Alex Langer (1946-1995), un mito nel cuore della movida

A 26 anni dalla scomparsa di Alex Langer, gli scritti del mitico politico altoatesino sono ancora attuali come dimostra quello sul futuro dei movimenti verdi pubblicato giovedì 15 luglio dal quotidiano “Domani” e tratto dall’antologia fresca di stampa  “Storia della buona notte” edito dalla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. Può essere il punto di partenza per un nuovo movimento ambientalista che abbia a cuore quegli stessi valori e quelle stesse riserve: non esclusa la caratterizzazione “anticonservatrice” della sinistra che continua a favorire i trionfi della destra, “consentendole di compiere una colossale e riuscita mistificazione”, come osservò Langer, “presentandosi come garante fidata della tradizione, dell’identità peculiare, dei valori tramandati”.

Il ponte sulla Darsena dedicato a Milano ad Alex Langer(1946-1995), leader ambientalista, cofondatore dei Verdi e del partito dei Verdi europei (ph. Serafin/MountCity) 

La lezione di Langer (1946-1995) leader ambientalista, cofondatore dei Verdi e del partito dei Verdi europei, riaffiora di continuo nelle sue opere improntate a idee decisamente anticipatrici. Langer sostenne che per combattere le crisi climatiche dovremmo cambiare il nostro modo di vivere: limitare l’individualismo, sviluppare nuove solidarietà come ha imposto di questi tempi la pandemia. A patto però, come lui stesso raccomandò, di non perdersi nell’astrattezza di chi sogna o progetta un mondo migliore finendo essenzialmente nell’ideologia. 

A ricordare la figura di Langer è a Milano il ponte pedonale sulla Darsena che collega viale D’Annunzio a viale Gorizia. Una scelta molto simbolica: perché Langer si è definito ed è stato sempre definito un “costruttore di ponti”. Ed ecco perché si è pensato di dedicargli la passerella pedonale realizzata per Expo sulla Darsena rinnovata che oggi rappresenta il cuore della movida con tutti i suoi problematici assembramenti, dove la sera si fa fatica a trovare una sedia libera nei dehors.

“Oggi, se fosse vivo, Langer avrebbe 75 anni e non credo sarebbe felice di assistere al degrado etico, culturale e ambientale dei nostri tempi. Si è tolto la vita in un giorno d’estate del lontano 1995. Il suo insegnamento, le sue parole, la sua passione per la giustizia, la pace, la tutela del pianeta e di ogni essere vivente, sono sempre attuali”, ricorda Elena Grandi, co-portavoce nazionale della Federazione dei Verdi e vicepresidente del Municipio 1, che per prima aveva pensato a questo omaggio. “Ambientalista, pacifista, scrittore, giornalista, Langer era tutto questo e molto altro ancora, era un saltatore di muri e un ‘costruttore di ponti’, come lui stesso amava definirsi, e come amo ricordarlo. Ecco perché un ponte, il ponte pedonale che collega le due sponde della Darsena è il luogo ideale e simbolico per ricordarlo. Ripartiamo da qui, da un ponte, dal ponte Alex Langer, per immaginare un futuro più verde, più equo, più giusto”.

“Nelle nostre società”, scrisse Langer nel 1994 nel “Tentativo di decalogo per la convivenza interetnica”, uno dei suoi testi più profondi che andrebbe inserito nelle antologie scolastiche, “deve essere possibile una realtà aperta a più comunità, non esclusiva, nella quale si riconosceranno soprattutto i figli di immigrati, i figli di famiglie miste, le persone di formazione più pluralista e cosmopolita”. E più avanti (con la speranza forse vana che i nuovi regimi del cambiamento possano dargli ragione): “La convivenza plurietnica, pluriculturale, plurireligiosa, plurilingue, plurinazionale appartiene e sempre più apparterrà, alla normalità, non all’eccezione”. Nella frenesia delle movide, c’è qualcuno disposto ad approfondire questi temi passeggiando lungo il ponte sulla Darsena dove una piccola targa è dedicata, qualcuno lo avrà notato, all’indimenticabile intellettuale altoatesino? (Ser)

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