Valzer e polke. Gli omaggi del cav. Leoni alle sue montagne

Il cavalier Giovanni Leoni (1846-1920), il “vate dell’Ossola” detto Torototela, promotore all’inizio dell’altro secolo dello sviluppo turistico sulle rive della Toce, non lasciò in eredità soltanto le bellissime “rime ossolane” in cui narrò in un dialetto molto simile a quello lombardo fatti e misfatti delle sue vallate. Sono ancora di grande richiamo i suoi spartiti musicali che celebrano le meraviglie di alcune vette tra le quali il Mottarone e il Cistella e che offrono l’occasione sabato 23 ottobre per accostarsi ancora una volta a quest’artista-imprenditore eclettico e geniale. 

Govanni Leoni

In prima assoluta alle ore 21 presso la Palestra del Collegio Mallerio Rosmini (via Rosmini 22, Domodossola) vengono infatti presentati dalla Banda Giovanile Anbima VCO diretta da Massimiliano Pidò e Michele Mangani, due brani del Torototela,”Sul pianoro del Cistella” e “Ricordo del Mottarone”, entrambi armonizzati dal maestro Mangani cui sarà affidata in questo caso la direzione del complesso musicale. Per gli amici della montagna un concerto pressoché imperdibile, un tuffo in un passato in cui trionfavano i grand tour turistici e da tutta Europa arrivavano viaggiatori alla scoperta delle nostre Alpi.

Gli spartiti sono tornati alla luce per interessamento del cavalier Graziano Biancossi di Viceno, presidente degli Amici del Cistella. Fu Biancossi a prodigarsi nel 1983 nel recupero della piccola struttura fatta costruire dallo stesso Leoni in vetta al Cistella, la montagna che domina le valli Antigorio e Divedro e da cui lo sguardo spazia su tutta l’Ossola. Ed è Biancossi a tenere viva la memoria di Leoni.

“Il  24 luglio 2020”, spiega Biancossi, “ricorreva il centenario della morte di Giovanni Leoni meglio conosciuto con lo pseudonimo di Torototela, alpinista, poeta, musicista ed anche compositore. Un comitato istituito appositamente avrebbe voluto commemorare degnamente l’anniversario ma la pandemia tuttora in corso ha messo fine al nutrito programma di festeggiamenti, tra cui il dono alle bande che svolgono la loro attività nei Comuni legati al Torototela, di due brani composti per pianoforte da Giovanni Leoni e armonizzati per banda dal maestro Michele Mangani, grazie alla collaborazione di ANBIMA VCO. Siamo davvero onorati di essere parte di un importante progetto a ricordo di un insigne ossolano”. 

E’ il caso di ricordare che il cavalier Leoni decise di costruire nel 1902 la capanna sul Cistella “per ammirare il vago spettacolo del tramonto e del sorgere del sole”, sono sue testuali parole, e che dedicò a questa iniziativa un valzer scritto di suo pugno e finemente illustrato nella copertina dello spartito che gli servì anche a raccogliere i fondi necessari per la titanica impresa di trascinare il materiale da costruzione fin verso i tremila metri di quota. 

La casa del cavaliere a Mozzio appare oggi in stato di degrado ma è ancora piena di cimeli. E c’è ancora il pianoforte del Torototela! Fu Camillo Boni, figlio di una cugina di Leoni a far pubblicare le sue “Rime ossolane” nel 1929 a Belluno. Una decisione importante, in mancanza della quale le rime avrebbero rischiato di venire dimenticate.

Anche Camillo, come il padrino Giovanni Leoni, fu un artista ispirato. Era amico, tra l’altro, del pittore De Pisis. Lassù a Mozzio all’ombra del monte Cistella, suo grande amore, Leoni si rivelò in realtà il più grande poeta dialettale che l’Ossola abbia mai avuto. Il nomignolo di Torototela che adottò gli consentì per un eccesso di modestia, di mettersi al livello dello strampalato cantastorie che all’epoca si aggirava nelle pubbliche piazze. 

Le poesie di Leone esprimono la malinconia e l’ironia proprie del montanaro ossolano. “Ricordo del Mottarone” è dedicato “al primo cocuzzolo erboso che lo sguardo incontra dirigendosi verso le Alpi dalla pianura lombarda o dalle risaie del Novarese e del Vercellese”, per dirla con Alberto Paleari, guida alpina e scrittore ossolano che nei suoi scritti offre sempre una vivida immagine del territorio in cui opera. Un omaggio, questo del Mottarone, più che dovuto a una bellissima montagna salita purtroppo alla ribalta della cronaca nera.

Per concludere, ebbe una vita intensa e avventurosa il cavalier Leoni. Prima di rimpatriare e dedicarsi ai suoi valzerini alpestri e alle sue rime ossolane, a 24 anni con il fratello Costantino creò a Montevideo la “Leoni Hermanos”, una proficua attività commerciale in tessuti e generi vari. Avido di emozioni più che di denaro, comprò una nave con quindici uomini di equipaggio e navigò le gelide acque della Patagonia trasportando ogni genere di merce. Nel 1886 liquidò l’azienda e rientrò in Italia dove visse di rendita fino alla morte. Tuttavia non rimase con le mani in mano e trasferì il suo attivismo in un’infaticabile opera di valorizzazione di queste valli, soprattutto Antigorio e Divedro. Un’opera di cui sono testimonianza gli spartiti ritrovati e provvidenzialmente valorizzati e divulgati. Come è giusto che sia. (Ser)

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