Letture / Le cime tempestose delle sorelle Grassi
“Cime tempestose – alpinismo al femminile e storie d’amore” è il titolo di un bellissimo libro fresco di stampa di Gaspari Editore, autrice Bianca Agarinis Magrini che negli ultimi vent’anni ha dato alle stampe storie e saggi, prendendo spunto dall’archivio storico della famiglia Lupieri-Magrini. Un archivio straordinario, un mondo di carte eccezionali, che documentano la storia sociale e politica di Otto e Novecento della Carnia e dell’Italia. In quest’opera l’autrice, moglie di Giulio Magrini, ripercorre la storia delle sorelle Grassi, Annina e Angelina, appassionate di montagna e note alpiniste friulane. Furono tra le prime donne a salire sul Monte Canin nel 1877. Alle vicissitudini umane di queste ragazze, nel libro si affianca l’amicizia con grandi alpinisti e naturalisti friulani, come Ardito Desio, Ludovico di Caporiacco e Egidio Feruglio, in una storia fatta di “emancipazione e di potenti contrasti ideologici che si rarefanno nel silenzio dell’altitudine”.
Il libro della Agarinis Magrini è costruito a intarsio. C’è la storia di Annina: “un piccolo giallo – si legge nella prefazione di Carlo Bressan – dove compare il ricordo di alcune allusioni ascoltate, quando Bianca era giovane, da “zia” Teresa Cecchetti, per tornare poi all’archivio di famiglia”. Ed è qui che l’autrice ha la fortuna di imbattersi nell’intrigante e – sfortunata – storia d’amore di Annina con Arturo Magrini, e di svelare ai lettori le lettere d’amore scritte dal dottor Magrini stesso, di cui una indirizzata proprio ad Anna.
La vicenda è malinconica, e nel libro si spiega bene perché. Il lavoro dell’autrice poi prosegue tra le carte, e racconta il futuro di Arturo stesso dopo la rottura con Annina e la sua vita, per poi proseguire con la biografia di Aurelia, figlia di Arturo e Lucrezia, e il suo viaggio sentimentale, in Argentina, al fianco del marito Egidio Feruglio, uno dei più importanti geologi italiani. Con Feruglio entrano in scena altri personaggi come Ardito Desio e il conte Lodovico di Caporiacco, protagonista quest’ultimo, in un intarsio irresistibile, del racconto della sua vita, attraverso la pubblicazione del testamento.
In “Cime tempestose”, grazie al discendente omonimo Lodovico di Caporiacco e Domenico Pittino, viene stampato il testamento dell’avo, documento che seduce per l’onestà coraggiosa degli intenti. Caporiacco scriverà, tra l’altro, che suo figlio deve imparare il friulano, “perché in friulano, linguaggio semplice, la retorica è impossibile”. Grazie a Umberto Sello e alla Società alpina friulana, nel libro viene anche pubblicato, come ultimo intarsio, il racconto di Giovanni Marinelli “Le prime alpiniste sulla vetta del monte Canin”, edito nel 1878.
Va ricordato che “Voglio andare lassù. Breve storia delle Sorelle Grassi” era stato in precedenza un interessante spettacolo sulle donne in montagna a cavallo tra ‘800 e ‘900: una bella storia di avventura, determinazione e volontà. Lo spettacolo era organizzato con il supporto della Fondazione Dolomiti Unesco. La rappresentazione teatrale portò in scena la storia poco conosciuta delle tsorelle Grassi che si appassionano di scalate nella Carnia dell’800, diventando autrici di ardite imprese alpinistiche tra la Carnia e il Cadore. Una storia vera, di passione per la montagna e di riscatto femminile, rimasta sepolta negli archivi e riscoperta da Melania Lunazzi, giornalista e storica dell’arte, in uno spettacolo che ha avuto unanimi apprezzamenti in molte repliche.