L’orticaria e la complessità del vivere in montagna
Nel commentare gli interventi alla manifestazione di protesta del 5 giugno a Passo Giau contro il “saccheggio” delle Dolomiti, interventi puntualmente riportati in MountCity, un lettore ha beffardamente espresso il parere che tale lettura gli fa venire l’orticaria. Su sollecitazione della redazione l’amico Luigi Casanova, che dell’incontro è stato fra gli organizzatori, ha cortesemente replicato con alcune osservazioni sulla complessità del vivere in montagna.
Noi ambientalisti a qualcuno facciamo venire l’orticaria. Ne siamo consapevoli, almeno in queste persone c’è una reazione. Raccoglie lo stress del loro vivere, come il Fuoco di sant’Antonio. Fatto grave è che ai politici, di quasi tutte le debolezze partitiche, le nostre azioni non provochino alcuna reazione. Eppure parliamo il linguaggio di papa Francesco 1°, e per i laici di Salvatore Settis. La nostra azione sociale, politica, propositiva è rivolta a offrire alle attuali generazioni giovani e alle prossime un futuro di vita di qualità, qualche certezza e specialmente difendere quanto di bello è rimasto nel nostro paese e sulle nostre montagne.
Invece di subire passivamente l’orticaria tante persone dovrebbero accompagnarci. Per fare cosa? Per garantire un futuro alla complessità del vivere in montagna, per sconfiggere il porno-turismo alpino (Michil Costa) e investire in una economia capace di sinergie fra prodotti locali, agricoltura, allevamento, filiera del legno, turismo di qualità, cultura, arte, ricerca della bellezza, ricerca scientifica. E tanto altro che la montagna, nonostante le violenze che le imponiamo giornalmente, ancora riesce ad offrirci.
C’è bisogno di lavoro per difendere la montagna, non di ammalarsi e stare a grattarsi causa l’orticaria.
Luigi Casanova