“Tomorrowland Winter”, una baraonda da fermare
Dal 19 al 26 marzo si svolge all’Alpe d’Huez nelle Alpi francesi la seconda edizione del festival Tomorrowland Winter. Più di 18.000 sono i partecipanti che per una settimana si prevede che s’incontrino tra 1800 e 3300 m di altitudine dove l’alta montagna risuona, giorno e notte, con migliaia di watt. Mountain Wilderness France lancia l’allarme per l’impatto di questo tipo di assembramento, per il moltiplicarsi di viaggi in funzione di micro soggiorni e per le quantità di cherosene impiegate.
“La montagna non è uno spazio vergine”, si legge in un comunicato, “non è un territorio ordinario che dovrebbe adattarsi ai nostri stili di vita urbani. L’inquinamento atmosferico, acustico e visivo sta diventando sempre più grave e continua a guadagnare terreno sulle montagne. Preservare questi territori è una necessità ecologica assoluta ma anche una sfida per ciascuno di noi e per tutti gli esseri viventi”.
“Le montagne”, osserva a sua volta Bernard Amy, presidente onorario di MW, “sono gli ultimi spazi selvaggi d’Europa, rappresentano i pochi luoghi dove possiamo ancora rigenerarci godendoci il silenzio. Il silenzio non è solo assenza di suoni e parole. Ci permette, al di là del frastuono della nostra vita quotidiana, di ascoltare ciò che il mondo ci dice”.
“Certo, diciamo decisamente sì alla cultura, alla musica, alle feste e ai festival”, si legge ancora nel comunicato di MW Francia. “Ma domandiamoci in quali luoghi, a quali condizioni questo può avvenire. La regione Auvergne-Rhône-Alpes ha pianificato di sostenere Tomorrowland Winter con 100.000 euro a carico del municipio dell’Alpe d’Huez. Questi sussidi pubblici non possono che essere destinati alla transizione ecologica e ai tanti progetti culturali rispettosi dell’ambiente, spesso privi di finanziamenti”.