Medicina / La montagna e i bambini, benefici e patologie

Nei giorni 1-2-3 Ottobre si è tenuto a Brentonico, nel cuore del Parco Naturale del Monte Baldo, il primo Workshop del Gruppo di studio “Pediatria di Montagna” della Società Italiana di Pediatria (SIP). L’evento, come qui riferisce la dottoressa Laura Posani, pediatra, rappresentante della Commissione medica del Cai Lombardia e membro del Gruppo di lavoro “Bambini e Montagna” del Club Alpino Italiano, ha rappresentato il primo momento istituzionale di un progetto di collaborazione “trasversale” tra il neonato Gruppo di lavoro della SIP e diversi Enti/Associazioni, tra i quali la Commissione Medica del CAI con il suo gruppo di lavoro “Bambini e Montagna”.

Nella foto di apertura il gruppo dei partecipanti al workshop.

Il Gruppo di lavoro Bambini e Montagna del CAI in posa con il rappresentante della Società Italiana di Pediatria. Da sinistra Laura Posani (CAI Lombardia), Ermanno Baldo (responsabile del gruppo di studio SIP), Franco Finelli (Presidente Commissione Medica del CAI), Annalisa Cogo (Past President SIMeM e Past President Commissione Medica del CAI), Fabio Agostinis (Commissione Medica CAI di Bergamo).

Il primo workshop 

In queste tre intense giornate di lavoro a Brentonico (Verona) è stato compito del dottor Ermanno Baldo, segretario responsabile del gruppo di studio della Società Italina di Pediatria, dare la parola alle numerose realtà che a vario titolo si interessano del bambino e del suo percorso di vita e salute in un ambiente così particolare come quello della montagna. 

Sono intervenute le Associazioni FederAsma e La Lega Fibrosi Cistica, due realtà da molti anni impegnate perché chi è affetto da queste patologie possa fin da piccolo avere una qualità di vita ottimale sia dal punto di vista clinico che da quello sociale. Si sono succeduti tra i relatori diversi esperti in ambiti legati alla montagna: dalla Polizia di Stato con il centro di addestramento di Moena, all’Eurac di Bolzano ai maestri di sci e alle guide alpine, ognuno portando la propria esperienza e il proprio contributo su come mettere il bambino a contatto con la montagna in sicurezza nel modo più educativo e ludico.

IL DECALOGO DEL CAI. Gli interventi più strettamente medici hanno messo in relazione il bambino con il clima di montagna, di cui è utile conoscere le incognite (temperatura, riduzione parziale di O2, umidità, pericoli oggettivi) per offrire la maggiore protezione possibile. Nel suo intervento il Presidente della Commissione Centrale Medica del CAI Franco Finelli oltre a elencare tutte le attività che il sodalizio svolge con i bambini nelle scuole e “sul terreno” con i suoi volontari (Accompagnatori di Alpinismo Giovanile, Accompagnatori  di Montagnaterapia e Terapia Forestale) ha anche illustrato  il Decalogo che il Gruppo di lavoro “Bambini e montagna” del CAI ha messo a punto. In questo caso, le linee guida per tutelare i bambini sono rivolte agli adulti che li accompagnano (genitori, Accompagnatori di Alpinismo Giovanile, Scout, ecc). Il Decalogo è consultabile sia sul sito della Commissione Centrale Medica del CAI sia sul sito della SIP https://sip.it/2021/08/09/bambini-e-montagna-ecco-le-norme-da-osservare-per-un-avvicinamento-in-sicurezza/

Nel susseguirsi delle relazioni è stata posta in primo piano anche l’importanza di studiare l’attività fisica del bambino in un clima come quello della montagna dove l’aria è più pulita e sopra i 1500 – 2000 metri gli inquinanti  gli allergeni diminuiscono. A tale proposito la professoressa Annalisa Cogo, Direttore Sanitario dell’Istituto Pio XII di Misurina, storico centro per l’asma, ha ricordato la funzione riabilitativa della montagna in tale patologia: trascorrere due o più settimane a queste quote migliora i parametri funzionali e clinici dei bambini con asma moderata e grave portando a ridurre o sospendere l’uso dei cortisonici, anche per diverse settimane dopo la dimissione dalla riabilitazione respiratoria.

Ermanno Baldo con Roberto Bombassei, creatore della Progetto Amici della Pediatria di Montagna di cui intende farsi portavoce Mauro Corona nella trasmissione “Cartabianca”.

IL RUOLO DELLE ASSOCIAZIONI. Nelle giornate di lavoro a Brentonico molti altri sono stati gli interventi in campo medico ma uno spazio particolare è stato anche quello dedicato alle Associazioni. Oltre a quelli di Filomena Bugliaro per Federasma e di Gianna Puppo Fornaro per la Lega Fibrosi Cistica si sono susseguite diverse testimonianze relative all’impegno nel dare sostegno all’attività fisica in montagna per chi presenta difficoltà e disabilità. 

Di grande interesse il contributo di papà Brigadori che da 25 anni è parte attiva delle iniziative di Sportabili di Predazzo (www.sportabili.org), associazione formata da genitori e volontari. L’entusiasmo e il grande cuore con cui operano questi benemeriti non esclude una preparazione tecnica di alto livello necessaria per portare  in montagna chi presenta disabilità fisiche sensoriali e intellettive.

IL PROGETTO  “DOLOMITI OPEN”. Un’altra bellissima realtà è quella legata al progetto “Dolomiti Open” che impegna un gruppo figure professionali del Trentino. Guide Alpine, maestri di sci, medici, psicologi si sono infatti tra loro coordinati perché la montagna sia aperta a tutti e le pareti siano accessibili anche a climber con disabilità. 

Per concludere Roberto Bombassei, artista e scrittore, ma soprattutto papà e Presidente dell’ Associazione FC Altomilanese, ha illustrato il suo Progetto Amici Pediatria di Montagna. Lo scopo è quello di promuovere campagne di sensibilizzazione e raccolta fondi per la ricerca volta a trovare una cura per tutte le persone affette da Fibrosi Cistica. 

Sul sito dedicato si possono trovare tutte le informazioni aggiornate in merito sia all’operare su questi temi da parte del mondo scientifico, sia su quanto le Associazioni stiano elaborando e su come la SIP abbia dato inizio alle  collaborazioni oggetto del workshop di Brentonico.

www.pediatriadimontagna.blogspot.com

VERSO UN DOCUMENTO COMUNE. Non più differibile è stata giudicata la stesura di un documento finale che riunisca tutti in un progetto comune, una base indispensabile sulla quale costruire collaborazioni future. Ma intanto questo primo incontro di condivisione ha sicuramente posto delle solide fondamenta per costruire una casa comune, è stato un passo importante per avvicinare ed educare alla montagna le nuove generazioni in un percorso di salute e benessere psicofisico.

Laura Posani 

Otto Medica Cai Lombardia

Membro del Gruppo di lavoro Bambini e Montagna del CAI

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