Il bob alle Olimpiadi / Petizione contro la pista
E’ stata lanciata una petizione contro la nuova pista da bob di Cortina, contro la cementificazione e lo spreco di denaro pubblico; in difesa delle Dolomiti e per un’Olimpiade invernale 2026 che sia realmente sostenibile. L’indirizzo della petizione è https://chng.it/2dtD4hsrMZ MountCity invita a firmarla aggiungendo un commento, a divulgarla e condividerla, in modo da raccogliere quante più adesioni possibili.
“Al Comitato Olimpico Internazionale, al CONI e alla Fondazione Milano Cortina 2026, cui è affidata l’organizzazione delle Olimpiadi invernali 2026, chiediamo di tener fede all’impegno di realizzare l’Olimpiade della sostenibilità e del consumo zero di suolo”, si legge nella petizione, “decidendo di effettuare le gare di bob, para bob, slittino e skeleton in altra località, non a Cortina, ma, ad esempio nella pista di Innsbruck o in altre strutture idonee e già esistenti nell’arco alpino. Con il DL 121/2021, convertito nella Legge 156/2021 il 9 novembre scorso, il Governo ha finanziato e commissariato, su pressante richiesta della Regione Veneto, l’adeguamento della vecchia pista da bob olimpica Eugenio Monti di Cortina d’Ampezzo, dismessa e poi chiusa nel 2008.
“Con questo atto che riconosce all’opera un preminente interesse nazionale (?), il Governo rende di fatto vana ogni possibile valutazione negativa sul piano ambientale e paesaggistico. Il costo dell’intervento, quantificato in 61 milioni di euro (oltre l’IVA) sarà finanziato da fondi della Regione con un contributo del Comune di Cortina e della Provincia di Belluno e da un finanziamento statale di 24 milioni e mezzo di euro. Uno grosso investimento per un’opera dedicata a pratiche sportive che in tutta Italia contano circa 34 praticanti tra bob, slittino e skeleton, maschile e femminile. Sarebbe come spendere quasi un milione di euro per ognuno di loro. A questi vanno aggiunti i circa 400.000 euro all’anno per ripianare il deficit della gestione futura della pista. Tutto denaro a carico dei contribuenti che potrebbe essere destinato a ben altri utili e risolutivi interventi a favore delle popolazioni della montagna…”.
Tre anni fa i sindaci dei comuni piemontesi interessati non ne vollero sapere di mettere a disposizione piste e impianti. “Olimpiadi 2026. Anche la montagna dice no a Milano” titolò in quella circostanza La Stampa riferendosi ai “sindaci dei borghi montani compatti con Appendino”.
“Fu una buona scelta”, è il parere di Luigi Casanova di Mountain Wilderness. “Così si è salvato il Piemonte da ulteriori spese e indebitamenti. E riaprire la pista di bob di Cesana sarebbe stata un’altra idiozia. Per 7 atleti, fra uomini e donne. Per poi dover richiudere e demolire. Lasciate le sconcezze a Cortina e alla Valtellina.”