Olimpiadi 2026, quali prospettive / Le posizioni ambientaliste

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il 18 febbraio questo comunicato stampa intitolato “Olimpiadi verdi nelle Alpi?” firmato da Heimatpflegeverband Südtirol, Federazione Protezionisti Sudtirolesi, Mountain Wilderness, Piattaforma Pro Pusteria, Lia per Natura y Usanzes, Peraltrestrade Dolomiti, Italia Nostra, WWF Italia, Mava Seggo, Protect our Winters Italy in merito alle Olimpiadi 2026 in Alto Adige. A seguire una comunicazione in merito all’incontro a cura di Luigi Casanova a nome di “Per altre strade”.

I partecipanti all’incontro di Bolzano. Da sinistra Florian Trojer (HPV), Linda Schwarz (POW), Greta Niederstätter Serani, Luigi Casanova (Peraltrestrade Dolomiti), Claudia Plaikner (HPV), Klauspeter Dissinger (DNU), Christine Baumgartner (PPP), Franco Tessadri (Mountainwilderness), Madeleine Rohrer (DNU)
 
 

L’incontro a Bolzano: il comunicato

Le 24° Olimpiadi invernali in Cina si concludono domenica 20 febbraio e sono già considerate i giochi “ecologicamente più insostenibili” di tutti i tempi. L’Alto Adige ha la possibilità di rendere le Olimpiadi 2026 meno impattanti. Questo richiede un’inversione di tendenza nella politica e l’investimento dei fondi olimpici esclusivamente in progetti sostenibili.

I giochi olimpici non lasciano l’ambiente indenne: migliaia di tonnellate di cemento vengono gettate ogni volta per la realizzazione di nuove infrastrutture, migliaia di persone e enormi quantità di attrezzature devono essere trasportate e rifornite. Ma se i problemi principali dati dalla costruzione delle infrastrutture e dal traffico individuale motorizzato vengono affrontati per tempo e in modo organico, gli effetti negativi dei giochi olimpici sull’ambiente e sulla qualità della vita dei residenti possono essere ridotti al minimo.

La questione traffico individuale motorizzato. Strade nuove e più ampie generano nuovo traffico. Tuttavia l’Italia, e soprattutto l’Alto Adige, vogliono utilizzare i cospicui fondi olimpici per realizzare numerosi ampliamenti alla rete stradale. Uno degli esempi più eclatanti a riguardo è il nuovo collegamento previsto tra la strada statale della Val Pusteria e la strada per la Valle di Landro. Questo megaprogetto conduce in parte attraverso aree Natura 2000, altamente tutelate a livello europeo. Inoltre sono previsti l’ampiamento della strada della Val Pusteria, lo sviluppo degli svincoli verso Valdaora, verso Anterselva e verso Sesto, l’ampliamento del collegamento tra San Cassiano e Cortina, l’ampiamento di molte strade sui passi comprendente la realizzazione di tracce ciclabili e molto altro ancora. A Cortina stessa, sono previsti enormi parcheggi e garage. Questo significa che nei prossimi anni e decenni un aumento del trasporto individuale motorizzato in Val Pusteria e in direzione di Cortina, con tutti gli effetti collaterali negativi per le persone e l’ambiente, non sta venendo solamente messo in conto e accettato, ma anche pianificato e favorito. Al contrario, il trasporto pubblico locale rimane in secondo piano.

La maggior parte delle risorse dovrebbero confluire nel trasporto pubblico locale.

Come progetto modello di sostenibilità per i giochi olimpici del 2026 viene ripetutamente citata dai responsabili la costruzione della variante ferroviaria della Val di Riga. Ma se un progetto infrastrutturale per il trasporto pubblico locale, necessario da decenni, deve aspettare le Olimpiadi per essere realizzato, dimostra chiaramente come i mezzi di trasporto sostenibili siano molto in basso nella lista delle priorità dei responsabili politici.

Se i fondi olimpici da dedicare ai trasporti devono davvero avere un effetto duraturo a beneficio della popolazione, allora l’investimento deve fluire al 100% nella riduzione del traffico, nell’espansione del trasporto pubblico locale e nelle strutture per pedoni e ciclisti. Mentre le Olimpiadi durano appena due settimane, le infrastrutture devono porsi l’obiettivo di migliorare la qualità della vita della popolazione per i decenni a venire.

Nessuna nuova grande struttura. Esistono già due ruderi olimpici in Italia: sono due piste da bob abbandonate al termine dei giochi e la prossima sarà costruita a Cortina per le Olimpiadi del 2026, con un costo che si avvicina ai settanta milioni di Euro. Ciò fa emergere il problema fondamentale del sistema olimpico e il bluff della candidatura Milano-Cortina, basata sul fatto che la maggior parte delle infrastrutture erano già esistenti: invece di utilizzare strutture sportive già esistenti, vengono realizzate dal nulla nuove enormi strutture per ogni nuova sede, a spese della popolazione locale e dell’ambiente. Strutture che in gran parte dei casi, al termine dei giochi olimpici non vengono più utilizzate. Molte di queste gravano sulla popolazione locale e sull’ambiente per decenni e si parla di alcuni progetti che senza le Olimpiadi non riceverebbero nemmeno l’autorizzazione ad essere costruiti. A Cortina, per esempio, verranno realizzati diversi collegamenti sciistici e ad Anterselva, tra il resto, è prevista la costruzione di un nuovo bacino idrico in un bosco finora inviolato, nonostante il presidente Arno Kompatscher nell’estate 2019 abbia dichiarato che “l’infrastruttura esistente è già al passo con i tempi e non richiede grandi interventi”.

Svolgere le gare in strutture esistenti è un modo per minimizzare l’impronta ecologica dei giochi. Per esempio, “una delle più moderne piste da bob e slittino del mondo” si trova nella vicina Igls, a pochi chilometri da Innsbruck e potrebbe essere facilmente utilizzata per le Olimpiadi invernali del 2026.

Valutazione di impatto ambientale e sul clima per le Olimpiadi. Se i leader politici prendono davvero seriamente le loro dichiarazioni sulla gestione sostenibile delle Olimpiadi invernali del 2026, allora ogni investimento deve essere controllato e monitorato per il suo impatto ambientale e sul clima. Le associazioni sottoscriventi chiedono quindi per le prossime Olimpiadi una valutazione dell’impatto ambientale e degli effetti sul clima. Inoltre la sostenibilità dei giochi invernali deve essere valutata attraverso un processo standardizzato e messa sotto costante osservazione.

L’esperienza degli ultimi anni mostra che i grandi eventi sportivi vengono sempre più spesso assegnati a stati con dittature, in modo che la questione sulla sostenibilità per le persone e l’ambiente debba essere affrontata solamente sulla carta. Per citarne un esempio, l’ex presidente della Federazione Internazionale di Sci e per molti anni membro del CIO (Comitato Internazionale Olimpico) Gian Franco Kasper, in merito all’organizzazione dei giochi olimpici ha dichiarato nel 2019: “È un dato di fatto, per noi è più semplice nelle dittature, non ho voglia di discutere con gli ambientalisti”.

Solo un netto cambio di mentalità permetterebbe che quanto realizzato in occasione delle olimpiadi sia fruibile anche in futuro dalle popolazioni locali, senza costituire una cicatrice per il territorio; l’Alto Adige che si pone l’obiettivo di diventare lo spazio vitale più sostenibile di Europa, dovrebbe seguire una logica di rispetto dell’ambiente piuttosto che di sola crescita economica.

Le criticità evidenziate 

In data 18.02.2022 a Bolzano un nutrito gruppo di associazioni ambientaliste hanno organizzato una partecipata conferenza stampa per illustrare le opere definite “olimpiche” che interessano il territorio del Sudtirol (Heimatpflegeverband Südtirol, Federazione Protezionisti Sudtirolesi, Mountain Wilderness, Piattaforma Pro Pusteria, Lia per Natura y Usanzes, Peraltrestrade Dolomiti, Italia Nostra, WWF Italia, Mava Seggo, Protect our Winters Italy).

Erano presenti i rappresentanti di tutte le associazioni in indirizzo. Ogni intervento è stato breve, sintetico e oltremodo concreto. Ovviamente per l’Alto Adige – Sudtirol particolare attenzione è stata offerta al tema della mobilità e della viabilità. Le opere in calendario rispondono a un unico obiettivo: incentivare l’uso dell’auto privata, velocizzare il transito. Nessuna attenzione nella programmazione della mobilità olimpica è stata offerta alla mobilità ferroviaria della val Pusteria e alle opere necessarie di ammodernamento delle stazioni ferroviarie o al potenziamento della mobilità pubblica.

Lo scrivente Luigi Casanova è intervenuto a nome dei gruppi del Cadore portando i saluti di Italia Nostra di Belluno, della sezione di Trento, del CAI Veneto e dei comitati della Valtellina, mettendo in rilievo l’importanza del percorso di lavoro unitario avviato, efficace, costruttivo e oltremodo impegnativo.

Sono state evidenziate queste criticità:

• le Olimpiadi definite nel dossier di candidatura a “costo zero”, dopo un primo finanziamento del governo di 970 mila euro, hanno ottenuto con la finanziaria 2021 altri fondi per arrivare a un miliardo 340 mila euro. Altri 85 milioni sono stati stanziati dal governo per finanziare la pista di bob – slittino – skeleton di Cortina. A questi fondi si aggiungono gli ulteriori stanziamenti delle Regioni e Province autonome per arrivare ad una cifra che già oggi supera i 3 miliardi di euro di spese;

• le Olimpiadi sono state definite nel dossier di candidatura “green e sostenibili”. Fosse vero non si comprende quindi il motivo del superamento della prevista e obbligatoria VAS (Valutazione ambientale strategica) grazie al commissariamento di ogni opera. Non aver effettuato la VAS significa impedire ad associazioni e cittadini non solo la reale valutazione della sostenibilità delle opere, ma anche ogni passaggio partecipativo e informativo;

• il dossier di candidatura prevedeva tempi stabiliti per progettazione di massima, osservazioni, progettazione esecutiva, appalti e collaudi (entro dicembre 2024). Ad oggi non risultano depositati progetti in nessun ambito territoriale. Certo è che i tempi di progettazione e degli appalti sono già stati tutti sforati. I ritardi sono preoccupanti e forse irrecuperabili.

Nello specifico di Cortina e del Cadore si prevedono:

• La pista di bob – slittino – skeleton. Una pista che il CIO non voleva indicando possibilità di spostamento in località vicine (Innsbruk, ma non solo). Il rifacimento (non si tratta di un restauro) della pista Monti chiusa dal 2008 causa gli eccessivi costi di manutenzione e problemi di sicurezza è stato voluto dal Presidente della Regione Veneto Luca Zaia e dal sindaco di Cortina Ghedina, affermando per lunghi mesi che le spese sarebbero state sulle spalle della Regione. Tra il tardo autunno e primo inverno 2021 Luca Zaia si è fatto finanziare dallo Stato l’intero costo dell’opera (85 milioni, erano previsti 47 milioni), i costi di gestione fin dal 2019 sono stati portati sulle spalle delle sulle province di Trento e Bolzano tramite i fondi di confine, circa 500 mila euro l’anno;

• il Villaggio olimpico di loc. Fiammes (costo previsto 37,42 milioni) sarà progettato dalla Fondazione Milano – Cortina scavalcando ogni professionalità presente in Veneto. L’opera è definita rimovibile e assegnabile dopo l’evento alla protezione Civile. Ipotesi non credibile: certo è che la piana ora quasi libera da insediamenti sarà totalmente urbanizzata;

• la cittadina di Cortina d’Ampezzo subirà una aggressiva trasformazione urbanistica, in assenza di ogni confronto pubblico e di valutazioni sociali ed economiche. L’intera area della vecchia ferrovia e dell’autostazione sarà destinata ad un grande parcheggio sotterraneo e a una edificazione abnorme di insediamenti commerciali e di opere destinate al mercato immobiliare, togliendo significato e valore all’attuale centro abitato. L’intero paese, che già oggi soffre di transito automobilistico eccessivo, sarà stravolto dalla costruzione di una circonvallazione al momento ancora priva di progetto. In pratica quest’opera sarà realisticamente conclusa anni dopo l’evento olimpico.

Le Dolomiti intere sembrano destinate e venire sconvolte nel loro insieme paesaggistico, valoriale e naturalistico dalla costruzione di tre collegamenti sciistici definiti “mobilità alternativa” per il solo scopo di poter attingere a contributi pubblici dell’ordine dell’80% del costo delle opere in spregio alle direttive comunitarie sulla libera concorrenza: Cortina – Badia, Cortina – Arabba e Cortina – Civetta. 

Allo scopo la Regione Veneto ha già stanziato 64 milioni di euro. Anche di questi collegamenti non si conoscono i progetti e non rientrano in alcuna specifica necessità alla realizzazione dell’evento olimpico. 

Si tratta di un vero e proprio assalto agli ultimi spazi liberi delle Dolomiti, un assalto, qualora si realizzasse anche in minima parte, che sancirebbe il definitivo e irreversibile fallimento della Fondazione Dolomiti UNESCO.

Dolomiti UNESCO subirebbe una ulteriore umiliazione qualora venissero realizzati alcuni progetti di alberghi di lusso proposti da imprenditoria esterna al territorio. A passo Giau è prevista la costruzione di un albergo a 5 Stelle del volume di 40.000 mc. Il progetto è depositato da un anno in comune (Colle di Santa Lucia – BL) da una ditta russa con sede in Cipro; l’amministrazione comunale non ne permette la visione pubblica. Altri due progetti sono presentati dalla ditta Meister di Merano e interessano le zone di Federavecchia (Auronzo) e Cortina. In ambedue i casi si tratta di villaggi definiti green, 38 chalets in legno e case sugli alberi, un imponente centro wellness come punto di riferimento. Il primo insisterebbe su una torbiera vasta 20 ettari, oltre 100 ettari di bosco e pascolo sono già stati acquisiti dai proponenti; il secondo villaggio si imporrebbe sull’abitato di Cortina in una zona paesaggisticamente strategica (sembra che l’amministrazione comunale avanzi delle perplessità nel merito). Ambedue i progetti sono depositati in comune e in regione Veneto, ma viene negata una visione della documentazione.

Cambiando Regione non si deve dimenticare quanto insisterà sulla città di Milano e quanto si costruirà in termini di viabilità in Valtellina, oltre alla deleteria previsione del collegamento sciistico Bormio – Vadidentro – Livigno, già sostenuto economicamente con 98 milioni di euro dalla Regione Lombardia.

Chiudiamo con una dolorosa chicca. A Baselga di Pinè (Trentino) si terranno le gare di pattinaggio di velocità. Il costo previsto del restauro dell’attuale palazzetto era di 35 milioni di euro se rimaneva scoperto, di 47 milioni se veniva ricoperto. Il CONI voleva trasferire le gare all’Arena di Milano, anche per risparmiare. Ora è stato depositato da Fincantieri presso il comune di Baselga di Pinè e la Provincia Autonoma di Trento un progetto di finanza dell’Ice Ring del costo complessivo di 180 milioni di euro; i costi di gestione dell’abnorme opera (una tribuna di 5000 posti in un paesino bello ma sperduto nelle Alpi) sarebbero previsti in 6 milioni di euro all’anno, sembra pagati dalla Provincia di Trento.

Luigi Casanova a nome di “Per altre strade” 

Una sentenza da condividere

“Ogni mio agire non è mai stato contro le persone, ma contro i fatti che offendono l’ambiente naturale e le montagne” è il commento sui social di Luigi Casanova dopo la sentenza con cui in data 28.01.2022 il tribunale di Belluno ha condannato il presidente della associazione “Quad in quota” Moreno Tomaselli per le continue offese rivolte a Casanova storico ambientalista delle Dolomiti. Tomaselli è stato chiamato a pagare come risarcimento del danno a Casanova 12.000 euro più le spese di lite quantificate in euro 4.000. Questa sentenza rende giustizia a Casanova, al lavoro da lui svolto in ambito nazionale e in particolare in Dolomiti. Un lavoro sempre strutturato sui contenuti ambientali e mai rivolto ad attacchi a singole persone. Il tribunale ha riconosciuto anche il valore sociale dell’agire degli ambientalisti che in ogni situazione difendono le montagne dall’invasione dei mezzi a motore e dall’inquinamento da rumore. Il più vivo compiacimento per questa sentenza non può che essere espresso da MountCity insieme con l’apprezzamento per la preziosa azione svolta da Casanova nel divulgare le problematiche dell’ambiente alpino. (Ser)

Un pensiero riguardo “Olimpiadi 2026, quali prospettive / Le posizioni ambientaliste

  • 28/02/2022 in 15:21
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    Questo simpatico chiaccherone e’ rimasto zitto zitto allorche’ sul suo website ho inviato una richiesta di aiuto e supporto relativo ad un vero ecomostro oggi gia’ presente a Selva di Cadore. Una bella battaglia da combattere subito per le Dolomiti UNESCO, per la Natura, per l’Ambiente. Invece un patetico silenzio.Vai a nasconderti, e’ meglio.

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