Arriva l’influencer. E il Cai insegue i giovani
Il Club alpino affida una campagna di divulgazione a un influencer che tuttavia, nel suo profilo social, promuove l’eliski. Apriti cielo. Per fortuna c’è ancora qualcuno che, sempre sui social, s’indigna. Come si concilia il Bidecalogo del Cai, dove l’eliski viene messo al bando, con la presenza del suddetto eli-influencer? Questo si leggeva il 13 dicembre in Facebook. In tempi di transizione ecologica, niente di strano che qualcuno voglia vederci chiaro nelle strategie ambientali dell’associazione che comprende più di trecentomila soci. E che dovrebbe dare il buon esempio. Ma c’è un altro aspetto che chiama in causa il Cai e la sua presunta vocazione ecologica. Quanto inquina un influencer? Dalle mail allo streaming, il ministro Cingolani mette in guardia sull’impatto ambientale del digitale. “L’uso smodato dei social”, spiega il ministro cifre alla mano, “produce la stessa quantità di emissioni inquinanti del traffico aereo”.
Sfogliando l’albo pretorio del Cai come fa lodevolmente Mountain Wilderness si apprendono particolari del contratto stipulato dal Club alpino per la citata campagna di divulgazione, con la discesa in campo del Consiglio Direttivo e la necessaria firma del Presidente Generale. Riguarda un progetto di divulgazione o promozione che dir si voglia. Il progetto è battezzato We Club, più o meno “Noi Club”. Un fiero invito ai soci perché diano prova di appartenenza, forse. O forse un gioco di parole che rifluirà nello stemma, quello stemma che già ospitò la svastica in tempi bui. Sempre il progetto prevede la scalata di alcune cime alpine simbolo, “identificative del Sodalizio e della sua storia”, attraverso un tour in varie tappe con il coinvolgimento di sezioni del Cai presenti sul territorio. Si conta su un ampio seguito di pubblico, soprattutto fra i più giovani. Excelsior.
Leggendo i particoiari del contratto, risulta che l’influencer in questione sia un comunicatore digitale e produttore di musica elettronica. Niente di male. Si sarà capito che i nuovi divi oggi sono proprio loro, gli influencer. Professionisti che nascono come funghi dai terreni più inattesi. Noi con i nostri click alimentiamo questo mercato delle illusioni garantendone la crescita esponenziale. L’importante è che “loro” abbiano i gusti degli altri, che facciano le cose che fanno gli altri. E poi che per contratto si sentano parte di un unico organismo. We Club, appunto.
C’è da dubitare che tutto ciò abbia qualche attinenza con il riscatto morale per le giovani generazioni che, all’inizio del Novecento, venne attribuito all’alpinismo nientemeno da Edmondo De Amicis, l’autore di “Cuore”. Era il 1903 e De Amicis interveniva al XXXIV Congresso degli alpinisti italiani. Eppure non si può ignorare che fin dalla sua nascita voluta dallo statista Quintino Sella, il Club Alpino Italiano ha sempre cercato di strizzare l’occhio a una gioventù poco virtuosa proponendo tramite il Cai una virtuosa, quella sì, educazione alpina.
Del resto, mantenere “fresco e giovanile” l’ambiente del Cai fu la prima preoccupazione negli anni Trenta del fascistissimo presidente Angelo Manaresi (1890-1965). Nessun dubbio. Fu una preoccupazione, quella di Manaresi, che continuerà a sussistere dopo di lui e fino a oggi per ogni presidente del sodalizio. Ai tempi del camerata Manaresi le sedi delle sezioni dovevano essere “rifugi di una perpetua giovinezza”. Manaresi si riferiva alla scapigliata giovinezza del Guf (Gruppo Universitario Fascista) “un tempo divisa in cento conventicole e dispersa, nelle ore di ozio, fra case ospitali, caffè e osterie, in pericolosi svaghi, infiniti bagolamenti politici, abbondanti libagioni e rovinose partite a carte”.
Chissà che cosa avrebbe fatto Manaresi se avesse potuto disporre di qualche lanciatissimo influencer come oggi i suoi successori. Meglio ancora se ognuno di questi signori fosse stato convenientemente munito, dati i tempi, di manganello e olio di ricino. (Ser)
Nella foto il Monviso, montagna simbolo che fu cara a Quintino Sella, fondatore del Club Alpino Italiano.
Nello stemma del Cai figurò per volere del regime il fascio e non la svastica. La redazione si scusa per l’errore che viene segnalato da un cortese lettore.
Siamo sicuri che lo stemma CAI abbia ospitato la svastica? Sappiamo che nel ventennio era stato ribattezzato Centro Alpinistico Italiano e ho visto sul sito dei CAI Torino una riproduzione del distintivo del tempo, cui erano stati aggiunti il fascio ed i nodi savoiardi (non delle guide come scrive il CAI Torino), tolto il binocolo e stilizzata l’aquila, ma della svastica nessuna traccia! C’è qualche prova?
Mi stupisce che questa notizia venga pubblicata da MountCity così, senza una adeguata verifica: in un mondo dove tutti possono dire tutto (…a proposito, non vedo nemmeno il nome dell’autore…) forse bastava una telefonata al CAI per inquadrare correttamente il progetto.
Mi è sembrato, inoltre, del tutto anacronistico, se non di cattivo gusto, paragonare gli attuali modi del CAI di avvicinare i giovani (cosa che, peraltro, tutte le associazioni cercano di fare) con quelli del passato: il passato non si può negare assolutamente, sia ben chiaro, ma è anche necessario inquadrarlo nel suo periodo storico e culturale.
Posso dire con certezza che il CAI oggi non è più “quello”…
In quanto al signor Luciano Pellegrini, di cui leggo il commento e che saluto cordialmente, sono dispiaciuto per la sua amarezza verso il CAI ma, giusto per capire l’attuale “pensiero CAI”, lo invito a leggere (se non lo ha già fatto) il numero di dicembre 2021 di Montagne360 dove sono stati pubblicati alcuni documenti di “posizione” del CAI su temi ambientali, introdotti e sostenuti da Luca Calzolari, direttore di Montagne360, e dal Presidente Generale del CAI Vincenzo Torti, con la “chiosa” di Erminio Quartiani Past Vice Presidente Generale del CAI.
SEMPRE PEGGIO. POVERO CAI! Dopo 40anni di appartenenza a questa club, HO DECISO DI ANDARE VIA. NON MI APPARTIENE PIU’, NON MI CI RICONOSCO. Ho scritto più volte a TORTI, IL PRESIDENTE GENERALE. Questa ennesima e impropria iniziativa, mi rafforza in questa idea!