Letture / Il Natale di Altitudini 2022
“Con una guerra che non è un gioco, con la natura che ci manda i suoi ultimi e inequivocabili avvisi, con un futuro che ci appare ancora in salita, ci apprestiamo a immergerci nei riti delle Feste sicuri che troveremo un angelo che ci salverà”. Con queste parole che vogliono essere rassicuranti e benauguranti il sito “Altitudini” propone un “piccolo calendario dell’Avvento” con i racconti di Laura Bortot, Daniele Ceddia, Matteo Mocellin, Luca Barachetti, Marta Mattalia, Luca Castelletti, Filodrammatica Santa Brigida, Viviana Cialone, Andrea Nicolussi Golo. Una storia ogni uno o due giorni, puntuale alle 7 del mattino, la trovate cliccando sul link https://www.altitudini.it/racconti-natale-2022/
Le foto che accompagnano i racconti provengono dall’Archivio Fotografico di Guido Ferrari (1882-1972). Sono lastre fotografiche stereo su vetro risalenti agli inizi del ‘900. Giungono a noi grazie all’interessamento del dottor Gege Agazzi, socio CAI di Bergamo, membro S.I.Me.M e CCM CAI Commissione Medica CISA-IKAR. Va precisato che Ferrari nasce a Treviglio, in provincia di Bergamo, il 9 settembre 1882. Fin da giovanissimo si avvicina al mondo della montagna. Nel 1910 sposa Ida Stella, prima donna sciatrice iscritta al Club Alpino Italiano di Bergamo.
Nella Prima Guerra Mondiale Ferrari combatte nella zona dell’Ortigara, della Val d’Astico e sul Carso, partecipa alla ritirata di Caporetto poi viene assegnato al Battaglione Alpini Mondovì di stanza al Passo del Gavia in Alta Valtellina. Nel maggio del 1918, alla testa di ottanta alpini, raggiunge la Cima San Giacomo, importante posizione ai fini della successiva presa del San Matteo.
Ferrari è un appassionato di fotografia e ama documentare, nei momenti liberi, quanto vede durante la Guerra Bianca. I suoi scatti, che utilizzano lastrine di vetro stereo, raccontano la crudezza e la durezza della guerra a oltre tremila metri. Purtroppo una notevole quantità delle fotografie va perduta nel corso della ritirata di Caporetto. È tra i primi a usare gli ski comparsi in provincia di Bergamo nel 1900, importati dalla Scandinavia assieme alle prime pelli di foca utilizzate per lo sci-alpinismo. Muore a Treviglio il 30 settembre 1972.