Carlo Mauri, la sua odissea diventa una mostra
A più di quarant’anni dalla scomparsa, Carlo Mauri (1930-1982) vive sempre nel cuore dei concittadini lecchesi. Al grande alpinista ed esploratore è dedicata a Lecco una mostra presso il Palazzo delle Paure che ripercorre le tappe della sua affascinante storia, ma, soprattutto, ne mette in risalto la grande voglia di vivere e di andare oltre gli ostacoli e le sventure. La capacità di accettare e poi superare i propri limiti è, infatti, il concetto chiave della mostra, il cui allestimento è in gran parte focalizzato su un episodio chiave della vita di Mauri: quello dell’incontro con il chirurgo Gavriil Abramovič Ilizarov, che, con la sua innovativa terapia ortopedica riuscì, nel 1980, a restituirgli la funzionalità quasi completa di una gamba malata in seguito alle complicazioni per una frattura.

È questa un’avventura nell’avventura. Mauri venne a sapere dell’esistenza del metodo Ilizarov qualche anno prima, nel 1977, quando era impegnato nella traversata dell’Oceano Indiano con la barca di papiro Tigris. Dell’equipaggio faceva parte anche un esploratore russo che, vedendo la sua gamba martoriata lo invitò in Siberia, per sottoporsi alle cure di Ilizarov, allora sconosciuto in Occidente.
Sfidando le diffidenze e gli ostacoli derivanti dal clima politico internazionale, allora ancora pienamente immerso nella Guerra Fredda, Mauri affrontò l’operazione e, una volta tornato in Italia, si fece promotore di un ciclo di conferenze che portarono il chirurgo russo in Europa, per diffondere la sua rivoluzionaria terapia, che cambierà in meglio la qualità della vita di migliaia di persone.
La vicenda è simbolizzata nella mostra attraverso sei grandi cilindri (che ricordano la “gabbia” del metodo Ilizarov”) all’interno dei quali installazioni visive e sonore accolgono il visitatore, rievocando gli ambienti e i temi delle grandi avventure di Mauri: montagne e ghiacci, steppe e praterie, foreste, deserti, oceani e insediamenti umani.
Nel contesto della mostra trovano spazio anche le testimonianze di sette “ambasciatori” che ben incarnano questa capacità di “andare oltre”. Si tratta della scrittrice e attrice Antonella Ferrari, di Fabrizio Fontana, dei campioni paralimpici Luca Pancalli, Daniele Cassioli e Federico Pellizzari e degli alpinisti Marco Confortola e Andrea Lanfri.
Dopo gli esordi alpinistici sui “paracarri” della Grigna, con il maglione rosso dei Ragni, Mauri girò il mondo, scalò vittoriosamente con Walter Bonatti il Gasherbrum IV, navigò sulla barca di papiro di Thor Heyerdall. Le sue appassionanti corrispondenze apparvero a lungo nelle pagine della Domenica del Corriere. “Il rischio è vita” ripeteva, e questo è anche il titolo del suo libro di maggior successo. A Mauri è dedicata la ferrata del Gruppo Gamma che sale al Pizzo d’Erna, nel gruppo del Resegone, uno dei più spettacolari itinerari del Lecchese.
La mostra è visitabile fino a mercoledì 30 novembre. Per informazioni più dettagliate su costi e orari di apertura visitate il sito: https://www.eccolecco.it/arte-cultura/mu
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