Letture / Ossola da scoprire in “Lepontica” di aprile 

“Lepontica”, il mensile in pdf messo gratuitamente a disposizione da Paolo Crosa Lenz, offre nel mese di aprile 2022 sette brevi saggi che come sempre riguardano la cultura contadine nelle valli ossolane di cui l’autore è attento studioso. Gli argomenti variano dai fantastici terrazzamenti delle valli ai misteriosi “sgerbi”, terreni incolti in terre abbandonate, dall’incantevole quadro “L’aratura a Miazzina” di Achille Tominetti (1848-1917) qui sopra riprodotto alle poesie di Remigio Biancossi (1917-2003) prete di montagna di Valle Antrona e Bognanco, alla figura di don Pietro Silvestri (1931-1992) “uomo di montagna e di natura”. Crosa Lenz racconta anche di una straordinaria scalata insieme con tre amici alla “montagna più strana e stupida del mondo”; e il fascicolo si conclude con la recensione di una guida fresca di stampa dell’editore Grossi di Domodossola che riguarda i sentieri dell’Ossola e Val Grande. Lo scritto ricco di spunti è qui riportato nella sua integrità. Da non perdere. Per info e suggerimenti: crosalenz@libero.it

L’editore Grossi di Domodossola, a quasi trent’anni dalla prima edizione (Ia 1995, IIa 2008), ripropone la scoperta delle montagne dell’Ossola allargando lo sguardo alla Val Grande in una nuova versione riveduta e aggiornata. In tre decenni molto è cambiato: la segnaletica è migliorata, ma gli eventi meteorologici estremi, un esempio è stata l’alluvione dell’ottobre 2019, hanno in alcuni casi modificato la rete sentieristica. 

È cambiata anche la frequentazione della montagna con l’emergere di fenomeni nuovi: la diffusione del cicloturismo (e bike e mountain bike), il proliferare delle vie ferrate, il moltiplicarsi degli ultra trail, l’ideazione dei “chilometri verticali”, la riscoperta dei “cammini”. Nonostante questo, il libro conferma il valore dell’escursionismo lento come nobile modo per scoprire il mondo, se stessi e gli altri. 

Il libro offre la Val d’Ossola e la Val Grande a piedi: 50 escursioni in una valle tutta da camminare per stupirsi delle bellezze della natura e capire la civiltà degli uomini di montagna. Un’occasione unica per penetrare a fondo l’anima di queste montagne, per “sentire” il vento delle valli. 

Le due componenti dell’escursionismo, l’azione e la contemplazione, sono complementari l’una all’altra: si prova la sensazione di benessere fisico, il piacere del corpo in movimento e il piacere di guardare il mondo dall’alto, lo stupore sempre nuovo davanti alla bellezza della natura: la parete Est del Monte Rosa, il Vaccareccio di Veglia, l’alpe Devero e la Val Buscagna, la Cascata del Toce, gli orridi di Antigorio, la dolcezza di Vigezzo, i boschi della Val Grande. 

Le valli e le montagne dell’Ossola, nella loro variegata complessità ricca di contrasti, offrono un terreno privilegiato per un escursionismo fatto di lunghe camminate e ampi orizzonti. 

In pochi chilometri si passa dalle linee dolci dei laghi prealpini, grande vista dal Massone o dal Faiè, all’imponenza dei Quattromila: il Monte Rosa è onnipresente, ma anche il “Trittico del Sempione” (Weissmies, Lagginhorn, Fletschhorn). Dagli ulivi del Lago Maggiore ai ghiacciai ormai smunti della Val Formazza, dai vigneti di Montecrestese alle giogaie assolate e selvagge della Valle Antrona: linee dolci e paesaggi in verticale separati da un battito d’ali. Solo 17 km separano Domodossola, 270 m, dalla Weissmies, 4030 m: la pianura urbanizzata e l’alta montagna. 

Certo, camminare è importante. “Se gli uomini camminassero di più, il mondo sarebbe migliore” recitano i versi del poeta. Ma è importante anche il “dove” si cammina, per andare a vedere “cosa”. 

Sui sentieri e sulle montagne dell’Ossola si può vivere ancora l’“affreuse solitude” (solitudine terrificante) sperimentata dai primi esploratori del Settecento. Vi sono luoghi dove non va mai nessuno. E la sera, al ritorno dopo una giornata di cammino, potrete incontrare un vecchio montanaro che vi regalerà un saluto tutto ossolano. “Alegar”: siate allegri. 

Paolo Crosa Lenz

da Lepontica 18

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