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Inghiottiti dalle Dolomiti, una conta impressionante

“È vivo Giacomo”. Queste le prime parole del comunicato ufficiale con cui il Soccorso Alpino e Speleologico del Veneto ha annunciato il 5 settembre il ritrovamento del torrentista disperso in Val di Zoldo. L’uomo ha trovato riparo fortuito in una grotta dietro una cascata. Elicotteri, droni, cani molecolari sono alcuni degli strumenti usati dai soccorritori per ritrovare vivi i tanti che da questi monti vengono come inghiottiti e mai più restituiti.

E’ stato restituito invece, sia pure con diciotto giorni di ritardo, il corpo di Federico Lugato, il milanese allontanatosi per una passeggiata in val Zoldana che conosceva come le sue tasche. A scovarlo senza vita nella vegetazione sono stati i prodigiosi cani molecolari del Soccorso alpino. E’ davvero impressionante la conta delle persone sparite dal 2000 oggi in provincia di Belluno. Il Gazzettino del 31 agosto ne enumera una ventina dal 2000. Misteri ancora privi di soluzione. Nomi e cognomi finiti nella terra degli scomparsi, con i familiari che non si danno per vinti e con tenacia tornano a cercare il loro caro sui luoghi in cui è stato visto per l’ultima volta.

Un’unità cinofila per la ricerca in superficie. In apertura cani blood hound all’opera.

La media è di un escursionista che sparisce nelle Dolomiti ogni anno. Risalendo al 1999 spicca il caso del diciannovenne polacco Luca Alessandrovich, residente a Verona, scomparso sulle Vette Feltrine. L’ultimo contatto risale alle 9.30 del mattino in cui annunciava di trovarsi al rifugio Dal Piaz e di essere sul punto di incamminarsi verso il Col de Luna.  Poi più nulla. Il giorno dopo iniziano le ricerche ma la neve fresca cancella ogni traccia.

Il 23 luglio 2002 a sparire è il frate Michele Bottacin da poco rientrato in Italia dopo una missione in Angola. L’auto verrà trovata due giorni dopo al passo di Cibiana. Nessun’altra traccia. La  sua foto è ancora nei bar a Selva di Cadore, nessuno si è dato per vinto e in tanti lo cercano ancora. Un anno dopo, il 23 giugno 2003 una donna di 89 anni, Maria Ceotto di Susegana, si volatilizza in Val Mason di Auronzo durante un pic nic con il figlio e la nuora. La donna si allontana per una passeggiata dalla quale non tornerà più. Il 3 ottobre 2004 è la foresta del Cansiglio a nascondere Mario Col, 73 anni, di Vittorio Veneto.

Giancarlo Frigo Orsolina scompare sul colle di Villapiccola, ad Auronzo, il 29 aprile 2005 a 54 anni. Il 25 agosto 2005 il tedesco Helumut Urich scompare a Carate di Perarolo di Cadore. Nel 2008, i primi giorni di ottobre, scompare a Mel Franco Lorenzet, un sessantunenne con problemi. L’auto, impantanata e abbandonata alla fine di un sentiero senza uscita a Cordellon, verrà ritrovata. Nient’altro. Giuseppe Zandonadi, 67 anni, trevigiano, sparisce nel novemnbre 29019 sul monte Graappa. Il 6 agosto 2015 è la volta del vicentino Luciano Bizzotto. Negli anni successivi altre sparizioni di persone ritrovate dopo mesi. Un altro caso irrisolto è quello accaduto nel settembre del 2015 sulla montagna di Cencenighe: scomparve senza lasciar traccia Stefano Bariosco di 36 anni originario di Treviso. Partito per un’escursione e mai tornato. Il 14 agosto 2017 la turista fiorentina Carla Fredducci sparisce in Val di Zoldo: la donna chiamò il 118 chiedendo aiuto dicendo di essere caduta. Il 4 gennaio del 2019 sul Nevegal scomparve il commercialista milanese Riccardo Tacconi. Stava facendo jogging.

In questi mesi sono già state quattro le ricerche di persone scomparse. Solo in un caso non c’è stato (per ora) esito. La macchina dei soccorsi, riferisce Il Gazzettino, vede impegnati quotidianamente oltre 50 uomini. Come prevede il protocollo se non emergono elementi nuovi per continuare e avere indicazioni su dove cercare, dopo 3 o 4 giorni le ricerche si fermano. (Ser)

Il milanese Federico Lugato ritrovato senza vita dai cani molecolari dopo 18 giorni in Val Zoldana. Quasi duecento tra soccorritori professionisti e volontari lo hanno cercato in ogni angolo della montagna.
 

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