Pediatria di montagna / Ricerche, progetti, modelli
Si è tenuta a Brentonico (Tn) nei giorni 10 e 11 marzo 2023 una riunione del Gruppo di Lavoro dei Pediatri in Montagna coordinato da Ermanno Baldo, medico di Rovereto. Nel riferisce qui il dottor Giancelso Agazzi, specialista di Medicina di Montagna.
Mattia Giovannini, ricercatore dell’ospedale Meyer di Firenze, ha parlato a Brentonico dei progetti di ricerca, in particolare riguardanti la prevalenza dell’asma a diverse altitudini, considerando la montagna come un luogo di riabilitazione respiratoria. È stato sottolineato l’aspetto educazionale per una fruizione più sicura della montagna. È poi intervenuto Alberto Martelli, pediatra allergologo, ex primario di Pediatria di Garbagnate. Il relatore ha fatto presente l’importanza di creare percorsi di educazione anche in montagna, necessità ancora inevasa. Gianni Cavagni, allergologo pediatra, ex primario del reparto di Allergologia dell’Ospedale del Bambin Gesù di Roma, ha fatto a sua volta presente che non è stata ancora classificata la qualità di vita dei bambini affetti da allergia.
Vanno valutati l’allergia e il suo grado d’importanza (asma, dermatite atopica, allergie alimentari). Vanno individuati luoghi opportuni come la montagna, dove trascorrere periodi di tempo con personale formato, come succede per i bambini diabetici. Serve un servizio educazionale che consenta di individuare gli errori e di verificare la terapia, per poter far ritorno nel proprio ambiente in condizioni migliori. I periodi estivi sono i più idonei. Va costruito un modello, sulla spinta delle varie associazioni esistenti, che migliori la qualità della vita del bambino.
L’esperienza dei bambini asmatici
Annalisa Cogo ha fatto presente l’esperienza con le famiglie dei bambini asmatici a Misurina, un momento molto educativo, formativo e utile. Esiste il problema dei periodi non scolatici. È importante poter comunicare con le famiglie per riuscire a portare i bambini in montagna anche in altri periodi dell’anno. Il numero dei bambini è troppo esiguo rispetto alle spese sostenute per gestire il centro, che la Diocesi di Parma ha deciso di chiudere. L’esperienza con la Terapia Forestale è stata molto utile.
Martelli ha proposta l’utilizzo della Tele-Allergologia per consentire la diffusione di informazioni e di percorsi. Occorre trovare il tempo per parlare con il paziente. La mattina di sabato 11 marzo il convegno è continuato con la partecipazione di alcuni pediatri del territorio. È stato proposto di realizzare una survey sulle allergopatie e sull’asma in bambini tra i 6-7 anni di età che vivono oltre i 1000 metri e un gruppo di controllo fra bambini residenti in pianura, considerando anche l’Italia meridionale.
Tematiche da sviluppare
Simona Bursi, neonatologa che lavora a Cavalese (Trento), ha proposto di stabilire alcune tematiche da sviluppare riguardanti sia il bambino sano (protezione solare adeguata e problematiche cutanee, utilizzo degli occhiali da sole, zecche, parassiti e morsi di animali, mal di montagna e patologie d’alta quota, abbigliamento/calzature/attrezzatura, alimentazione, idratazione, colpo di sole e di calore, ipotermia, nozioni di pronto soccorso, terapia forestale, gravidanza e frequentazione della montagna, escursioni guidate e accompagnamenti), sia quello patologico (asma, diabete, cardiopatie, allergie, disturbi alimentari, epilessia, disabilità fisica e mentale).
Sarebbe interessante creare schede facili da leggere o poster riguardanti la sicurezza, coinvolgendo al Commissione Centrale Medica del CAI, la S.I.Me.M., Società Italiana di Pediatria (S.I.P.) e altre società. Sarebbe opportuno preparare una lettera di intenti con la quale presentare i progetti, divulgando materiale anche con l’utilizzo di “pillole”. Sarebbe interessante poter raccogliere le esperienze già fatte, creando una newsletter. Utile realizzare uno studio sul servizio sanitario sul territorio di montagna. la montagna come opportunità di educazione terapeutica, come evidenziato da Martelli.
Cristina Cristofoletti, medico del Centro Addestramento Alpino della Polizia di Stato di Moena, ha parlato della sicurezza nell’attività sportiva dei bambini in montagna. Gli incidenti in montagna possono essere prevenuti attraverso la formazione e l’educazione. La relatrice ha parlato del decalogo dello sciatore, dell’accompagnamento dei disabili (motori e visivi), della sicurezza e della conoscenza delle tecniche di rianimazione cardio-respiratorio mediante l’uso di manichini. La Dolomitoterapia serve ad allenare. All’interno della Polizia esistono operatori formati. L’inserimento nello sport di un disabile è in grado di cambiargli la vita.
Il monitoraggio dei pollini
La dottoressa Elena Gottardini dell’Unità di Botanica Ambientale della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige ha parlato degli studi realizzati sul monitoraggio aerobiologico dei pollini in alta quota, uno strumento conoscitivo e di prevenzione delle allergie respiratorie (rinite e asma), che colpiscono dal 10 al 20% della popolazione (25% adulti e 40% bambini), con una frequenza in costante aumento, soprattutto nei paesi industrializzati.
Tale tipo di monitoraggio rappresenta un punto di incontro e di integrazione tra studi di tipo ambientale e problematiche di carattere sanitario. Esistono 62 siti di monitoraggio dei pollini; il 90% si trova al di sotto di 600 metri, il 35% in area montana. Nel corso del 2021 in Trentino hanno soggiornato 9 milioni di turisti. In montagna sono meno frequenti le forme infiammatorie respiratorie grazie ai benefici di questo ambiente.
Dal 1989, per 35 anni sono stati analizzati i dati riguardanti la concentrazione giornaliera di pollini nell’aria a San Michele all’Adige. L’inizio della comparsa dei pollini tende a comparire sempre più precocemente, con quantitativi più elevati. Ogni settimana viene redatto un bollettino. Nel corso dell’estate 2022 è stato effettuato uno studio dei pollini in alta quota (AL Poll), presso quattro rifugi alpini: Altissimo Damiano Chiesa (2060 metri), Larcher al Cevedale (2608 metri), Rosetta Giovanni Pedrotti (2581 metri) e Val di Fumo (1905 metri). Le analisi dei campioni si sono svolte sia al microscopio ottico sia con l’utilizzo della biologia molecolare per ottenere informazioni specifiche sulla biodiversità vegetale dei campioni.
La collaborazione con i rifugi
I risultati ottenuti con il microscopio ottico hanno evidenziato 35 diversi taxa di polline (oltre l’80% di interesse allergenico). Ogni pianta produce un polline particolare (spettro pollinico). In tutti i quattro siti il polline prevalente è stato quello appartenente alla famiglia delle Poacee, o Garminacee, secondo la struttura della vegetazione che vive in alta quota. Il secondo polline più abbondante è risultato quello della Urticacee (genere ortica e parietaria). La maggior concentrazione è stata registrata nei mesi di luglio e nella prima metà di agosto. Nel corso della pandemia da Covid-19 le concentrazioni di pollini sono state altissime. Le piogge abbattono le concentrazioni.
Grazie alla positiva collaborazione creatasi tra SAT e gestori dei rifugi, il progetto continuerà anche del 2023. Entro fine anno sarà pronta una App riguardante i pollini.
Roberto Bombasei della Associazione Amici della Pediatria è intervenuto per parlare della sua intervista alla professoressa Annalisa Cogo e per presentare Nikola Lukovic, responsabile della comunicazione di Montura, sponsor del Gruppo Pediatri di Montagna. Montura crede in alcuni progetti di solidarietà e di educazione, realizzati anche in Nepal, Mongolia e Perù. Alla fine dell’evento Ermanno Baldo ha presentato Rocco Cerone, giornalista e presidente della Cooperativa Editrice OGO, curatore della rivista “Oltre gli ostacoli” che vede nello sport una grande possibilità per i disabili di emergere ed essere inclusiva (www.oltregliostacoli.net).
dottor Giancelso Agazzi