Bilanci / Turismo alpino, benefica impennata

Secondo i dati di Federalberghi il calo delle presenze è andato quest’anno diminuendo fino al -1,1%. Da inizio anno la perdita di ricavi risulta consistente solo per le città d’arte, dove pesa la mancanza di americani e cinesi. Per quanto riguarda le località alpine, dopo Ferragosto si è invece registrata in Trentino un’impennata delle prenotazioni. Spiegazione: la gente ha voglia di camminare e vivere la natura. Anche l’estate 2021 dei rifugi, dalla valle Po al Monregalese è stata contraddistinta da un buon afflusso turistico e dal ritorno degli escursionisti stranieri del Centro-Nord Europa, soprattutto lungo le grandi vie della Traversata Alpina.

Ciò non toglie che il turismo in montagna stia diventando sempre più “mordi e fuggi”. Con le dovute eccezioni. Oltre 57.000 presenze e un aumento rispetto all’anno precedente che sfiora i 10 punti percentuali è stato registrato dal settore alberghiero in Val di Non nel mese di agosto. 

Lo scorso anno, in piena emergenza sanitaria, la Val di Non si era dimostrata un territorio apprezzato dai visitatori, con 31.205 presenze negli alberghi nel mese di luglio e 52.079 nel mese di agosto. Numeri che nel 2021 sono andati ulteriormente in crescendo, con 36.305 presenze registrate nel mese di luglio, e soprattutto con “il miglior agosto di sempre” e un dato finale che si lascia alle spalle “quota 57mila”. 

Aumenta anche la permanenza media dei turisti sul territorio, che in Val di Non si assesta nel 2021 sulle 3,77 giornate (erano 3,66 nel 2020 e 3,60 nel 2019). Numeri considerevoli infine per quanto riguarda il settore extra alberghiero che nel 2021 in Val di Non registra 26.079 presenze in luglio (erano 19.388 nel 2020) e 44.242 in agosto (36.290 nel 2020).