Addio posto fisso, meglio accudire le pecore

Sul quotidiano La Stampa vengono definiti “temerari”.  Andrea Gastaldi e Daniele Giordano, hanno rinunciato al posto fisso in fabbrica per diventare intrepidi allevatori nella piemontese Valle Stura. Entrambi si occupano di pecore di razza Sambucana, una varietà autoctona che negli Anni ‘80 rischiò di scomparire. Gastaldi, fossanese di 33 anni, era un operaio meccanico. Poi 10 anni fa si è trasferito a Pontebernardo con la fidanzata, realizzando il suo sogno: “Mi è sempre piaciuta la campagna, in montagna ho trovato uno stile di vita ideale grazie a tante persone che mi hanno aiutato. Oggi collaboro con un altro pastore, ho 50 capi miei e ho comprato casa”.

Giordano ha 47 anni e a differenza dell’amico da sempre abita nella frazione Pietraporzio a 15 chilometri dal confine con la Francia. La zona, sulla scia di tante terre alte della provincia, si è da tempo spopolata. Tra il centro del paese e la frazione Pontebernardo sono rimaste poche decine di famiglie. Oggi ci sono giovani che come Adrea e Giordano rinunciano al posto fisso in fabbrica e provano a fare il cammino inverso, puntando sulla gestione di bed&breakfast e sull’allevamento di ovini.

A dare una spinta ai pastori di nuova generazione è l’Ecomuseo della pastorizia che preserva lavoro e tradizioni. Come quella della Routo, l’antica via di transumanza tra Francia e Italia. La Routo oggi è diventata una rete sentieristica di 400 km tracciata, mappata e segnalata a disposizione degli amanti del trekking. Il progetto è curato dall’Ecomuseo della pastorizia e dalla Maison de la Transhumance: è a disposizione una pubblicazione in francese e presto ce ne sarà una in italiano. 

Commenta la notizia.