Premio Marcello Meroni / La cerimonia, i protagonisti
Premiare chi si è prodigato anche in tempo di covid a tenere vivo il valore della montagna quale maestra di vita contribuendo con il proprio esempio a incentivare la ripartenza e la fiducia nel futuro. Con questo impegno il Premio Marcello Meroni giunto alla tredicesima edizione ancora una volta celebra il rapporto tra montagna e arte, tra ambiente e solidarietà. La cerimonia per la consegna dei riconoscimenti è aperta a tutti venerdì 26 novembre alle ore 20 nell’Aula Magna dell’Università degli Studi. La serata è condotta da Luca Calvi, traduttore poliglotta e storico dell’alpinismo. Anche quest’anno la platea può esprimere le proprie preferenze tra i premiati in un clima di amicizia e condivisione.
Nel dare l’annuncio della premiazione il Comitato organizzativo e l’Università degli Studi pone l’accento sull’impegno del volontariato nel riannodare, con questo riconoscimento, il filo rosso che unisce le numerose iniziative culturali legate nei modi più opportuni alla montagna nonostante il particolare momento che si sta vivendo in Italia e nel resto del mondo con la ripresa della pandemia.
Apre la serie dei benemeriti in questa edizione che non può ignorare i problemi dei green pass, delle mascherine e dei distanziamenti la studiosa Flavia Cellerino che ha idealmente infranto le barriere del lockdown grazie alle sue lezioni su arte e montagna. In “remoto”, purtroppo, ma non per questo meno appassionanti. Storica, ricercatrice, Flavia è di norma impegnata nella divulgazione scientifica con istituzioni pubbliche e private per la realizzazione di mostre, libri, convegni, corsi, conferenze. Sui monitor sono sfilate, nel susseguirsi delle sue lezioni, le incantevoli tele degli svizzeri Giacometti, la magica Engadina di Segantini, la Jungrfrau di Hoder, le vedute di Zermatt dipinte da Valloton. E poi andando a ritroso nel tempo le tele di Giovanni Bellini e di Cima da Conegliano dove sono riconoscibili le montagne che li hanno ispirati e l’immancabile Leonardo da Vinci con quella sua Annunciazione dove si…annuncia la suggestiva Corna Trentapassi per concludere con l’”età eroica” sulle vette nel clima del Romanticismo.
A ribadire il senso di una libertà a cui tutti aspiriamo più che mai di questi tempi è, tra i premiati, il borgo di Paraloup, una frazione sui monti del Cuneese, nel comune di Rittana. Fra l’autunno del 1943 e il 1944, fu questa la sede della prima banda partigiana di “Giustizia e Libertà”. Vi militarono in qualità di comandanti Duccio Galimberti, Dante Livio Bianco e, più tardi, Nuto Revelli. Con loro, 149 giovani e giovanissimi che avevano deciso di contribuire con le armi in pugno a liberare l’Italia dal fascismo. Come accade nelle borgate di montagna, a Paraloup gli abitanti hanno progressivamente lasciato il luogo d’origine in cerca di lavoro e di condizioni di vita più facili. E la natura si è ripresa i suoi spazi. E’ stata la benemerita Fondazione Revelli a riportare in vita la borgata grazie a un progetto di sviluppo sostenibile che coniuga l’ambiente con attività economiche e con un’offerta turistica, culturale e ricettiva.
Attraversare i confini, rompere gli argini del lockdown per impossessarsi nuovamente della vita, dell’ambiente e della socialità: il progetto United Mountains of Europe è in primo piano tra i vincitori di questa tredicesima edizione grazie all’iniziativa di quattro ragazze che hanno deciso di esplorare le vette d’Europa, da est a ovest. Le protagoniste di questo cammino organizzato con il sostegno del Club Alpino Italiano e iniziato domenica 1° agosto, sono la scrittrice ed esploratrice Sara Segantin, l’illustratrice e camminatrice Alessia Iotti, la studentessa di fisica Adele Zaini, mentre la climber francese Eline Le Menestrel ha dovuto rinunciare per problemi fisici. Il messaggio riguarda l’outdoor community “quale protagonista del cambiamento e parte attiva nell’ideare nuove soluzioni”.
Ala ribalta del Premio Marcello Meroni sale quest’anno anche l’arrampicata moderna. Per aver portato a compimento la “Falesia dimenticata” consegnandola alla comunità e promuovendone la frequentazione responsabile, la targa va infatti all’organizzazione “Dolomiti Open” di San Lorenzo Dorsino in provincia di Trento. Grazie a un sistema perfettamente messo a punto in ogni dettaglio organizzativo, vengono auto-limitati gli accessi in falesia in questa fase di emergenza sanitaria evitando così il sovraffollamento e garantendo il distanziamento fisico. Gli accessi sono sempre gratuiti e la prenotazione non è vincolante nel rispetto delle regole da parte di tutti.
Per concludere, sono trascorsi due anni, un periodo indubbiamente molto travagliato per tutti, dall’ultimo appuntamento con il prestigioso riconoscimento patrocinato dal Comune di Milano e dal Club Alpino Italiano. Anche allora fu l’Aula Magna di via Festa del Perdono a ospitarlo. E adesso il premio dedicato a Marcello Meroni, indimenticabile studioso e istruttore della Società Escursionisti Milanesi che contribuisce con i suo iscritti alla riuscita dell’evento, riprende festosamente il suo cammino nella città che con lungimiranza ha sviluppato l’asse Milano-Cortina in vista delle Olimpiadi invernali del 2026. Una Milano per intendersi dove, più che mai, si respira un clima da “città delle Alpi” che rincuora e fa bene alla salute. (Ser)
L’appuntamento nell’Aula Magna di via Festa del Perdono
La premiazione dei vincitori della XIII edizione del Premio Marcello Meroni si tiene venerdì 26 novembre 2021 ore 20.00 presso l’Aula Magna dell’Università Statale di Milano, via Festa del Perdono 7 (apertura ore 19,30) nel corso di un evento aperto al pubblico e gratuito.
Registrazione obbligatoria (online o direttamente all’evento) e green pass valido
(https://work.unimi.it/eventir/registrazione?code=6613)
https://premiomarcellomeroni.it – https://www.facebook.com/PremioMarcelloMeroni/