Dolomiti / Un’alleanza contro le lobby
“Cai e Avs, un’alleanza contro le lobby. Continui attacchi alla montagna” titolava il quotidiano Alto Adige del 19 marzo. Il quadro è tutt’altro che roseo. Cai Alto Adige e Alpenverein Südtirol lottano insieme contro i mulini a vento. Ma non si arrendono. Le due associazioni contano più di 80 mila soci, ma politicamente, per ammissione dei loro stessi presidenti, contano poco o niente. Le lobby economiche sono molto più potenti di loro. I rispettivi leader Georg Simeoni (Avs) e Carlo Alberto Zanella (Cai) hanno fatto per il quotidiano L’Adige il quadro della situazione.
“Ultimamente non sappiamo più da che parte girarci”, ha ammesso Zanella. “Attacchi continui. Il fondovalle ormai è antropizzato oltre ogni limite, di sfruttabile e quindi da parte nostra difendibile ormai rimane solo l’alta quota, sempre più aggredita”. Il problema in Alto Adige è la pressione delle lobby del turismo e dell’economia. “Da parte nostra”, spiega Simeoni, “possiamo contare solo sul volontariato, dall’altra ci sono i quattrini…E le Dolomiti si stanno sviluppando come un luna park”.
Un ventennio fa il predecessore di Simeoni, Luis Vonmetz scomparso di recente, era stato candidato alle provinciali da Durnwalder, portando a casa soli 4.000 voti. “A contare sono artigiani, albergatori, contadini”. Le associazioni alpinistiche di recente sono state ricevute dall’assessora Kuenzer, riguardo alla tutela del Sassolungo. Risultato? “Non ci ascolta, ascolta le pressioni di altri; segue un’idea fissa dettata da qualcuno, non si sposta”, dicono in coro Zanella e Simeoni.
“La paura”, incalza Zanella, “è che le nostre montagne abbiano raggiunto il punto di saturazione. I turisti sono stufi di fare code al parcheggio, alla funivia, al rifugio. Non per niente si sta tentando di portare a casa il collegamento Padola-Passo Monte Croce, per riportare in Alto Adige gli sciatori emigrati altrove. “Vogliono portare tutti a sciare da noi in Alto Adige” conferma Zanella. I tentativi in corso sono diversi: il collegamento Monte Cavallo-Fleres (“e giù alberi”), Gitschberg, Sesto-Sillian, val d’Ultimo-Laces. “Noi”, dice ancora Zanella dialogando con L’Adige, “abbiamo deciso di rompere le scatole su tutto, in anticipo, anche se poi magari va a finire come per il Santner: abbiamo detto no due volte, alla fine non ci hanno invitati e hanno deciso tutto loro. D’altra parte, chi li contrasta?”
In Badia, in Gardena, a Plan de Corones al massimo si può ristrutturare, perché manca fisicamente lo spazio per costruire ex novo. Altro discorso riguarda luoghi come il Sassolungo. “Sono 45 anni che chiediamo di farlo entrare nel parco naturale Sciliar Catinaccio. Si oppongono cinque proprietari di Castelrotto e tutto si blocca”.