Walsertreffen. Il sabato del villaggio
Ornavasso nell’Ossola è stato per tre giorni la casa dei gruppi walser che con i loro costumi colorati, le loro voci e i loro strumenti musicali hanno occupato festosamente la cittadina durante il Raduno triennale Walser Walsertreffen 2022. L’evento viene qui puntualmente descritto da Dario Monti, uno dei padri del sito “Vie Storiche”.
“Was dar LJibi Gott, Hut Ist Wol Ghuts”, tradotto liberamente “Ciò che Dio protegge è ben protetto”, è un proverbio walser che ben si adatta alla storia di questo “popolo delle Alpi” che è riuscito a restare unito ed a conservare una cultura comune anche quando le Alpi durante le rigide stagioni invernali dei secoli passati hanno cospirato per dividere le comunità disperse fra Svizzera, Italia, Francia ed Austria.
Ornavasso nell’Ossola è stato per tre giorni la casa dei gruppi che con i loro costumi colorati, le loro voci e i loro strumenti musicali hanno occupato festosamente la cittadina durante il Raduno triennale walser Walsertreffen 2022. Il venerdì è, di solito, riservato all’accoglienza e la domenica mattina alla sfilata tradizionale. Il sabato, invece, è la giornata dedicata agli incontri ed agli scambi culturali, agli eventi occasionali favoriti dalla allegria che si accompagna in tutte queste occasioni.
I gruppi provenienti dall’alto e basso Vallese, la madrepatria dei Walser sudalpini, sono i più numerosi. Solo dal Lotchenthal sono arrivati in settantacinque con un notevole coro tradizionale misto, ma tanti altri sono discesi da Visp, da Briga, da Naters, Viesch riempiendo le piazze di Ornavasso. Il piccolo Lichtestein non ha fatto di meno presentandosi con una cinquantina di persone fra figuranti e banda musicale.
Da Chamonix un gruppo misto di suonatori di corno delle Alpi con i loro caratteristici strumenti. Li incontriamo poco prima di mezzogiorno presso la sede del gruppo Rigaden nel centro storico dove sorge la parrocchiale di san Nicola. Un breve concerto accompagnato da buon vino bianco del Piemonte e da degustazioni di dolci. Qui si può visitare il piccolo museo organizzato in una antica casa in muratura. Chi si aspetta di trovare architettura in legno ad Ornavasso resta deluso: le case non sono in legno, ma in pietra perché qui i Walser, chiamati fino dal XIV secolo “Teutonicis di Ornavaxio”, diversamente dai loro cugini di alta montagna vivevano cavando lastre di pietra e di marmo dalla loro montagna rifornendo anche la Fabbrica del Duomo di Milano. La stessa chiesa della Guardia è stata costruita nello spazio abbandonato da una vecchia cava di marmo.

Dal versante sudalpino, fino dal mattino le comunità di Agaro, Formazza, Salecchio sono presenti nei tre costumi tradizionali con un gazebo e tanto materiale informativo. Non è un gruppo numeroso, ma sono ben rappresentate anche le giovani leve ben disposte a raccontare i ricordi di famiglia, la loro vita e lo studio del dialetto tedesco dei loro avi. Parliamo con il nipote dell’ultimo sindaco di Agaro che ci racconta come suo nonno riuscì a contrattare il trasferimento della sua la comunità in case e terreni poste nella valle sottostante quando il paese venne sommerso da un lago artificiale.
Anche la festosa comunità di Gressoney è presente con parecchie decine di giovani uomini e donne nei ricchi costumi della loro Kramerthal o valle dei mercanti. Si concedono volentieri a fotografie di gruppo ed a partecipare a balli improvvisati mentre la banda di Ornavasso suona nella piazzetta vicino alla chiesa di san Giacomo.
La vera scoperta di queste giornate di scambio di cultura e di festa è stata la comunità Walser di Ornavasso o Urnafasch composta da una trentina di persone che ha saputo coinvolgere tutto il paese ed organizzare al meglio la kermesse e la loro cittadina che si è finalmente svelata ai visitatori ed agli ospiti che hanno potuto apprezzare i suoi tesori archeologici ed artistici, i suoi negozi, i suoi bar e ristoranti e le case del vecchio nucleo che dominano la valle della Toce.
testo e foto di Dario Monti
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