Tradizioni alpine / Segale, è tempo di semina

Una semina della segale aperta a tutti, in compagnia dei bambini delle scuole elementari. Non c’è che da rallegrarsi per l’iniziativa organizzata questo autunno dall’Istituto Agrario Fobelli di Crodo in occasione di un Open Day in cui si è discusso di agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio e gestione delle risorse forestali e montane. In effetti sembrava finito nel dimenticatoio questo cereale che per secoli fu il sostegno alimentare della gente di montagna. Che sia giunto il momento di recuperarne le virtù? Ricerche ci dicono che per effetto della segale la maggiore durata di permanenza del bolo alimentare nell’apparato digerente dovrebbero avere un effetto anticancerogeno. 

La segale è uno dei cereali classici dell’antichità. Si suppone che la sua origine risalga a 2000 – 3000 anni fa nei campi di grano dell’Asia minore dove cresceva inizialmente come erbaccia ed era diffusa in coltivazioni miste. Sempre a Crodo la segale è stata protagonista sabato 22 ottobre di un convegno al Foro Boario organizzato dall’Associazione Canova all’interno della manifestazione “Bianco latte”.  “Tempo di semina – La segale nell’economia alpina ieri e oggi” è stato il titolo del seminario che ha visto alternarsi al tavolo dei relatori esperti di diverse discipline. Silvano Ragozza ha tracciato un percorso della segale e degli altri cereali nel passato dell’Ossola, mentre Daniele Grossi ha parlato degli aspetti agronomici e Mauro Adobati delle macchine per la coltivazione del cereale nelle aree terrazzate. Marta Brusco ha a sua volta affrontato l’argomento degli aspetti nutrizionali mentre Ivano De Negri e Alberto Senaldi hanno raccontato dell’esperienza dell’associazione Terraviva. 

Da poco in questa splendida valle Antigorio la segale è riscoperta e coltivata seguendo i metodi della tradizione. Se si è fortunati a Viceno può capitare che sia il cavalier Graziano Biancossi – instancabile nel tenere vive le tradizioni della valle – a illustrare le procedure della coltivazione. Sotto un sole estivo, armato di falcetto, Graziano raccoglie nell’orto mazzi di cereale. La lavorazione prosegue con energiche battiture per provocare il distacco dei chicchi. Poi viene un’accurata selezione. Che di rigore si svolge  in un certo incrocio tra le case di pietra del borgo dove spira quella certa brezza che scende dal monte Cistella. Così decisero i nonni quando Graziano era bambino. A ragion veduta o per pura magia?  (Ser)

In questa e nelle altre immagini il cavalier Graziano Biancossi in alcune fasi della lavorazione della segale in quel di Viceno, nell’Ossola, e un antico attrezzo usato nella raccolta del cereale.(ph. Serafin/MountCity)

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