Vielmo sulle vette della solidarietà
L’alpinista vicentino Mario Vielmo, impegnato nella solidarietà verso il popolo tibetano e nepalese, è stato ricevuto e festeggiato a Palazzo Ferro Fini a Venezia, sede del Consiglio regionale veneto come si riferisce in questo report tratto da un comunicato stampa del Consiglio stesso. Nel 2008/2009, Vielmo ha contribuito attivamente al “Progetto fiaccola Olimpica Makalu” con la raccolta fondi e la costruzione di una scuola per i bambini tibetani a Dharamsala in India. Dal 2015 è impegnato come promotore, assieme all’associazione Sidare Onlus, del progetto “Una scuola per il Nepal”, per la ricostruzione della scuola di Arugath in Nepal, dopo la distruzione causata dal terremoto del 2015.

L’incontro con Mario Vielmo al Palazzo Ferro Fini di Venezia è stato introdotto dal Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti. “Parlare di Mario Vielmo non è facile”, ha esordito Ciambetti. Un alpinista non si misura dal numero di vette conquistate, perché, tra l’altro, vi dirà che ne ha sempre una nuova da raggiungere, ma dalla capacità di essere in armonia con l’ambiente, un ambiente estremo dove l’uomo deve misurarsi con la forza, i tempi e i ritmi della natura. Questo significa spesso rinunciare all’obiettivo che ci si era posti. Ma il grande alpinista, anche se ormai prossimo alla vetta, sa che la rinuncia non è una sconfitta: ecco, questo è un tratto, non l’unico, che caratterizza Mario Vielmo, e spiega la sua dimensione, il suo entrare in sintonia, non solo con pareti verticali, muri di ghiaccio o crepacci, ma soprattutto con culture, come quella tibetana e nepalese, così diverse dalla nostra, ma appunto improntate a valori e principi che noi occidentali spesso non riusciamo a cogliere nella loro essenza”.
“Vielmo è un vicentino, un veneto di cui dobbiamo essere assolutamente orgogliosi, uno sportivo capace di portare il suo messaggio di solidarietà in cima al mondo, testimone unico dei valori più nobili della nostra terra”, ha concluso Ciambetti. Dopo il Presidente Ciambetti, hanno preso la parola i consiglieri regionali vicentini Cristina Guarda (Europa Verde), concittadina di Vielmo, e Marco Zecchinato (Zaia Presidente).
Cristina Guarda ha sottolineato come Vielmo non sia solo “un grande atleta, ma anche un abile comunicatore e generatore di contenuti e racconti, con parole e video. Vielmo porta nelle scuole e nel cuore delle nostre comunità un messaggio fortissimo di solidarietà e di impegno politico-sociale, che mette al centro la dignità dell’uomo, di quelle persone costrette a confrontarsi con malattie rare, ma anche l’ambiente, minacciato dall’inquinamento, in particolare da Pfas”.
“Il Consiglio regionale deve essere cassa di risonanza dei valori propugnati da Vielmo, affinché possano penetrare all’interno delle nostre istituzioni e comunità, obbligando ciascuno di noi a prendersi le proprie responsabilità”, ha chiosato Guarda. Marco Zecchinato ha confessato “la profonda emozione nel presentare un grande concittadino dell’area berica, un uomo di collina ma capace di raggiungere le vette più alte, grazie alla sua grande capacità di adattamento e resistenza, frutto di sacrificio e abnegazione”.
Per Zecchinato, “le imprese compiute da Vielmo trascendono la dimensione prettamente sportiva per abbracciare l’impegno civile e sociale. L’ alpinista ha portato la fiaccola olimpica in cima al mondo, ha salvato colleghi che si trovavano in grande difficoltà, si è speso in difesa delle popolazioni tibetane messe duramente alla prova da eventi estremi. È quindi doveroso, a livello istituzionale, dare il giusto riconoscimento a personaggi come Mario Vielmo”.
“Non sono un uomo di montagna, ma un certo DNA evidentemente mi è stato trasmesso dal bisnonno, che è di Domegge di Cadore”, ha concluso Vielmo. “Forse anche per questo cerco sempre di trasmettere ai ragazzi delle scuole la bellezza e l’unicità delle montagne venete. Il mio obiettivo è completare i quattordici ottomila mettendomi sempre in sintonia con l’ambiente, rapportandomi alla natura con rispetto, per godere della bellezza di paesaggi unici, come quello del Nepal e del Tibet”.