Incidenti in montagna / Ciclisti sempre più a rischio

Nel 2022 hanno perso la vita in ambiente impervio 504 persone con un importante incremento rispetto al 2021 (+13,5%). 4297 sono state le persone recuperate ferite in modo leggero, 1298 i feriti gravi, 228 i feriti con compromesse funzioni vitali, 3714 gli illesi e 84 i dispersi. L’escursionismo è in testa tra le cause degli incidenti, al secondo posto in forte crescita è invece la mountain bike. Qui alcuni dati statistici tratti dal Report 2022 diramato dal Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico.

Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, ente che effettua soccorsi tecnici – sanitari e non – in ambiente montano, in grotta e negli ambienti impervi del territorio nazionale con 7000 operatori altamente specializzati, presenta il report delle attività svolte nel corso del 2022. Le varie attività, svolte con il Servizio Sanitario Nazionale/sistema 118, sono state finalizzate a garantire il soccorso e l’assistenza immediata ai soggetti infortunati, alle persone in difficoltà, ai soggetti in imminente pericolo di vita o a rischio di evoluzione sanitaria, alla ricerca  e al soccorso dei dispersi e al recupero  dei  caduti.

Nel corso del 2022 il Soccorso Alpino e Speleologico è intervenuto per 10367 missioni di soccorso con un incremento del 9,8% rispetto al 2021. Rispetto all’organico complessivo del Soccorso Alpino e Speleologico, costantemente superiore ai 7.000 tecnici negli ultimi anni, nel 2022 sono state impegnate in operazione di soccorso oltre 185 mila ore/uomo suddivise in 31.262 giornate/uomo. Il dato più significativo è, dunque, quello dei 41.057 tecnici impegnati nelle varie missioni di soccorso, volontari che garantiscono un’attività operativa 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. Importante, in questo contesto, anche l’impegno delle unità cinofile del CNSAS chiamate ad operare 263 volte in eventi valanghivi e ricerca persone disperse.

Le cause 

Le cause degli interventi sono dovute principalmente a tre fattori: la caduta/scivolata (45,9% degli interventi), l’incapacità durante l’attività svolta (26,3%) e il malore (13,7%). Seguono con valori decisamente più contenuti il maltempo (3,7%) e lo shock anafilattico (0,80%).

Le attività maggiormente coinvolte e cause degli incidenti e relativi infortuni sono l’escursionismo (50,2% dei casi), la mountain bike (9,0%, con un trend in forte crescita di anno in anno negli ultimi 5 anni), lo sci alpino (7,8%), l’alpinismo classico (5,4%) e la ricerca di funghi (4,2%). Diversi gli interventi durante l’attività venatoria (1,1%).

Nel 2022 hanno perso la vita in ambiente impervio 504 persone con un importante incremento rispetto al 2021 (+13,5%). 4297 sono state le persone recuperate ferite in modo leggero, 1298 i feriti gravi, 228 i feriti con compromesse funzioni vitali, 3714 gli illesi (persone in difficoltà a causa delle condizioni morfologiche, dello stato dei terreni come la presenza di neve e/o ghiaccio al suolo, oppure per incapacità e/o inadeguatezza dell’attrezzatura, calzature o abbigliamento a seguito) e 84 i dispersi.

Le maxiemergenze 

Dopo un biennio caratterizzato dall’assenza di maxiemergenze – se non quella sanitaria legata al COVID-19 – l’operato 2022 del CNSAS è stato segnato dalla tragedia accaduta il 3 luglio sul ghiacciaio della Marmolada: un grosso seracco della parte sommitale del ghiacciaio si è staccato improvvisamente creando una valanga di ghiaccio e roccia che ha colpito diverse cordate di alpinisti impegnate sulla via normale. 11 vittime, di cui 2 Guide Alpine, e 8 feriti. 

A questa maxiemergenza, alla fine dell’anno, si sono aggiunti l’intervento nelle Marche che ha provocato 12 vittime, una donna dispersa e 50 feriti, e l’intervento sull’Isola di Ischia durante il mese di novembre: dopo un forte nubifragio che ha colpito Ischia causando l’imponente frana venuta giù dal Monte Epomeo, il Soccorso Alpino e Speleologico, in coordinamento con la Protezione Civile, è stato impegnato nelle attività di ricerca e soccorso e supporto alla popolazione. 

Il ruolo delle e-bike

Sebbene l’escursionismo resti la prima attività durante la quale avvengono gli incidenti, non si può non sottolineare il dato più eclatante ed in controtendenza che caratterizza l’ultimo triennio di attività: si tratta della rapida crescita degli incidenti in mountain bike, che nell’ultimo anno hanno raggiunto quota 915. Una crescita a doppia cifra (+15% in due anni) che vede la propria spiegazione nel rapido diffondersi delle e-bike, le biciclette elettriche, che stanno avvicinando alla montagna numerosissimi nuovi appassionati e turisti. 

Maurizio Dellantonio
L’appello del Presidente del CNSAS

La montagna è un ambiente straordinario dove svolgere attività all’aperto ma, anche quest’anno, ci troviamo a condividere numeri che confermano il trend in aumento di incidenti che abbiamo già constatato negli anni scorsi, sono le parole del presidente del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, Maurizio Dellantonio. Che così prosegue: L’aumento delle temperature nelle grandi aree urbane spinge sempre più persone ad avvicinarsi alla montagna e alle relative attività in quota, questo comporta che molti degli infortunati spesso si trovano alle prime esperienze di attività outdoor in media e alta montagna. Da parte nostra un appello a vivere la montagna con prudenza, a documentarsi in maniera approfondita, a scegliere con attenzione le attività in base alla propria esperienza e alle proprie competenze e – soprattutto – a imparare a saper rinunciare. In ogni caso gli amanti e gli appassionati della montagna e della speleologia sanno che il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, in caso di necessità, è pronto a intervenire per essere al loro fianco. Un Corpo che deve tutto ai 7131 tecnici volontari specializzati che dedicano tempo e forze per aiutare chi si trova in difficoltà in ambiente impervio, 7131 persone che ringrazio sentitamente per il prezioso operato quotidiano. 

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