Straparlando con Giuseppe Cederna
“Porto in scena la mia normalità”, racconta l’attore e scrittore Giuseppe Cederna ad Antonio Gnoli parlando, nel corso di un’intervista il 5 marzo 2022 nel supplemento “Robinson” del quotidiano La Repubblica, della sua attività di attore “non mattatore”. Appassionato alpinista, instancabile camminatore, Cederna non nasconde a Gnoli che lo intervista per la sua collana d’incontri intitolata “Straparlando”, di “vivere di incertezze, di dubbi, di discrezione”. Ha interpretato circa 50 film tra i quali “Mediterraneo” di Gabriele Salvatores, Oscar nel 1992. Il suo libro “Il grande viaggio” vinse nel 2004 il Premio Gambrinus “Giuseppe Mazzotti”. “Viaggiavo forse”, racconta del suo vagabondare in terre lontane, “per pormi altre domande: chi fossi e cosa volessi davvero. Uscivo da un periodo duro, dal gioco insensato di andare sempre oltre, di volere sempre di più. Ma la vita non è accelerazione…”. Nell’intervista Cederna racconta anche di suo padre Antonio, giornalista e politico, che fu un pioniere della tutela del paesaggio (sua zia Camilla fu invece una celebre giornalista). “Mio padre”, riconosce, “mi ha insegnato a difendere il bene pubblico”. Qui un suo racconto inedito di alcuni anni fa che pone in evidenza il legame con la Val di Mello da lui definita il suo “luogo del cuore”.
Il mio luogo del cuore? La Val di Mello (Sondrio). Ogni volta che ci arrivo mi sembra che questo meraviglioso giardino chiuso fra cime e pareti di granito, in una valle ricca di cultura oltre che di una natura straordinariamente bella, sia una specie di miracolo. Acque cristalline che scendono danzando dai ghiacciai, roccia e pascoli, animali selvatici, sentieri selvaggi… Il tutto così vicino alla grande città, a disposizione di tutti.
Sembra un miracolo che questa valle sia rimasta relativamente intatta, senza condomini, seconde case, strade inutili. Merito anche dell’iniziativa promossa da mio papà Antonio, che nel 1973 in qualità di membro del Consiglio superiore dei lavori pubblici iniziò l’iter di area protetta.
Mi chiedo se il nascente Parco della Val Masino sarà in grado di fare preservare questo gioiello, se le future generazioni potranno gioirne così come è capitato a noi. E mi unisco al movimento che negli ultimi anni ha lottato contro la costruzione di nuove centraline idroelettriche e di una strada carrozzabile che, secondo i piani di certi speculatori, dovrebbe prendere il posto del vecchio caro sentiero.
Giuseppe Cederna