Letture / Storie e miti del mondo verticale

Dopo l’”Atlante inutile del mondo” (Hoepli 2021) Albano Marcarini ha dato vita in questi giorni con la sua fervida fantasia al nuovissimo “Atlante dei Monti Arcani”. E’ ancora Hoepli a pubblicare il volume in una splendida edizione (255 pagine in grande formato, 24,90 euro). Numerose le tavole cartografiche ad hoc e gli acquerelli, mentre un apparato d’appendice diventa approfondimento e guida per raggiungere le mete. Se l’”Atlante inutile del mondo” veniva definito dall’autore come “un repertorio cartografico di anomalie geo-politiche passate e presenti”, l’”Atlante dei Monti Arcani” è un volume dedicato alle montagne più suggestive, dall’Olimpo all’Ararat. 

L’idea dell’autore è che si possano costruire itinerari ideali e viaggi anche solo con la mente. “Be’, anche questo libro è frutto della mia sconfinata vocazione per la geografia e ancor più per le carte geografiche”, spiega Marcarini, milanese, urbanista con una passione sconfinata per le strade e la bicicletta, collezionista di vecchie carte geografiche, disegnatore di mappe, curatore di guide e atlanti. 

Non si nasconde Marcarini che da sempre la montagna suscita sensazioni enormi e a volte contrastanti: stupore, meraviglia, potenza, paura o aspirazione, sacralità e vicinanza a Dio, rispetto o conquista, ignoto. Quasi mai indifferenza. Alcune montagne sono circonfuse di un’aura ancora più elevata di quanto la loro altezza geografica riveli. Sono montagne sacre o mitiche o mitizzate o idealizzate. Non vi è regione del mondo che ne sia priva, non vi è popolo che non ne abbia una. E ognuna ha la sua vicenda, la sua narrazione: dimora degli Dei come l’Olimpo, poteri arcani come il Monte Calamita, meta di pellegrinaggio come il Monte Kailas, ultimo rifugio come il Monte Ararat, rivelazione come il Monte Sinai. 

Prima di sfogliare l’atlante va letta con attenzione la guida alla consultazione Raccomandazione importante, perché non è mai esistito un atlante dedicato ai monti arcani. Molto opportunamente il contenuto dell’Atlante, ovvero le sue 88 tavole, segue una progressione altimetrica: dai 43 metri del tabulato di Masada agli 8848 del Sagarmatha, meglio conosciuto come Monte Everest. Gli acquerelli realizzati dall’autore sono poi un simpatico corredo aggiuntivo nella parte “Approfondimenti e figure” posta in fondo al volume.

E’ possibile per concludere che a una prima lettura si vadano a cercare cime note o addirittura salite. Per meglio identificarle, per saperne di più, per entrare nei meccanismi di Marcarini. Pronto a testimoniare che pure il GPS della sua bicicletta all’Elba ha perso la bussola nelle vicinanze del Monte Calamita di nome e di fatto. Via via che si sale di quota, ecco comparire nell’Atlante il monte Masada (473 m) nei pressi del Mar Morto dove le reclute dell’esercito israeliano pronunciano fedeltà alla nazione, il Monte Novo che svetta a 133 metri su Pozzuoli, la Rocca di Cerbaia ben nota a Dante Alighieri e pressoché sconosciuta a noi comuni mortali, Hangig Rock (718 metri) in Australia che fornì lo spunto a Peter Weir per il film “Pic nic a Hanging Rock”, il Monte Porchiriano (962 m) in Piemonte, montagna sacra all’imbocco della Val di Susa dove sorge la Sacra di San Michele, la celebre Pietra di Bismantova (1047 metri) nell’Appennino reggiano che spicca come un tronco di quercia tagliato alla base.

E si potrebbe continuare a lungo. Buona lettura! (Ser)

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