Cannoni sotto tiro / Venti di guerra sulle piste
Non si esclude la pista di un nuovo “terrorismo verde”. Sotto tiro in Svizzera come in Italia sono oggi i cannoni sparaneve. Sulle piste di Verbier, nel Canton Vallese, diversi dispositivi sono stati vandalizzati. Analogo scenario sull’Appennino bolognese. Dieci i cannoni danneggiati in un raid sul Corno alle Scale. Come riferiscono i giornali locali, gli autori dell’attentato ne hanno nottetempo tagliato i cavi rendendoli inutilizzabili. Inevitabile notare che la neve cosiddetta programmata da tempo suscita disagi di ordine sociale. Fece non a caso riflettere (ma non abbastanza) nel 2002 ciò che il compianto scrittore Guido Ceronetti sulla Stampa definì “il consumo demenziale di acqua, privato e pubblico”.
Una nuova emergenza emerse in quell’inizio del nuovo millennio. Per innevare le piste si lasciavano a secco gli acquedotti, e perciò anche le toilette degli alberghi nel momento cruciale delle vacanze di Natale e delle settimane bianche. Da allora non risulta che la crisi idrica sia stata risolta. Questi in ogni modo i precedenti. La polizia cantonale ha intanto lanciato nel Vallese un appello per cercare testimoni. Comprensibilmente teso è il clima anche in Appennino. “Con questo gesto”, affermano esponenti dei gestori, “si colpiscono in maniera vigliacca e deliberata, oltre alla società degli impianti e ai suoi dipendenti, anche e soprattutto le numerose aziende e gli imprenditori ma particolarmente i tanti giovani che hanno deciso di investire sul futuro del Corno alle Scale”.
Venti di guerra non solo da oggi anche nelle Dolomiti. Dove qualcuno nel fine settimana del 2 e 3 dicembre 2018 tentò di tagliare i cavi di due seggiovie sulle piste di Passo Rolle sopra San Martino di Castrozza, fra Trentino e Veneto. Le indagini non esclusero anche in quel caso l’ombra del terrorismo ecologista come sospettò senza peraltro disporre di prove il quotidiano La Repubblica.