Tracciato per disabili, l’idea è giusta

Come in un famoso gioco da tavola si riparte dal via. E questa volta, si spera, senza incappare negli imprevisti, ovvero in lavori non concordati. In discussione sui social da un paio di mesi in qua sono le opere per la sistemazione di un sentiero nella splendida Val di Mello in modo che tale tracciato possa essere percorso anche da disabili con speciali carrozzine. Sono trascorsi due anni dal maggio del 2019, quando venne annunciato che per quel progetto era stato trovato l’accordo. C’erano stati mesi di dibattito e una raccolta di firme di segno contrario.

Ma poi tale progetto promosso dell’Ersaf, Ente della Regione Lombardia, venne quell’anno finalmente condiviso: tracciato ridotto per un sentiero già esistente una volta restaurato e ridotta al minimo anche la manutenzione destinata a renderlo accessibile a tutti. Lo certificò un comunicato diffuso dall’assessore regionale alla Montagna Massimo Sertori, accettato da tutte le parti in gioco che, assieme a Sertori, effettuarono sopralluoghi nel cuore della riserva.

Due anni dopo, a parte i quattro gatti che leggono questo blog, molti sembrano però essersene dimenticati. Per carità, non è mai troppo tardi per correggere abusi e cattive interpretazioni degli accordi, ci mancherebbe. Ma sarebbe opportuno anche prendere atto che l’indignazione in differita può creare malintesi, riaprire ferite che si pensavano risolte, creare tensioni sgradevoli proprio mentre il turismo cerca faticosamente di ripartire. Nel caso degli accordi per il sentiero in questione, il Rubicone è stato passato da un pezzo. Alea iacta est come avrebbero detto i latini e ci si perdoni il latinorum. E dunque cerchiamo di stare sereni e tiremm innanz come si dice a Milano.

Resta comunque inaudito che un luogo tra i più belli delle Alpi da anni subisca “innumerevoli attentati” come si legge in questi giorni nell’aggiornamento alla petizione “Fermiano un devastante progetto nel cuore della Riserva Naturale della Val di Mello”. Ed è a questo punto più che giustificata la raccolta pubblica di fondi destinati a sostenere ogni attività a tutela e salvaguardia delle bellezze di questa vallata, appello condiviso il 18 maggio dal Comitato per la tutela della Val di Mello.

Da sottoscrivere è l’idea alla base di questa raccolta fondi. Come si legge nell’aggiornamento della petizione, ci si riferisce a un ipotetico (per ora) “progetto di più ampio respiro, che guarda al futuro e vede l’istituzione e il mantenimento di un ente a tutela del paesaggio e dell’integrità della Riserva della Val di Mello, preposto alla sorveglianza dei luoghi, con l’auspicio che venga un giorno coinvolto direttamente anche nella gestione della stessa”.

Un ente in più? Non bastano quelli che già ci sono? Riassumendo, i lavori per il sentiero adatto a misura di vecchi e disabili che lo percorreranno, hanno scatenato un vero putiferio. Si è registrato un intervento della Soprintendenza in seguito alle irregolarità denunciate, i primi lavori sono stati troncati sul nascere, si sono udite minacce di boicottaggio della valle, sono volate parole grosse sui social (e dove se no?).

Ma lodata sia, a conti fatti, la preoccupazione di chi tanto si prende a cuore di questa riserva naturale. Un argomento a cui tutti dovrebbero essere interessati. Perché nel frattempo cresce – complice o no la pandemia – il numero di persone alla ricerca di svago e rigenerazione nella natura alpina. Specialmente, come è il caso della valle di Mello, se una rinnovata viabilità accorcia le distanze con le grandi città e genera nuovi flussi verso le montagne.

Una veduta della Val di Mello in Lombardia.

Il timore è che i nuovi flussi di turisti possano aumentare l’impatto su animali e piante, ma anche sulle destinazioni con le loro infrastrutture e i loro abitanti. Di qui la preoccupazione espressa sui social e nella petizione a cui si è accennato. Ma stupisce che nemmeno una parola si sia letta, salvo errori, sul fatto che la Val di Mello ha probabilmente i requisiti per aprirsi anche a un turismo inclusivo e che questo si cerca da tempo di fare con la dovuta sostenibilità. In che modo? Creando un territorio accessibile che non discrimina, ma accoglie anche anziani e persone con disabilità. Nei pressi della Val di Mello già era stato creato un sentiero per i non vedenti, e dunque quassù esistono tutti i presupposti per continuare su questa falsariga.

Dopotutto nel caso della Val di Mello si tratta di migliorare un sentiero già esistente e di non gravare con carrozzine sulla mulattiera principale che percorre la stretta vallata e che, specie nei giorni festivi, pullula di pedoni, ciclisti, mezzi di servizio. “L’idea del tracciato è giusta come lo sono le modalità stabilite a suo tempo”, ha in questi giorni osservato su un giornale locale l’ingegner Walter Tomasoni di “Dappertutto”, associazione di tecnici volontari che si impegna a favore dei disabili sul fronte dell’abbattimento delle barriere architettoniche. Parole da sottoscrivere.

Di questi criteri, ingegnere a parte, si è discusso a lungo come si è accennato in quell’ormai remoto 2019 nella sede della Regione Lombardia e va chiarito che dialogare “con certe persone e certi enti” (come sono stati rudemente definiti sul web gli interlocutori della Regione) è sempre meglio che starsene rintanati tra i monti a pontificare.

Occorre aggiungere per chi non lo sapesse che un territorio accessibile o comunque reso tale può diventare attrattivo e creare un indotto economico importante. “Ci sono borghi montani”, spiegò di recente a MountCity un giovane imprenditore abruzzese vincitore di un importante riconoscimento per “Appennini for all”, progetto di accessibilità territoriale, “che con una serie di accorgimenti poco dispendiosi potrebbero essere luoghi di forte accessibilità e dunque molto attrattivi. Lavorare sull’accessibilità non è solo una forma etica, ma anche uno strumento di sviluppo economico”. 

Non si tratta dunque di creare sentieri “apposta” per persone disagiate che comunque provano sollievo nel trovarsi a tu per tu, insieme con parenti e caregiver, con montagne meravigliose come quelle della Val di Mello, ma di focalizzarsi sulle opportunità fornite da un turismo ambientale accessibile rispondendo a una domanda sempre più in crescita. Piaccia o non piaccia. (Ser)

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