Un ticket per chi va in montagna?

In montagna si devono pagare parcheggi, navette, tavoli e panchine nelle aree attrezzate. Ma a un patto: che in cambio vengano garantiti i servizi: sicurezza, manutenzione stradale, raccolta rifiuti, pulizia e bagni. È la strategia condivisa dalla maggior parte degli operatori turistici delle vallate cuneesi, coinvolti in un dibattito che continua a dividere e trova un’eco nelle pagine locali della Stampa. Come osserva il giornalista Matteo Borghetto si fronteggiano due fazioni: quella di chi sostiene che anche nelle Terre Alte devono valere le stesse regole applicate in città, anzi ancora di più perché si tratta di difendere la natura da un “assalto indiscriminato” di veicoli; e quella di chi invece ritiene che l’accumularsi di balzelli rischi di allontanare i turisti e pertanto sposa il concetto del “liberi tutti”, ancora più valido oggi dopo due anni di Covid.

La soluzione a quanto si legge potrebbe essere un ticket per chi va in montagna, quanto mai necessario ora che è tornata la “montagna a pagamento” per l’utilizzo di parcheggi e navette, tavoli e panchine nelle aree attrezzate. Parchi e Comuni hanno intanto confermato (e in alcuni casi ritoccato al rialzo) le tariffe per turisti e visitatori.  

Costa cara la vacanza in montagna? L’argomento è all’ordine del giorno nelle località di villeggiatura alpine, come se sulle spiagge tuffarsi e starsene a prendere il sole fosse di norma uno svago gratuito. Da tempo si accetta che si paghino cinque euro per frequentare una delle cale più belle dell’Ogliastra, in Sardegna, la famosa cala Goloritzè. Lo decise nel 2016 l’amministrazione comunale di Baunei: chi vuole fare il bagno in quelle acque cristalline deve pagare questa cifra. Compreso nel biglietto è il costo del parcheggio custodito. 

Le tariffe giornaliere per il parcheggio alle Tre Cime di Lavaredo risultano oggi di
30 euro per le auto, 20 per le moto, 45 per i camper.

Ma anche godersi l’incanto del Devero nelle Alpi Lepontine non è proprio a buon mercato. Il posteggio a circa un chilometro dall’alpeggio costa 6 euro in settimana e 10 nel week end. Verso le 10.30 non si trova più neanche un posto per l’auto e quindi si consiglia di arrivare presto la mattina. Cambiando scenario, nelle Dolomiti per la chiesetta di Ranui, in val di Funes, con le Odle sullo sfondo, è richiesto l’accesso a pagamento e si paga anche l’eventuale utilizzo di droni per fotografare. A pagamento è un’altra meraviglia dell’Alto Adige, il lago di Braies dove si parcheggia l’auto solo se si è preventivamente prenotato il posto macchina. 

Richiede infine, fra i tanti esempi, un portafogli ben fornito l’utilizzo delle funivie del Monte Bianco. Facendo due conti, in auto da Milano per raggiungere Courmayeur si pagano circa 50 euro di autostrada, mentre il biglietto per la funivia andata e ritorno Pontal – Punta Helbronner costa 45 euro. Aggiungendo circa 70 euro di carburante si arriva a duecento euro. Insomma, è uno spettacolo immenso e impagabile quello del Monte Bianco visto dalla skyway. Per molti letteralmente impagabile. Come lo è parcheggiare l’auto alle Tre Cime di Lavaredo: 20 euro, salvo errori e omissioni, è la tariffa giornaliera. (Ser)

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