Marmolada, l’ennesimo luna park?
Giorgio Daidola, docente di Analisi economico finanziaria per le imprese turistiche dell’Università degli Studi di Trento, ha indirizzato la lettera che pubblichiamo al governatore del Trentino Maurizio Fugatti. La missiva è apparsa sul Corriere del Trentino del 9 giugno 2021. Nel suo scritto, Daidola invita a tentare di salvare dai caroselli di impianti pesanti l’area della Marmolada. “La Regina delle Dolomiti”, scrive, “ha tutte le carte in regola per diventare il territorio ideale per lo sviluppo di un modello alternativo a un turismo invernale maturo per non dire agonizzante”.
La lettera di Daidola
Caro governatore, ho letto l’articolo di Marika Giovannini apparso sul Corriere del Trentino di sabato 5 giugno e comprendo la sua amarezza di fronte alle minacce di animalisti più o meno fanatici che idealizzano animali potenzialmente pericolosi per l’uomo come gli orsi. Come dice giustamente Marco Albino Ferrari, vincitore del Premio Itas di quest’anno in un’intervista su L’Adige di giovedì 3 giugno “nel corso della storia i montanari hanno abbattuto gli orsi quando la loro presenza diventava ingombrante”, ossia quando veniva meno “un patto di equilibrio con il territorio”. Mi pare che attualmente ci siano tutti i presupposti per applicare la regola.
Ferrari conclude dicendo una cosa ancora più importante che viene del tutto dimenticata dagli innamorati degli orsi: “Bisogna proteggere la specie, non il singolo animale”.
Non è però solo di questo che volevo parlarle e della maggioranza silenziosa che non ne può più di chi si ostina a considerare tutto il Trentino come un meraviglioso parco selvaggio stile Yosemite. Volevo sottolineare l’importanza di ciò che lei afferma nell’ultima parte dell’articolo con riferimento al prossimo inverno e allo sci. Lei dice che era favorevole al progetto di Lorenzo Delladio de “La Sportiva” di fare di Passo Rolle un esempio virtuoso di sviluppo di uno sci meno artificiale di quello dei luna park bianchi, già fin troppo presenti sulle Alpi e in particolare in Trentino. Lei conclude poi dicendo che “se ci verranno presentati progetti simili per altre zone del Trentino siamo pronti a valutarli”.
Questa mi sembra una gran bella notizia ma, considerato che proprio a Trento si è parlato in questi giorni di ritorno del pubblico nell’economia, non posso che auspicare che sia la politica a fare di tutto, prima che sia troppo tardi, per tentare di salvare dai caroselli di impianti pesanti un’area ancora più preziosa di Passo Rolle: quella della Marmolada. La Regina della Dolomiti ha tutte le carte in regola per diventare il territorio ideale per lo sviluppo di un modello alternativo a un turismo invernale maturo per non dire agonizzante.
Non bastano però le belle parole, i virtuosi propositi degli ambientalisti e della Sat. Ci vuole subito un vero progetto, con tanto di business-plan che ne dimostri la possibilità economico-finanziaria di realizzazione, prima che sia troppo tardi e si assista all’omologazione della Marmolada a ennesimo lunapark, grazie alla solita odiosa commistione di interessi fra politici e affaristi locali. Non si aspetti però che un progetto virtuoso del genere le venga presentato da gruppi privati. Il progetto Delladio è stato un’eccezione alla regola e “La Sportiva” aveva ovvi motivi per promuoverlo.
Nel caso della Marmolada aspettare l’imprenditore privato che abbia voglia o interesse a salvarla sarebbe pura utopia. È il settore pubblico che deve agire, e subito. Prima che sia troppo tardi.
Giorgio Daidola
Nella foto di apertura il flash mob organizzato nel 2020 contro i nuovi impianti sulla Regina delle Dolomiti. Per un approfondimento del tema: http://www.dislivelli.eu, febbraio-marzo 2021, pagg 12-18.