Tutela del paesaggio “da bilanciare”
Sul Sole 24 ore un servizio è stato dedicato in questi giorni alla sentenza del TAR riguardo le norme sul territorio dell’alto Cadore. Titolo: “La tutela del paesaggio va bilanciata con lo sviluppo”. L’ autore ha voluto interpellare sull’argomento l’ambientalista Luigi Casanova. “Ho raccontato questa storia decennale”, conferma Casanova, “in modo serio e non ideologico. Certo, l’attenzione mia era impostata sull’ambiente, le aree protette, i valori delle alte quote”. E’ però da escludere che le sue opinioni siano state riportate come Casanova si aspettava.
Com’è noto, la sentenza del Tar ha annullato i vincoli paesaggistici posti dal Mibac al progetto di collegamento sciistico tra Comelico e Pusteria. Vincoli ai quali si erano opposti i sindaci di Auronzo e del Comelico. “I vincoli”, si legge nella sentenza, “non servono a contrastare lo spopolamento. Anzi, rischiano di aggravarlo”. Le associazioni ambientaliste Italia Nostra, Mountain Wilderness Italia e Lipu non concordano e si sono dette stupite e amareggiate dalla sentenza. Ora a ricorrere in prima e diretta istanza alla sentenza del TAR dovrebbe essere il Ministero. A quanto risulta, potrebbero seguire in appoggio le associazioni MW, Italia Nostra, LIPU.
Ma come è possibile “bilanciare” la tutela del paesaggio? Ed è corretto fare riferimento alla tutela del paesaggio come a una zavorra da “bilanciare”, così come si esprime l’articolo del quotidiano di Confindustria, classico esempio di giornalismo “orientato”? Da quello che emerge a proposito di bilanciamenti, le Soprintendenze e il Ministero sembrerebbero in questo caso sottoposti a una pressione politica e lobbistica determinante. Il progetto di collegare Padola, in provincia di Belluno e Sesto, in val Pusteria nella provincia di Bolzano va avanti anche se non è così semplice collegare “sci ai piedi” l’area di Sesto Pusteria con Padola e il Comelico, dalla parte opposta, attraverso cabinovie e opere collaterali in quantità. Ma Il Sole 24 Ore ribadisce che questa opportunità “è interessante anche in vista della vetrina delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026”.
Ferma rimane l’opposizione delle associazioni ambientaliste. Ma intanto le opere del collegamento sono, sia pur parzialmente, già finanziate con fondi pubblici per 30 milioni di euro: 26 milioni arrivano dal Fondo Comuni confinanti, alimentato dalle Province autonome di Trento e Bolzano, che puntano a sostenere lo sviluppo “armonico” di alcune aree al loro confine. Quattro milioni, invece, arrivano dalla Regione Veneto. A questi si sommano fondi privati.
“L’obiettivo”, spiega Rinaldo Tonon, ex presidente della società degli impianti di Padola, “è rivitalizzare le piste e il turismo della zona”. E pazienza se non nevica più, il sistema per “rivitalizzare le piste” lo si troverà. A che cosa serve altrimenti la neve artificiale? (Ser)