Crisi idrica, la grande sete dei rifugi alpini
La siccità si fa sentire ai piedi del Monviso e un articolo di Chiara Viglietti sul quotidiano La Stampa di Cuneo del 25 maggio invita a prepararsi all’estate della grande sete. L’allarme riguarda anche i rifugi alpini in quota. Il lago che serve il rifugio Vallanta, che apre a metà giugno, in mancanza delle riserve di neve dell’inverno è sotto tacca di tre metri. Così, ipotizzano i gestori, si dovrà risparmiare sull’acqua per lavarsi e sull’elettricità. Le cene a lume di candela in questo caso non avranno nulla di romantico.
“Ci dovremo preoccupare anche di come conservare i cibi o garantire le coperture delle linee elettriche con generatori di corrente e sistemi alternativi”, spiega Olivero Patrile, gestore del rifugio ai piedi della parete nord del Viso. “L’ultimo inverno ha messo in ginocchio la nostra montagna”.
Al Genova, in val Gesso, il gestore Dario Giorsetti fa i conti: “Abbiamo riserve fino a luglio. Poi inizierà la grande incognita. Storicamente abbiamo sempre preso l’acqua dai nevai dei canaloni che stanno alle spalle del rifugio. Ma sono in agonia. Non ci resterà altra scelta che scendere a valle e fare avanti e indietro con bancali d’acqua”.
Al Garelli, in alta valle Ellero, faranno la spola settimanale con i muli. Mentre si sono attrezzati per riportare in vita il vecchio gruppo elettrogeno: “Facciamo il pane in rifugio”, racconta Simone Colombo, “ma vista la grande carenza d’acqua che purtroppo coinvolge tutte le nostre Alpi, abbiamo pensato a un piano di emergenza per non rimanere in piena estate senza energia elettrica: tornare all’antico, a un generatore vecchio di mezzo secolo
Marco Bussone, presidente Uncem, chiede intanto piani di accumulo per l’acqua: dai rifugi agli alpeggi. Perché la grande sete non risparmierà neanche loro: “Gli allevatori devono prepararsi a un’estate difficile: è ora di programmare una pianificazione sul tema degli approvvigionamenti idrici in alta quota. Servono ai rifugi e ai margari, costretti negli ultimi anni a chiudere in anticipo la loro stagione. Un’emergenza che se non affrontata ci porterà nel cuore di un nuovo deserto: le nostre Alpi”.
Nella foto il rifugio Vallanta (ph Matteo Gerbaldo da Internet)