Letture / Marion e le grandi pulizie sull’Everest
Esistono molti modi di guardare alle montagne. Quando la giovane Marion Chaygneaud-Dupuy sale per la prima volta sull’Everest, vede soprattutto un gigante sofferente e gravato dall’incuria degli uomini che, accecati dall’obiettivo della vetta, abbandonano lungo i pendii tonnellate di rifiuti. Nasce così l’idea di “Clean Everest”, un grande progetto di pulizia che nel giro di tre anni ha rimosso dalla via di salita del versante tibetano circa 4 tonnellate di rifiuti. Questa iniziativa è il punto d’arrivo di un lungo percorso che ha portato Marion, ancora giovanissima, a lavorare prima fianco a fianco di un medico di strada in India, poi a farsi monaca buddista e trascorrere tre anni in un monastero nel Darjeeling, seguire l’università a Lhasa e avvicinarsi infine al regno delle grandi montagne.
“Il Respiro dell’Everest” (MonteRosa edizioni, 214 pagine, 19,50 euro) racconta la vita straordinaria di Marion Chaygneaud Dupuy, una giovane donna che ha donato alla montagna uno sguardo diverso, ne ha colto l’anima sofferente e ha agito per porre rimedio.
“Aver scoperto come il campo base avanzato fosse trasformato in una discarica”, racconta l’autrice, “mi aveva fatto perdere ogni velleità d’alpinista, lasciandomi svuotata e in preda a una grande tristezza. Nel bel mezzo dell’ascensione anche il mio fisico ne aveva risentito: fiato corto, stomaco chiuso, torace contratto e cuore che batteva all’impazzata”.
Marion Chaygneaud-Dupuy nasce e cresce nella regione francese della Dordogna, in una casa in mezzo ai boschi. A 16 anni, dopo un viaggio a Calcutta al fianco del medico di strada Jack Preger, si avvicina al Buddismo e inizia il suo cammino spirituale attratta dai libri del maestro tibetano in esilio Bokar Rinpoche, fondatore e guida del monastero di Mirik, nel Darjeeling. Nella primavera del 1999, a soli diciott’anni, si reca in India per essere accolta come discepola nel monastero del Rinpoche.
Per quattro anni Marion – che prenderà il nome di Dolma (“Compassione in azione”) – condividerà con gli altri monaci un impegnativo percorso spirituale e di crescita interiore. In seguito, sceglierà di essere una suora laica e di iniziare una nuova vita a Lhasa, in Tibet, dove frequenta l’università e si dedica a progetti di salvaguardia ambientale e culturale presso le tribù nomadi del Chantang. In questo periodo accompagna lunghi trekking per conto di agenzie europee, affronta le sue prime cime in alta quota e instaura una fattiva collaborazione con la Scuola delle Guide d’alta montagna di Lhasa.
Diventata a sua volta guida, tra il 2013 e il 2017 Marion scala l’Everest dal versante tibetano per ben tre volte, e sarà la prima donna europea a compiere l’impresa. Ma è soprattutto l’impatto ambientale delle spedizioni commerciali che colpisce Marion, spingendola all’azione: nasce così Clean Everest, un’imponente operazione di pulizia che, in tre anni, rimuove dalla montagna più alta del pianeta otto tonnellate e mezzo di rifiuti. Per il suo impegno, Marion ha vinto il premio internazionale “Terre des femmes” 2019, assegnato dalla francese Fondation Yves Rocher.
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