Sciare in Svizzera, le due verità
“In Italia il settore del turismo bianco sta subendo una grande crisi economica. In Svizzera, invece, gli impianti sono aperti e i contagi calano”. Che cosa c’è di vero in questa affermazione messa in rete dal sito neveitalia.it che peraltro non manca di citare correttamente le fonti? Diverso è il punto di vista di Walter Ricciardi, Consigliere del Ministro della Salute Speranza. Il quale, il 14 febbraio, attribuì allo sci in Svizzera la causa di diffusione della variante inglese. “Il Paese che ha fatto entrare la variante inglese in Europa è la Svizzera”, è stata la testimonianza di Ricciardi durante la trasmissione “Che tempo che fa”. “La catena dei contagi è stata ricostruita: gli inglesi sono andati a sciare in Svizzera, dove hanno tenuto aperti gli impianti sciistici e una maestra è tornata a scuola e ha infettato tutti i suoi allievi. Da lì poi si è sparsa nel resto d’Europa”.
A queste parole, come riporta neveitalia.it, non è mancata la replica della Svizzera. “Le stazioni sciistiche hanno adottato scrupolose misure di sicurezza per evitare lo scoppio di possibili focolai. Oltre a ciò non esiste alcuna evidenza scientifica che i focolai di variante inglese in Europa abbiano avuto origine dagli impianti di risalita elvetici”, ha affermato l’UFSP (Ufficio federale della sanità pubblica) all’emittente RSI, la radiotelevisione della Svizzera Italiana.

Se invece si consulta la più che attendibile newsletter swissinfo.ch le cose non stanno esattamente così. A un anno dal primo caso di coronavirus in Svizzera, quali sono stati gli errori e dove invece si è agito nel modo giusto? Swissinfo.ch lo ha chiesto a Barbara Gallavotti, biologa e divulgatrice scientifica italiana che da anni vive a Zurigo.
A chi dare credito allora? Per concludere, la Svizzera sta passando i suoi guai ma forse è messa un po’ meglio di noi. Sempre da swssinfo.ch si apprende che lunedì 1° marzo 2021 nella Confederazione potranno riaprire i negozi, i musei e le sale di lettura delle biblioteche e gli impianti sportivi e per il tempo libero all’aperto, quali le aree esterne dei giardini zoologici e botanici.
All’aperto saranno di nuovo consentiti in Svizzera anche gli incontri tra familiari e amici e le attività sportive e culturali con non oltre 15 persone. I ragazzi e i giovani adulti fino a 20 anni potranno riprendere la maggior parte delle attività sportive e culturali. È quanto ha deciso il Consiglio federale nella sua seduta del 24 febbraio dopo avere consultato i Cantoni. La prossima fase di riapertura è prevista il 22 marzo. Ovviamente a condizione che la situazione epidemiologica lo consenta. (Ser)