Terre Alte e presenza della donna
“Ancora oggi la parità di genere è considerata
cosa da donne. Invece esistono motivi sufficienti
perché sia trattata come una questione che
riguarda l’intera società, e che torna
a vantaggio di tutti, soprattutto nelle Alpi”.
Alpbach, aprile 2017, “Il ruolo della donna
nelle regioni di montagna –alpconv”.
L’Auditorium Sant’Antonio di Morbegno è stato teatro l’8 marzo di un incontro per celebrare la Giornata Internazionale della Donna. Una cornice ideale per parlare della donna e della montagna e di quanto siano tra loro strettamente legate: infatti Morbegno rappresenta uno degli Infopoint di montagna nell’ambito della Convenzione delle Alpi (Alpconv), il primo trattato internazionale per la protezione e lo sviluppo sostenibile di un’intera catena montuosa. Gli otto stati che hanno dato vita alla convenzione hanno il compito di affrontare le dimensioni economiche, ambientali, sociali e culturali della vita nelle Alpi affrontandone le problematiche e trovando risposte per la promozione di una montagna sostenibile. E’ proprio in quest’ottica che uno degli impegni maggiori è quello di promuovere e valorizzare il ruolo della donna e facilitarne l’accesso alla gestione delle risorse montane.

Nel corso della serata a Morbegno (Sondrio) sono intervenute Alenka Smerkolj Segretario Generale della Convenzione delle Alpi – www.alpconv.org; Maura Cavallero e Maria Marchesi, ricercatrici, della Associazione Argonaute – www.argonaute.org ; Valeria Tron scrittrice in corsa per il Premio Strega. L’architetto Oscar Del Barba, referente per Alpconv infopoint Morbegno e ideatore della serata, ha introdotto e presentato le protagoniste. Sull’incontro riferisce Laura Posani componente della “Commissione per le Politiche sociali – Uguaglianza di genere” del Club Alpino Italiano, già presidente della Società Escursionisti Milanesi.
Una realtà da salvaguardare
Alenka Smerkolj, già ministro sloveno delle finanze e dello sviluppo, ricopre il ruolo di Segretario Generale della Convenzione delle Alpi dal luglio 2019, prima donna a ricoprire questo incarico. A Morbegno ha spiegato come numerose ricerche siano ormai concordi nel constatare quanto la sopravvivenza delle terre alte sia direttamente correlata alla presenza delle donne. Quando la donna abbandona le aree rurali queste muoiono. É per questo motivo che uno degli obiettivi della Convenzione delle Alpi è salvaguardare la presenza delle donne nella montagna, dando loro il sostegno necessario per favorirne l’imprenditoria, l’accesso all’istruzione, alla gestione delle risorse oltre a incentivarne la rappresentanza non solo politica ma anche all’interno delle associazioni che promuovono comportamenti culturali e sociali innovativi pur nel rispetto della tradizione.
L’impegno delle Argonaute
Maura Cavallero e Maria Marchesi hanno poi parlato della loro Associazione Argonaute nata nel 2004 con lo scopo di promuovere iniziative a favore delle donne in un territorio, quello montano, dove l’isolamento è una realtà allora come ora. Numerosi studi e ricerche negli archivi storici riguardanti il ruolo della donna nella montagna hanno portato l’associazione a sviluppare in tutti questi anni una serie di iniziative per contrastare da un lato gli stereotipi di genere ma valorizzando dall’altro il ruolo della donna come colei che è in grado di tenere in vita la cultura del territorio con una forte impronta identitaria al femminile.

L’Associazione Argonaute si pone lo stesso obiettivo della Convenzione delle Alpi: promuovere l’emancipazione della donne e l’uguaglianza di genere ben consci che questo è l’approccio più vantaggioso per tutte le persone che vivono la montagna poiché se la donna sta bene tutti quelli che ruotano intorno a lei staranno bene. Sembra questa una affermazione forte ma guardando e ascoltando le numerose testimonianze che Maria e Maura hanno raccolto a partire dal 2010, rivolgendosi a circa settanta donne che hanno vissuto e hanno fatto vivere la montagna, in un periodo che parte da prima della metà del secolo scorso, ben si apprende quanto determinante sia stato il loro ruolo. Queste donne ormai molto anziane, attraverso interviste altamente empatiche raccontano con le loro microstorie la montagna attraversando gran parte del Novecento.
La loro specificità tutta al femminile tesse un unico filo conduttore che tutto unisce: la capacità di cura sia delle persone che dell’ambiente. Storie bellissime. Donne che con ogni tempo andavano a raggiungere donne che avevano bisogno di loro, aiutandole a dare la vita: le levatrici condotte. Donne che raggiungendo posti scomodi riunivano i bambini favorendone la socializzazione e la conoscenza: le maestre di montagna. Donne contadine che coltivavano la terra, ruolo che non veniva neanche riconosciuto, veniva dato per scontato. Donne che “inventavano” il cibo da mettere a tavola come il caffè estratto dalle ghiande secche delle querce o le frittelle fatte col sangue salassato dalle mucche. Donne che emigrando in Svizzera, le veltlinerin, lasciavano la loro casa ed il territorio per lavorare, aiutando con il loro salario la famiglia che restava. E’ con questo occuparsi degli altri declinato in molteplici cure che la donna da sempre crea e fà comunità.
Le sfide di oggi per la donna devono però rivolgersi anche ad altri obiettivi: sviluppare interesse alla cultura ed alle conoscenze scientifiche; migliorare l’accesso al lavoro e pretendere la parità di riconoscimento economico; avere accesso ai ruoli di rappresentanza ed ad alla gestione delle risorse. Le Argonaute hanno ricordato poi il loro impegno con la rete antiviolenza della provincia di Sondrio e la loro collaborazione con le scuole su iniziative per contrastare l’intolleranza e la discriminazione.

Custodi della memoria
La serata si è conclusa con un lungo incontro con la scrittrice Valeria Tron che, parlando del suo libro “L’equilibrio delle lucciole”, ha avuto modo di raccontare la propria vita e la propria formazione a partire dalla propria terra, la Val Germanasca. E’ questo non solo un luogo della natura ma anche della parola, una lingua antica che porta storia e poesia.
In questo bellissimo libro si trovano tutti i protagonisti fin qui nominati: la montagna, la donna come testimone della memoria, la cura, l’isolamento, il senso di appartenenza ma soprattutto l’empatia, sentimento che muove il femminile verso la libertà declinata nelle sue accezioni.
Laura Posani
