Il rifugio che crolla per il caldo
Niente da fare. Anche il rifugio Casati a 3269 metri nel gruppo Ortles Cevedale sta per crollare per la liquefazione del ghiaccio nei detriti su cui è stato costruito, emblema degli effetti evidenti degli incrementi di temperatura alle alte quote. Non è però la prima volta che un’importante struttura alpina con quelle caratteristiche deve essere rifatta per evitarne il crollo. Era successo nel 2005 al rifugio Caduti dell’Adamello, 3050 metri, al Passo della Lobbia. Anche allora a quelle altezze la liquefazione di ghiacci e permafrost rappresentava un’incognita. La ricostruzione del Casati rientra nella “Convenzione per l’attuazione di interventi nell’ambito del Piano degli investimenti del Parco nazionale dello Stelvio 2021-2023” tra Regione Lombardia, Ersaf e Parco dello Stelvio. Il Parco attuerà i lavori in accordo con il Cai e con il Comune di Valfurva, L’importo dell’intervento finanziato è di 3.600.000 euro. Il rifugio dove generazioni si sono recate per praticare lo sci estivo è intitolato a Gianni Casati, socio del Cai, sezione di Milano, morto in guerra a Gorizia il 12 agosto 1916. È un punto di partenza per ascensioni alpinistiche al monte Cevedale (3.769 m) e Gran Zebrù (3.851 m). Ser